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E' morto Billy Wilder, genio del cinema
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da Il Nuovo

E' morto Billy Wilder, genio del cinema

Il grande regista si è spento all'età di 95 anni. Fatale una polmonite. Fra i suoi capolavori A qualcuno piace caldo, con Jack Lemmon, Tony Curtis e la Monroe.


LOS ANGELES - E' morto Billy Wilder. Il regista di film di successo quali Sabrina, Quando la moglie è in vacanza, A qualcuno piace caldo, Il viale del tramonto e Irma la dolce, si è spento all'età di 95 anni. Gli è stata fatale una polmonite, che lo ha colpito nel sonno nella notte tra mercoledì e giovedì nella sua casa di Beverly Hills. Wilder è stato uno dei più grandi sceneggiatori e registi che abbia mai lavorato a Hollywood. Vinse sei Oscar, compreso quello alla carriera, e ottenne ben 21 'nominations'. Molti i temi scottanti da lui trattati: con un misto di grazia, ironia e grinta, seppe mettere a nudo le ipocrisie della morale americana del dopoguerra.

Il regista e sceneggiatore di drammi e commedie indimenticabili si è addormentato per l'ultima volta accanto alla figlia Victoria e alla seconda moglie Audrey, 53 anni. Non ci sarà alcun funerale, avvisa la famiglia, ma una cerimonia per ricordarlo entro la fine dell'anno.

Billy Wilder, vero nome Samuel, era nato a Sucha, allora parte dell'Impero austro-ungarico, oggi in Polonia, il 22 giugno 1906. La madre l'aveva soprannominato Billy come Buffalo Bill, il cui show del Wild West la donna aveva visto quando aveva visitato da adolescente gli Stati Uniti. Figlio di un albergatore, si era iscritto all'università per studiare diritto, ma dopo un anno aveva abbandonato i libri per dedicarsi al giornalismo per un importante quotidiano viennese. Per sbarcare il lunario si fece poi assumere come ballerino professionista in un albergo.

A portarlo negli Stati Uniti furono le leggi razziali del nazismo. Dopo l'avvento di Hitler nel 1933 fu costretto a emigrare a Parigi, e l'anno successivo in America. I suoi parenti rimasti in Europa morirono nei campi di concentramento. Dopo essersi mantenuto con collaborazioni e sceneggiature di serie B, nel 1938 avvenne la grande svolta. Fu allora, infatti, che iniziò a collaborare con Charles Bracket ed entrò a fare parte della squadra degli sceneggiatori più richiesti dell'epoca. A guerra conclusa, nel 1950, arrivò il primo Oscar per la sceneggiatura de "Il viale del tramonto".

Per critici e colleghi, Billy Wilder è stato spesso considerato un regista cinico. Fatale gli fu, a Hollywood, il suo modo diretto di guardare alla vita, senza cercare di renderla più gradevole di quella che è. Una voce fuori dal coro nel mondo cinematografico, da sempre incline a smussare gli spigoli della realtà, a depurarla dei suoi aspetti meno edificanti. Da qui il tentativo di ridimensionare la vena realistica che attraversa il cinema del regista, spacciandola per eccesso, quando non per difetto, tipico di un cineasta "impietoso".

Emigrato due volte per causa di forza maggiore - dalla Galizia a Vienna in seguito allo scoppio della prima guerra mondiale, da Berlino a Hollywood dopo l'avvento del nazismo - Wilder ha sempre messo in scena vite difficili, spesso contrassegnate da viaggi forzati, itinerari obbligati, che finiscono per plasmare i suoi personaggi, caratterizzati per lo più da un atteggiamento concreto e disincantato nei confronti della vita. Che, poi, diventa itinerario interiore, che porta i suoi protagonisti a compiere scelte etiche profonde, capaci di restituire loro dignità e spessore umano.

Nel corso di una carriera lunga quarant'anni, il regista austriaco ha firmato opere che sono diventate pietre miliari della commedia (A qualcuno piace caldo), del melodramma (Viale del tramonto), del thriller (La fiamma del peccato), dirigendo magistralmente alcune delle più grandi star americane, da Marlene Dietrich a Marilyn Monroe, da Humphrey Bogart a James Cagney, da Barbara Stanwyck a Kim Novak, da Ray Milland a Jack Lemmon.

(28 MARZO 2002, ORE 22, aggiornato alle 23:44)


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Date: 29 Mar, 2002 on 07:51
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