«Cambiare la legge sull´editoria»
Montezemolo: sgravi per la pubblicità. Berlusconi d´accordo

ROMA - Su un punto in particolare si sono trovati tutti d´accordo: editori, vertici istituzionali, operatori dei mass media e leader politici. La legge Mammì è palesemente datata nella parte in cui vieta gli incroci proprietari tra stampa e televisione. A ribadire la necessità di una revisione della normativa è stato ieri in Campidoglio il presidente della Fieg, Luca Cordero di Montezemolo. Intanto il panorama resta preoccupante. Solo una persona su dieci compra un quotidiano e l´Italia è all´ultimo posto nella classifica continentale, insieme con la Turchia. Aver diversificato i canali di vendita non è bastato a cambiare le abitudini degli acquirenti. Oggi si può dire, secondo il presidente della Fieg, che l´industria dell´informazione viene gestita nel rispetto della logica dell´impresa e della prima delle sue regole, «quella che in ogni attività economica non si deve perdere». Un processo tutt´altro che indolore, costellato di testate scomparse dal panorama editoriale e di editori falliti, con una grande flessione dell´occupazione. Ancora, però, non sono stati raggiunti i risultati desiderati sul piano della diffusione dei quotidiani, lontana dal massimo delle quasi 7 milioni di copie al giorno vendute nel 1990. I problemi presentati da Montezemolo nella sua relazione sono stati accolti da Silvio Berlusconi come spunti per l´azione dell´esecutivo. «Ho preso nota dei compiti che il presidente della Fieg ha dato a tutti i ministri - ha assicurato il premier - provvederò a richiamarli all´ordine per il compimento del loro dovere». I compiti dati da Montezemolo, ha riassunto il presidente del Consiglio nel suo intervento all´assemblea, sono per Gasparri «quello di far funzionare meglio le poste per gli abbonamenti e di cambiare la legge Mammì», per Lunardi, «di individuare sanzioni per la mancata pubblicazione delle gare di appalto», per la Moratti, di far si che i ragazzi si abituino a partire dalla scuola a leggere il giornale. Intanto nel campo editoriale si stanno faticosamente rimettendo in ordine i conti. «In caso di ulteriori cadute degli investimenti pubblicitari - ha replicato il presidente del Consiglio - non escludo che il Governo possa assumere decisioni straordinarie per un settore così importante come quello dell´editoria. Nella pubblicità si riscontra qualche segnale di ripresa e non bisogna fare un confronto con il 2000 perché allora c´era il boom di internet e dei telefonini. Oggi comunque si muovono maggiori investimenti rispetto alle notizie drammatiche di inizio anno». La crisi della pubblicità, secondo gli editori, ha avuto un «effetto devastante» e ha portato alla decisione di aumentare il prezzo dei giornali. «Prima la distribuzione dei giornali avveniva solo attraverso le edicole - ha sottolineato Berlusconi - serve aggiungere tante altre possibilità di diffusione perché il giornale lo compri molto di più se ti capita addosso». Agli editori che sollecitano l´emanazione dei regolamenti di attuazione della legge sull´editoria, il governo offre garanzie immediate, come precisato dal sottosegretario con delega per l´informazione Paolo Bonaiuti. «Il fondo per la mobilità e la riqualificazione professionale dei giornalisti è già alla pubblicazione della gazzetta ufficiale, quindi è praticamente operativo - ha ricordato Berlusconi- gli articoli relativi al credito d´imposta e al credito agevolato sono all´attenzione del Consiglio di Stato». Al termine dell´assemblea Montezemolo si è detto soddisfatto per l´attenzione promessa dal Governo, poiché «gli aiuti agli investimenti pubblicitari sosterrebbero non soltanto gli editori, ma tante aziende piccole e medie che a causa della crisi economica hanno dovuto tagliare proprio le spese per la pubblicità d'Italia». Ottimo l´intervento del premier, perfetta la relazione del numero uno della Fieg: il presidente d´onore della Fiat, Giovanni Agnelli ha promosso a pieni voti gli interventi dei due relatori d´eccezione dell´assemblea. Quella di Montezemolo, ha detto, «è stata una relazione molto completa. Ha toccato tutti i punti possibili. L'ho trovata perfetta». Quanto al discorso del premier Silvio Berlusconi, Agnelli non ha dubbi: «è stato un ottimo intervento». «Più giornali ci sono e meglio è per un paese democratico» - ha dichiarato il sindaco di Roma, Walter Veltroni, che ha fatto gli onori di casa nella splendida Sala della Protomoteca. «Più pluralismo, più concorrenza, più soggetti capaci di portare il loro punto di vista, più carta stampata, più radio e più tv ci sono e meglio è per la democrazia - ha aggiunto Veltroni - il dato però su cui bisogna riflettere è che dal 1950 ad oggi non è cresciuto il numero dei lettori. C´è un problema di clima culturale, di attenzione al dubbio che fa venire voglia di leggere di più». Il direttore generale dell´Upa (Utenti pubblicità associati) Felice Lioy concorda con il presidente della Fieg e auspica un intervento del governo per incentivare gli investimenti pubblicitari. «Spinto dalla pubblicità - sostiene Lioy -il mercato andrebbe a una velocità maggiore di quella di oggi. Una legge che consentisse alle aziende di detrarre in parte le spese di investimenti pubblicitari gioverebbe parecchio perché molte imprese sarebbero incoraggiate a riprendere e tutto il sistema ricomincerebbe a girare».

Giacomo Galeazzi