Insegnanti e statali, il contratto spinge la spesa pubblica

ROMA - La colpa, spiega la relazione che accompagna il budget aggiornato dello Stato per il 2002, è soprattutto delle assunzioni della scuola nonché degli aumenti concessi agli insegnanti. Ma certamente anche il rinnovo del contratto del pubblico impiego, con il pressoché totale accoglimento delle richieste sindacali, ha dato il suo contributo. Fatto sta che quest’anno il costo delle amministrazioni centrali dello stato raggiungerà la cifra record di 71.767,8 milioni di euro contro i 66.941,5 milioni del 2001. In vecchie lire, l’aumento è di 9.344 miliardi, il 7,21% in più. La spesa per il personale, che rappresenta la fetta più grossa di questi costi (61.801 milioni di euro) aumenterà del 7,09%. Del 13,33% saliranno invece le spese per «prestazioni di servizi da terzi» (da 5.299 a 6.006 milioni di euro). In crescita a un ritmo decisamente superiore a quello dell’inflazione programmata per il 2002 (1,7%) anche i «contributi dello Stato a favore di terzi», che con 255.846 milioni di euro assorbono la porzione maggiore del budget dello stato: rispetto al 2001 l’aumento è del 3,92%. E soltanto il calo del 3,03% previsto nella spesa per gli interessi sul debito pubblico consentirà di contenere al 3,06% l’aumento delle spese complessive dello Stato, che dovrebbero raggiungere 407.408 milioni di euro, 12.099 milioni in più rispetto allo scorso anno. A giudicare dal raffronto fra i budget , che la riforma della contabilità dello Stato introdotta dal 2000 ha reso possibile, sembra difficile che il governo di Silvio Berlusconi riesca già quest’anno ad attuare il principio indicato nel programma di governo, cioè quello per cui «la copertura degli aumenti reali di spesa indispensabili può essere operata solo» riducendo «la spesa corrente in altri settori». Nemmeno quest’anno sarà possibile, per esempio, diminuire le spese per gli «organi dello Stato», fra cui presidenza della Repubblica, Camera e Senato, la cui crescita è sempre stata inarrestabile. Nonostante un taglio ai costi di palazzo Chigi, nel 2002 l’esborso sarà pari a 2.592,9 milioni di euro, l’1,59% in più rispetto ai 2.552,2 milioni di euro del 2001. In compenso le procedure introdotte da un paio d’anni per gli acquisti della pubblica amministrazione, secondo i dati contenuti in un dossier presentato alla Camera, hanno dato i primi frutti: nel 2001 si sarebbero risparmiati 1.400 milioni di euro.

S. Riz.