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Il corteo del centrosinistra riempie il centro di Roma
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1. Il corteo del centrosinistra riempie il centro di Roma
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da La Stampa
Domenica, 3 Marzo 2002

Il corteo del centrosinistra riempie il centro di Roma
La questura: erano 120 mila. Gli organizzatori: falso, almeno mezzo milione

ROMA - Ride Massimo D´Alema, alla testa del grande corteo dell´Ulivo. Gli gridano: «Rimani, non ci abbandonare». Riesce a strappare più consensi di tutti gli altri persino al comizio, pur non parlando. Basta che il suo volto appaia sul maxi-schermo, che la gente si spella le mani. Riceve più applausi di Piero Fassino e di Francesco Rutelli. All´ex sindaco di Roma, invero, il popolo di piazza San Giovanni riserva un´accoglienza un po' timida. E´ normale, però: come ai vecchi tempi la macchina organizzativa dei ds si è messa in moto e la maggior parte di quelli che sono lì ha la tessera della Quercia in tasca o il cuore che batte con i diessini. Dietro lo striscione ufficiale della manifestazione anche Fassino sorride. Si rivolge al segretario dello sdi Enrico Boselli e al compagno di partito Gavino Angius, che sfilano accanto a lui, e dice: «Ci sono dei margini: vedrete che al Senato la maggioranza modificherà la legge sul conflitto d´interessi, tanto più dopo questa iniziativa che è stata un successo». Cinquecentomila persone, secondo il segretario ds. Ottocentomila, addirittura, per Maura Cossutta. Ma la Questura di Roma dice che a piazza San Giovanni sono poco più centoventimila. Un numero su cui si schiera il centrodestra, che pure al tempo della manifestazione del Polo sosteneva che quella piazza ne contenesse un milione. E´ polemica sulle cifre. Il centrosinistra contesta i dati della Questura. I parlamentari dell´Ulivo, annuncia il Ds Pierluigi Bersani, chiederanno «conto al ministro dell´Interno di una così palese opera di disinformazione». Quanti che siano in realtà - tra i ducentocinquanta e i trecentomila - i manifestanti chiedono tutti una cosa sola: unità. Ma i loro leader, al di là dei discorsi di rito dal palco, non sembrano troppo propensi ad accontentarli. Rutelli arriva per ultimo e si inserisce alla testa del corteo. Accanto a lui, solo diessini, eccezion fatta per lo sdi Boselli. Il leader dell´Ulivo, perciò, resta poco e poi si allontana per immergersi nel corteo, da solo. I verdi, con Alfonso Pecoraro Scanio, e i comunisti italiani, con Oliviero Diliberto, preferiscono marciare con Antonio Di Pietro. E mentre è fianco a fianco con l´ex magistrato Pecoraro Scanio ragiona così: «Il vecchio Ulivo - dice - si è un poco ammosciato». Walter Veltroni, tra gli applausi, si affaccia alla testa del corteo, quindi si mescola ai semplici militanti. Sergio Cofferati sta in fondo e per tutta la manifestazione resta in piazza, lontano dai dirigenti sotto il palco. A un certo punto anche Fassino opta per il bagno di folla. Riceve applausi e una raccomandazione: «Mangia!». Ma anche se marciano in ordine sparso, se, forse, temono la fotografia di gruppo, i leader dell´Ulivo sono soddisfatti. «La partecipazione della gente è andata oltre le nostre previsioni», dicono tutti. Ci sono anche i promotori dell´iniziativa del Palavobis. C´è il direttore di Micromega Paolo Flores d´Arcais e c´è il professore fiorentino Francesco Pardi. Quando arrivano sotto il palco i big del centrosinistra si congratulano tra di loro. La manifestazione si apre ufficialmente con l´inno di Mameli, mentre viene issata la bandiera italiana che ricopriva il feretro di Vittorio Bachelet. L´ha portata il figlio, Giovanni. Tocca al giornalista Gad Lerner presentare gli oratori. Che riservano qualche sorpresa. La capogruppo dei Verdi al europarlamento, Monica Frassoni, annuncia: «Il 23, alla manifestazione della Cgil, saremo di più». E i vertici dell´Ulivo masticano amaro. Quindi è la volta dello sdi Luciano Pellicani, direttore di Mondoperaio. Attacca i giustizialisti e viene ricoperto di fischi. Dal popolo, ma anche dai dirigenti. Grida Giovanna Melandri. Urla il direttore dell´Unità Furio Colombo e mostra il suo giornale, con questo titolo: «Tutta l´opposizione dice basta». Mimmo Lucà, della segreteria Ds, sbotta così: «Ma come caz... si fa!». Si fa, si fa, dice Boselli, che spiega: «Se ci vogliono devono ascoltarci». Paonazzo in viso, Di Pietro chiede di parlare. Diliberto, Pecoraro Scanio e il "governatore" della Campania Antonio Bassolino caldeggiano un suo intervento. Boselli risponde picche. Anche Fassino. L´ex magistrato si rivolge a Rutelli, che si gira dall´altra parte senza nemmeno rispondergli. Mentre sotto il palco si grida, più in là l´ex sottosegretario Enrico Micheli tenta di convincere Pierluigi Bersani ad accompagnarlo per presentarsi a Sabrina Ferilli. Già, lei c´è. E ci sono anche Piero Chiambretti e Fabio Fazio. Assente Roberto Benigni che però manda un messaggio: «Sono lì con il cuore». Intanto si va avanti. Parla Maura Cossutta. Quindi il finale, con Fassino e Rutelli. Il segretario ds, che poco prima aveva replicato alle critiche del premier alla manifestazione («Berlusconi ha perso una buona occasione per tacere»), dice: «E´ giusto resistere, ma bisogna sconfiggerli, sconfiggerli, sconfiggerli». Poi, l´invito all´«unità, contro la destra che divide». Infine è la volta di Rutelli: «Oggi - dice il leader dell´Ulivo - è suonata la sveglia. Nei giorni scorsi ci sono state delle critiche: ora possiamo dirvi che abbiamo capito il messaggio». E l´ex sindaco di Roma annuncia anche nuovi referendum «contro le leggi indegne di questo governo». La manifestazione termina. Veltroni sorride e dice: «L´unità è il nostro moltiplicatore». D´Alema firma autografi. «La società civile - osserva il presidente della Quercia - ci ha incoraggiato con le sue critiche. Ora siamo alla boa di bolina, poi avremo il vento in poppa. E Berlusconi, che pensa di essere diventato il padrone del Paese, cadrà». Ne sono convinti anche quei manifestanti che hanno issato un cartello che recita così: «860 giorni al ritorno del Professore». Sullo sfondo, il viso sorridente di Romano Prodi.

Maria Teresa Meli


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Date: 03 Mar, 2002 on 10:23
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