E´ straordinaria l´inventiva che si esprime a scuola: già solo a giudicare dai fantasmagorici slogan e travestimenti multicolori con cui riesce a caratterizzare ogni manifestazione di piazza che la vede coinvolta. «Ecco prof, tenga, questo è il volantino che abbiamo preparato per la manifestazione», La maratona, la marcia per una scuola migliore, è diventata «la Morattona», sottotitolo «chi si ferma è perduto: corriamo più forte per dire no alla riforma Moratti. Premi: buoni "diritto allo studio" e la maglia della Morattona». Ma al di là della genialità intrisa di sarcasmo del volantino, in classe, Laura, la rappresentante, invita i compagni a partecipare "perché la nostra scuola non ci piace e dobbiamo provare a proporre un reale diritto allo studio fatto di abolizione delle tasse scolastiche, comodato d'uso dei libri e borse di studio. Bisogna far sentire la nostra voce, senza bandiere e senza sigle, e le nostre lotte si devono allargare a tutto il pianeta per un diritto allo studio globale che cancelli le ingiustizie del mondo". Ce n'è abbastanza per capire l'inquietudine condivisa da molti giovani. Inutile dire che in tanti anni di onorata carriera, digerito il ciclico succedersi di ministri dell'Istruzione, Pubblica o quasi pubblica, è difficilissimo conservare un fulgido ricordo di qualcuno di loro: non sembra che dal fatidico portone di viale Trastevere si siano affacciati personaggi particolarmente illuminati di qualsivoglia appartenenza politica. Anzi, a costo di essere tacciato di qualunquismo, potrebbero essere tutti in pista per il titolo di ministro della pubblica distruzione, tanti e tali sono stati i danni e le picconate negli anni inferte al sistema scolastico, creando, alcune volte, danni difficilmente riparabili. La scuola oggi è diventata il terreno per sperimentazioni manageriali: parola d'ordine "risparmiare". Ma non sempre risparmio si coniuga con qualità.

m.low@libero.it
registro & diario