25 marzo 2002

Niente incontro: Cgil, Cisl e Uil dicono no al chiarimento del governo

ROMA - Cgil, Cisl e Uil non si accontentano delle ritrattazioni del governo e una dopo l'altra annunciano che non andranno all'incontro programmato per domani a Palazzo Chigi. La prima a rompere gli indugi è stata la Cisl (l'unica che ancora non aveva formalizzato il suo no) ma che, di fronte alla nota con cui Palazzo Chigi ha cercato di ricomporre la frattura con i sindacati dopo le dichiarazioni di Sacconi, Bossi e Martino, decide di non partecipare alla riunione. Dopo qualche minuto anche la Uil si associa e conferma il no pronunciato qualche ora prima. La segreteria confederale della Cisl "non condivide le dichiarazioni di queste ultime ore pronunciate da vari esponenti del governo sul terrorismo e sul conflitto sociale in atto". Per cui "in queste condizioni mancano i presupposti - afferma il sindacato di via Po in una nota - per la nostra partecipazione a qualsivoglia incontro".

La Cisl sottolinea che "non si può infatti convocare, in un momento così delicato, una riunione anche sul terrorismo per ricondurre a serenità e responsabilità il confronto tra le parti e nel contempo alimentare un clima di scontro con il sindacato. Il tentativo intervenuto di chiarimento rappresentato dalla presidenza del consiglio è insufficiente - afferma la Cisl - e comunque non ancora idoneo a consentire l'incontro di domani con il sindacato.

Il governo infatti deve esplicitare inequivocabilmente la propria posizione smentendo le pesanti illazioni che mettono in correlazione il terrorismo con il legittimo e democratico diritto di protesta". E il segretario generale della Uil, Luigi Angeletti, di rimando: "c'e bisogno di una iniziativa esplicita, che tolga ogni equivoco e ogni dubbio sul fatto che il sindacato è stato ed è uno dei maggiori baluardi contro il terrorismo". Angeletti sostiene che "non sembra ci siano le condizioni per migliorare il dialogo sociale". Anzi, partecipare all'incontro con questo clima, conclude, "sarebbe controproducente". Alla fine dice no anche la Cgil facendo sapere di non considerare quella di palazzo Chigi una risposta.