Prima Pagina
Reg. Tribunale Lecce n. 662 del 01.07.1997
- ISSN 1973-252X
Direttore responsabile: Dario Cillo


Edscuola Board
Edscuola Board Discussion Forum.
Index / Educazione&Scuola© - Archivio Rassegne / Educazione&Scuola© - Rassegna Stampa (Archivio 2)
author message
Famiglia: per la felicità non bastano le coccole
Post a new topic Reply to this Topic Printable Version of this Topic
edscuola
Administrator
in Educazione&Scuola

View this member's profile
posts: 13944
since: 23 May, 2001
1. Famiglia: per la felicità non bastano le coccole
Reply to this topic with quote Modify your message
da Il Corriere della Sera
Sabato, 23 Marzo 2002

Famiglia: per la felicità non bastano le coccole

I genitori sbagliano a concedere troppo, ma anche troppo poco. Uno studio spiega perché


Addirittura ha scoperto, ma senza troppo stupirsi, che un gran numero di ragazzi s’informa su come ereditare il patrimonio di famiglia con i genitori ancora vivi, ben convinti d’averne pieno diritto e sconcertati nell’apprendere che non esiste legge apposita. Non s’è stupito più di tanto perché da anni i segnali vanno in quella direzione: io, adolescente, ho diritto a tutto per il solo fatto d’esistere. D’altro lato sa, per esperienza propria e di colleghi, che, specie dopo i fatti di Erika e Omar, numerosi genitori si sono rivolti agli specialisti descrivendo il carattere del figlio o figlia giovanissimi per chiedere: potrebbe ucciderci?
Nel contempo sono cresciute in modo massiccio le problematiche adolescenziali: psicopatologie quali disturbi d’ansia, depressione, ossessioni e compulsioni, fobie, anoressia e bulimia; aumento della violenza e dell’abuso di sostanze stupefacenti e d’alcol; marcata devianza sociale.
Alla base di tutto, scrive Giorgio Nardone, docente di Psicoterapia breve all’Università di Siena e fondatore del Centro di terapia strategica di Arezzo, c’è il troppo amore. Non è vero, ha constatato, che «l’affetto profuso non possa fare che bene»: può risultare anzi soffocante. Il modo tuttavia di profondere quest’amore eccessivo (cui s’aggiunge l’iperprotezione e permissivismo della società tutta) può variare da famiglia a famiglia. E insieme a 32 ricercatori e affiliati della Scuola di Arezzo lo studioso ha individuato, in cinque anni di interventi sulle famiglie e confronti, sei modelli patogeni della famiglia italiana attuale. Una fotografia tratteggiata con due collaboratrici, Emanuela Giannotti e Rita Rocchi, in un libro, Modelli di famiglia , di agevole consultazione, molto chiaro e intervallato da una certa suspense quando, a ogni parte teorica, segue il racconto di casi clinici reali e del modo «fantasioso» con cui sono stati risolti. La terapia strategica, come altre «psicoterapie brevi», prevede infatti la prescrizione al paziente o ai suoi familiari di comportamenti diversi dai consueti, e a volte paradossali, al fine di spezzare il meccanismo di relazioni che si è «fissato» entro il gruppo domestico.
Modello numero uno: iperprotettivo. Riassumibile in una frase: «caro figlio nostro, dicci cosa ti manca e te lo procureremo noi». E’ la famiglia del «pronto soccorso» preventivo, del dare di tutto e di più, di risparmiare ogni difficoltà all’adorato figlio/a. Che, così, mai si metterà alla prova, se ha talenti li lascerà atrofizzare, maturerà l’idea che tutto gli spetta senza impegno alcuno.
Ma una «gabbia d’oro» resta pur sempre una gabbia e vi si cresce inalando il veleno di questo messaggio indiretto di mamma e papà: «lascia fare a noi, tanto tu non sei capace».
A ruota segue il modello democratico-permissivo, data di nascita anni ’70: siamo tutti «amici», siamo tutti pari in famiglia. Ahinoi no, ognuno stia al suo ruolo o sono guai seri, intimano gli psicologi. I «figli in Parlamento» diventano tiranni e la parità senza gerarchie i ragazzi la leggono come «mancanza di palle». Con conseguente ricerca di un eroe forte cui ispirarsi tra gli amici trasgressivi.
Numero tre, il modello sacrificante. Antico e dato per estinto, in realtà è tuttora riscontrabile (come l’altro modello arcaico: autoritario). In queste famiglie vige un «altruismo insano» nei confronti dei figli, anch’essi viziati e iperprotetti e iperdotati di ogni optional (motorini, telefonini, abiti griffati ecc.), ma da genitori che per se stessi hanno sposato il sacrifico e il dovere. Non si sacrificano però in silenzio, parlano volentieri di fatiche, di sventure e non nascondono d’aspettarsi tanto in cambio. In casa l’atmosfera può farsi cupamente soffocante e spingere i figli alla chiusura psicologica e sociale o al voler evadere a tutti i costi, unendosi magari a gruppi esplosivi di ultras o naziskin.
Tra tanti «nuovi verbi» lanciati di continuo dai mass media (che sono - ripete più volte Nardone - il nuovo protagonista, accanto a genitori e figli, della famiglia moderna), c’è chi è indotto a una costante ambivalenza: a volte permissivo a volte severo. Atteggiamento genitoriale cui corrisponde, da parte dei figli, l’altalena collaborativi-ribelli. E’, questo, il modello intermittente, che semina dubbi, continua autocritica, instabilità.
Ci sono poi genitori che se la cavano lasciando fare ad altri (modello delegante), in genere i nonni: tutti uniti in una «grande famiglia» dove padre e madre sostanzialmente restano «figli» e ai figli-nipoti arrivano messaggi educativi confusi e contrastanti da due coppie di adulti di diversa età e mentalità.
Ultimo modello, non molto tempo fa il più diffuso, quello autoritario. C’è un padre-padrone e la moglie è altrettanto rigida o, più spesso, si spende per mediare tra marito e figli oppure si appella a questi ultimi per aiuto e compensazioni dato il suo ruolo di vittima. Per i ragazzi lo spazio è poco: o adeguarsi o reprimersi o vivere dimensioni clandestine. «Fughe» tutte segnate dalla sofferenza.
Ora va da sé che, schematismi divulgativi a parte, non da ogni famiglia dei sei tipi sopra citati esce necessariamente un adolescente problematico. La realtà non è mai categorica e Giorgio Nardone lo ripete più volte. Resta che gli adolescenti d’oggi non si presentano in buona salute psichica. Il rimedio principe, secondo lo studioso, sta nel pretendere da loro che si guadagnino tutto quello che avranno, con sforzi concreti e fatiche. Anche il sano «schiaffo» di un tempo, qui ridefinito «incisivo gesto di comunicazione non verbale», sembra produrre figli più stabili e sicuri di quelli iperprotetti. Crescere solo a coccole fa male.

Il libro: «Modelli di famiglia» di Giorgio Nardone, Emanuela Giannotti, Rita Rocchi, Ponte alle Grazie editore, pp. 145, euro 11,36
Serena Zoli


http://www.edscuola.it
http://www.edscuola.com
Mail: redazione@edscuola.com
Date: 23 Mar, 2002 on 07:44
Famiglia: per la felicità non bastano le coccole
Post a new topic Reply to this Topic Printable Version of this Topic
All times are GMT +2. < Prev. Page | P.1 | Next Page >
Go to:
 

Powered by UltraBoard 2000 Personal Edition,
Copyright © UltraScripts.com, Inc. 1999-2000.

Archivio
Archivio Forum
Archivio Rassegne