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Moretti: e ora l´Istruzione...
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da La Stampa
Lunedì, 11 Marzo 2002

Moretti: e ora l´Istruzione...

ROMA - SEI il nostro leader, sei il vero leader!!». Nanni Moretti arriva in anticipo al girotondo di viale Mazzini e viene accolto da questo grido. Del resto, anche le telecamere, i microfoni, nonchè il codazzo dei cronisti che lo inseguono è degno di un politico di rango. Anzi, per amor di verità e di cronaca, ha più giornalisti appresso l´attore-regista, che tutti gli esponenti di partito lì presenti messi insieme. Lui si schermisce: «Non ci casco, non sono un leader - dice - ho un altro mestiere e non intendo cambiarlo. Non sarei capace e non ne ho voglia». Però come sorride appena lo chiamano così. E quanto parla di politica. Sin da subito. Sin da quando invita i due consiglieri d´amministrazione Rai che fanno riferimento all´opposizione a fare «un gesto forte, importante, simbolico, come quello che è stato compiuto uscendo dall´aula dove si votava il conflitto d´interessi». Peccato che Piero Fassino, qualche metro più in là, stia difendendo la presenza di Carmine Donzelli e Luigi Zanda nel cda della tv pubblica. Ma non importa. Non importa affatto. Anche quando Moretti dice che «il pci insieme a Rai 3 si prese una bella responsabilità» nella lottizzazione della Rai, lo fa senza affondare troppo il coltello, perché poi aggiunge: «Nell´elettorato è tornata la fiducia verso alcuni dirigenti della sinistra». Alcuni. Per esempio il Fassino che il regista, nei panni dell´officiante di questo girotondo, benedice benevolente: «E´ una bella cosa che ci sia», dice. E gli altri? Massimo D´Alema, che è assente? Francesco Rutelli, che preferisce il congresso del ppi alla manifestazione davanti alla Rai? Diplomatico, Moretti, dice di «non voler far nomi», e osserva solo che «ci sono dei dirigenti del centrosinistra che si innervosiscono per i girotondi, anche se non si capisce il perché». Sì, al regista la sinistra piace «più decisa» e «meno pigra». E perciò gli piace Sergio Cofferati: «Sta facendo tantissimo e sta ottenendo dei risultati nella sua battaglia contro questo governo». E dopo aver distribuito le pagelle agli esponenti dei partiti di centrosinistra, il "non politico" Nanni Moretti si affretta a fare altrettanto con quelli della Casa delle Libertà. Innanzitutto c´è quel Silvio Berlusconi, che non ha creato un «regime» («è una parola che non mi piace», spiega il regista) ma che comunque comporta dei «seri rischi per la democrazia». Il presidente del Consiglio per Moretti «è un politico improvvisato», che dovrebbe scegliere se occuparsi della cosa pubblica o «fare i suoi interessi». E´ quasi superfluo aggiungere che secondo l´attore regista è augurabile che il Cavaliere scelga la seconda ipotesi, punto e basta, senza mescolare le due cose insieme. «Anche perché - aggiunge Moretti - la politica non la sa fare». E´ un fiume in piena, prodigo di consigli e suggerimenti l´autore della "Stanza del figlio". Parla più lui, di politica, che Fassino. I girotondisti lo ascoltano, pendendo dalle sue labbra. I cronisti gli si accalcano addosso, tanto che anche lui ha una sorta di servizio d´ordine "privato" e improvvisato, composto da alcuni organizzatori della manifestazione, che lo seguono e lo accudiscono passo passo. Il Moretti "impolitico" si esercita in uno dei numeri in cui - non da ora - si sono esercitati i dirigenti del centrosinistra. Ossia quello di dividere il Cavaliere dai suoi alleati. «Mi chiedo - osserva il regista - come facciano Fini, Casini e Buttiglione a dire sempre di sì al padrone. Fini, poi, che ha fatto politica per tutta la vita. Dovremmo liberarlo da questa subalternità. E´ triste vederlo dire di sì agli interessi personali del premier. Lui, Buttiglione e gli altri dovrebbero prendere le distanze da Berlusconi: lo hanno usato per vincere, adesso governeranno per altri quattro anni, potrebbero permettersi di essere più sinceri». Mentre il Moretti non più schivo dichiara ai microfoni di radio e tv, un signore che passa di lì lo saluta festoso e gli dice: «Sei grande, mi hai fatto uscire dalla tomba». Un altro, scherzando, gli chiede di mettere un suo autografo sul "Foglio" di Giuliano Ferrara. «Su questo niente firma», replica lui. Poi il "leader-non leader", il "politico-non politico", che sembra averci preso gusto, fissa già il prossimo girotondo: al ministero dell´Istruzione, in difesa della scuola pubblica.

m. t. m.


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Date: 11 Mar, 2002 on 07:49
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