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Internet, una mezza scomunica: «Regno dei ricchi»
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1. Internet, una mezza scomunica: «Regno dei ricchi»
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da Il Corriere della Sera
Venerdì, 1 Marzo 2002

Due documenti del Vaticano. «La Rete fonte di benefici e rischi: i deboli non siano esclusi»

Internet, una mezza scomunica: «Regno dei ricchi»


CITTA’ DEL VATICANO - Internet «è fonte di benefici per la razza umana», ma è anche vero che la Rete amplifica il divario tra ricchi e poveri e, soprattutto, «l’accesso ai mezzi di comunicazione sociale spesso dipende dalla ricchezza» e che «i politici e i loro consiglieri» usano la Rete senza «rispettare la verità e la lealtà». A queste conclusioni sono giunti i teologi cattolici che hanno stilato due documenti sull’etica in Internet e sul rapporto fra la Chiesa e la Rete, presentati ieri in Vaticano. La preoccupazione è che il divario fra chi ha accesso al web e chi no (il digital divide ) porti a nuove discriminazioni. Allarma, poi, l’uso di Internet fatto dai regimi autoritari, «i peggiori trasgressori», anche se a rischio sono «anche le democrazie liberali».

Il Vaticano: su Internet dominano i ricchi

Due documenti sulla Rete. «L’Onu garantisca i deboli». Appello agli operatori della Chiesa: usatela con creatività


ROMA - Nasce una teologia morale per valutare meriti e peccati di Internet. I teologi hanno sottoposto la Grande Rete all’esame, e il documento che hanno preparato - Etica in Internet , il primo su questo tema - non dà risultati univoci. Perché, se da un lato è indubbio, come dicono i teologi, che Internet «è fonte di benefici per la razza umana», è anche vero, affermano, che la rete amplifica il divario tra ricchi e poveri. E soprattutto che «l’accesso ai mezzi di comunicazione sociale spesso dipende dalla ricchezza» e che «i politici e i loro consiglieri» usano la rete senza «rispettare la verità e la lealtà». Il documento è stato presentato ieri dai responsabili del Pontificio Consiglio per le comunicazioni sociali. «La Terra è un globo ronzante di trasmissioni elettroniche, annidato nel silenzio dello spazio»: questa la premessa indicata dal presidente del Consiglio, l’arcivescovo americano John Foley. E questa è «la questione etica» che si pone: «In conseguenza di ciò, le persone sono più felici e migliori?». Come si poteva prevedere, non c’è veramente risposta. Nel senso che la risposta dipende dall’uomo. Non dal mezzo.
Proprio l’utilizzo della grande Rete, però, allarma il Vaticano. Il web infatti, dicono i teologi, può diventare un’arma potente dei ricchi contro i poveri, delle nazioni forti contro quelle deboli, non solo dei regimi totalitari, ma anche nelle democrazie. E il digital divide (il divario digitale tra chi ha accesso alla Rete e chi no), dice il documento, è un fenomeno «preoccupante», la vera nuova forma di discriminazione tra i ricchi e i poveri.
Allarmano anche i rischi di violenza alle culture tradizionali, con l’imposizione attraverso il web della «cultura secolare occidentale a persone e società che in molti casi non sono in grado di valutarli e confrontarli». Quanto alla «libertà di espressione su Internet», il Vaticano se la prende soprattutto con i regimi autoritari considerati «i peggiori trasgressori». «Ma il problema - aggiunge - esiste anche nelle democrazie liberali, dove l’accesso ai mezzi di comunicazione sociale per far politica spesso dipende dalla ricchezza e dove i politici e i loro consiglieri non rispettano la verità e la lealtà, calunniando i propri oppositori e riducendo i problemi a dimensioni insignificanti».
Se è vero che Internet può far sì che tutti gli uomini in ogni luogo della Terra «diventino partecipi dei gravi problemi e delle difficoltà che incombono su ciascun individuo e su tutta la società», è anche vero che Internet ha fatto esplodere tutte le questioni etiche circa «la riservatezza, la sicurezza, il diritto d’autore e la proprietà intellettuale, la pornografia, siti che incitano all’odio, la diffusione di pettegolezzi e di diffamazioni mascherati da notizie e molto altro». Insomma, ci vogliono leggi, reclama il documento.
Nella stessa occasione l’arcivescovo Pierfranco Pastore, segretario dello stesso Consiglio, ha presentato il documento Chiesa e Internet che chiede agli operatori pastorali di utilizzare Internet in modo creativo. «Tirarsi indietro timidamente per paura della tecnologia o qualche altro motivo non è accettabile».
I documenti hanno avuto notevole eco. Lucio Stanca, ministro delle Innovazioni e tecnologie concorda con l’appello del Vaticano sulla necessità di maggiori garanzie. «Da una parte occorre assicurare - ha detto - che non ci siano esclusi. Dall’altra bisogna cercare di ridurre le potenzialità negative in termini di contenuti dannosi e illeciti, proteggendo i più deboli, come i giovani e gli anziani».

Bruno Bartoloni


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Date: 01 Mar, 2002 on 07:35
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