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I libri di molti autori italiani sono già esauriti
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1. I libri di molti autori italiani sono già esauriti
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da La Stampa
Lunedì, 25 Marzo 2002

I libri di molti autori italiani sono già esauriti: a nessun altro Paese ospite era mai accaduto

corrispondente da PARIGI

«PUAHHHH!». No. «Vrahhhh».
Scusi Albertazzi, come ha detto esattamente? «Non so, come vuole lei... puahhhh-puahhh». Ecco il versaccio di Giorgio Albertazzi, lo sberleffo, il rutto, il disprezzo verso i contestatori dell´Italia fatto e rifatto sul palcoscenico del «petit theatre» del salone del libro di Parigi. «Ehh, Paris est toujours Paris - dice Albertazzi - Parigi è sempre Parigi, quest´aria, questi colori...L´ultima volta ero stato alla Comédie Italienne a recitare le lezioni americane di Calvinò (dice così, ndr). Era stato un grande successo. Ma quando sono entrato in questo salone ho trovato un´atmosfera orribile, non sopporto sentire parlare male del mio paese: Puahhhh!» Tra la folla del «petit theatre» strapieno, una decina di persone hanno battuto le mani per tre secondi. Ma lo show di Albertazzi non era finito. Era in programma un monologo dall´Enrico IV di Pirandello, nella serata piradelliana, aperta da Adriana Asti (vestita di nero con nastrini rossi ai gomiti) con un altro monologo da Trovarsi. Albertazzi ha fatto precedere il suo monologo da una dedica politica: «Le prime parole sono dedicate ai contestatori dell´Italia». Pausa. «Buffoni, buffoni, buffoni! Puahhhh...» Alla fine del monologo, interpretato alla grandissima da Albertazzi, un po´ in italiano e un po´ in francese, con un evidente registro politico («...pretendono che gli altri siano come vogliono loro...») che si chiudeva sul «plaisir de l´histoire», il piacere della storia, tutto il pubblico gli ha dedicato un interminabile e calorosissimo applauso. E applausi anche all´Italia che registra il minimo di simpatie politiche e il massimo di successo nella storia del salone del libro. Mai era accaduto che un paese ospite (come siamo noi quest´anno) facesse il pieno, anzi il vuoto dal momento che i libro di molti autori italiani sono già esauriti. Qui a Parigi sta maturando una novità: è possibile che dal prossimo anno l´Italia sia una specie di ospite permanente, che ci sia cioè uno stand tutto italiano dove saranno acquistabili libri dei nostri editori, in italiano. Perché il salone del libro di Parigi è questo: una grande libreria dove ogni anno un paese ospite apre il suo stand e vende i suoi libri in lingua originale. L´anno scorso erano ospiti i tedeschi, venne il cancelliere Schroeder ad inaugurare il padiglione insieme a Lionel Jospin, arrivò Günter Grass per un memorabile e affollatissimo incontro. Il padiglione era in una scenografia orizzontale, tubi metallici, molto mossi, che riproducevano un moto ondoso. I francesi ricordano però che a parte Grass, i dibattiti e gli incontri furono poco seguiti e nessun autore andò esaurito. Ivan Cecchini, direttore dell´Associazione italiana editori, invece sta tirando bilanci entusiasmanti. «Solo con il 20 per cento di quanto abbiamo fatto fino ad adesso, potremmo già pagarci l´allestimento di un padiglione più piccolo l´anno prossimo». «Il successo italiano - ci dice Cecchini e conferma Fabio Gambaro, grande esperto di letteratura ed editoria italo-francese - significa anche un´inversione di tendenza nelle traduzioni e pubblicazioni dei nostri autori». Negli ultimi dieci anni il calo era stato costante: grosso modo l´anno scorso si sono tradotti il 25 per cento di titoli in meno del 1990. Negli ultimi tre mesi, sono stato tradotti sessanta titoli di autori contemporanei, ma è tornata la moda dei classici, da Leopardi a Matteo Bandello. «Siamo molto più tradotti noi, di quanto noi non traduciamo loro», dice Daniele Del Giudice, scrittore molto tradotto e molto amato. Stella italiana del salone Niccolò Ammaniti. Ieri già a metà pomeriggio erano esauriti anche i libri di Marcello Fois e Carlo Lucarelli. Ieri il tutto esaurito c´è stato ovunque: Claudio Magris, Vincenzo Consolo, Luciano Canfora, Gianni Celati. Alberto Arbasino ha partecipato ad almeno due dibattiti al giorno. Mario Rigoni Stern ha firmato molte dediche e anche giocato con i bambini. Per finire Jean-Pierre Chevènement, ex ministro dell´Interno del governo Jospin, il «terzo uomo» nelle elezioni presidenziali francesi, ieri pomeriggio al salone s´è preso una torta in faccia (all´ananas) dai noglobal ristabilendo la par condicio con i sottosegretari italiani sbeffeggiati dai contestatori. Il servizio di sicurezza non proteggeva nemmeno i francesi.

Cesare Martinetti


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Date: 25 Mar, 2002 on 08:08
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