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Corti, la signora dei manoscritti
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da La Stampa
Domenica, 24 Febbraio 2002

MORTA A 86 ANNI LA GRANDE FILOLOGA: ESPERTA DI DANTE E DELLA LETTERATURA ITALIANA FRA DUE E TRECENTO

Corti, la signora dei manoscritti

Sua l´idea di un Fondo per le carte del `900, da D´Annunzio a Gadda Oltre all´attività scientifica, ha pubblicato una decina di romanzi

MILANO SE n´è andata nel sonno, alle prime ore di ieri mattina, dopo essere stata ricoverata la sera precedente per una crisi respiratoria. Maria Corti aveva 86 anni, e fino all´ultimo ha lavorato, discusso, fatto progetti. Era famosa per la sua indomabile energia, anche fisica. I colleghi dell´Università di Pavia la ricordano sul primo autobus da Milano, vivacissima all´alba, e su quello che a sera la riportava a casa, dopo una lunga giornata di lavoro: non sembrava mai stanca. E´ stata la prima filologa italiana (ma il discorso potrebbe facilmente estendersi all´estero) a ottenere una generale riconoscimento in un mondo dominato da colleghi maschi, soprattutto nel campo degli studi sul Due-Trecento dove i suoi lavori su Guido Guinizelli e Dante le hanno dato una ruolo di primissimo piano sulla scena internazionale. Arrivarci non fu una passeggiata, come raccontò a Cristina Nesi nel libro-intervista Dialoghi in pubblico uscito da Rizzoli nel `95: «Ho incontrato nel mondo universitario, in modo intermittente ma monotono, degli intellettuali narcisisti, esemplari di un vago snobismo che consiste nel considerarsi giunti là dove altri non hanno accesso e di un altrettanto vago senso di superiorità nei rapporti umani, particolarmente se femminili. Alcuni hanno la concezione ininterrotta di essere speciali... Abbiamo il coraggio di dirlo, del resto lo dicono anche gli psicologi: gli intellettuali maschi, anche se valentissimi sul piano scientifico, hanno spesso in comune coi bambini una carica narcisistica, più debole nell'altro sesso». Lei che da bambina aveva dovuto temprarsi velocemente (la madre, bellissima e brava pianista, era morta già nel `25, il padre era ingegnere in Puglia, fu inevitabile il collegio dalle suore), dei narcisismi ha avuto presto ragione. Ha insegnato fino al `90 all´Università di Pavia, dove ha creato il «Fondo manoscritti» raccogliendo un enorme patrimonio di manoscritti italiani soprattutto del Novecento; ma non ha rinunciato, in nome della filologia, al piacere della letteratura creativa, scrivendo una decina di romanzi, l´ultimo dei quali, dedicato al `68 e ai suoi linguaggi, è stato da poco pubblicato per Einaudi col titolo Le pietre verbali. L´attività di scrittrice è stato anzi il suo primo amore: come ha raccontato in una recente intervista con Laura Lepri sul numero di Panta dedicato all´editoria, scrisse il romanzo d´esordio nell´immediato dopoguerra. Piacque a Calvino, ma rimase quarant´anni nel cassetto e uscì nell´87 da Bompiani con il titolo Cantare nel buio. Il vero inizio fu nel `62, con L´Ora di tutti, ma lei, lo ha ricordato ieri Cesare Segre, ne fu un po´ delusa: «Lamentava che il suo lavoro non fosse abbastanza apprezzato, Poi lentamente si è conquistata un pubblico». E´ un´istantanea dei primi anni 60, nella Milano dove i due studiosi, che si erano incontrati dieci anni prima, erano legatissimi. Allieva, come lui, di Benvenuto Terracini, la Corti stava faticosamente costruendo la sua carriera universitaria. I riconoscimenti e il «successo» furono conquistati con fiera determinazione. Metodi e Fantasmi (Feltrinelli) è del `69, Principi della comunicazione letteraria (Bompiani) è del `76, Il viaggio testuale (Einaudi), uno dei libri che la consacrarono come specialista di punta nelle nuove discipline semiotiche e strutturali, del `78. Nell´83 esce sempre per Einaudi La felicità mentale. Nuove prospettive per Cavalcanti e Dante, ma non c´è solo il Duecento nei suoi interessi. C´è Fenoglio, di cui cura l´edizione critica del Partigiano Johnny, c´è Montale (si impegnerà con tutto il suo peso nella grande querelle sulle poesie postume diffuse da Annalisa Cima, contestate come apocrifi da Dante Isella e da lei ritenute autentiche), c´è l´appassionata curiosità «militante» per gli scrittori e per la teoria letteraria. E´ tra i fondatori della rivista Alfabeta che a metà degli anni 70 riaccende il dibattito sulla letteratura, le avanguardie, la politica, ma anche di una importante pubblicazione specialistica come Strumenti critici, con Cesare Segre e Silvio d´Arco Avalle. Alla fine avrà una rivista tutta sua, Autografo (pubblicata da Interlinea), che è l´espressione della creatura più amata, il «Fondo manoscritti» di cui si è occupata fino agli ultimi giorni, mentre dava gli ultimi consigli all'editore novarese, dove è in bozza definitiva l´ultimo saggio: Un ponte tra latino e italiano. Maria Corti verrà sepolta domani. Al mattino è prevista una cerimonia all´Università di Pavia, e nel pomeriggio il feretro verrà traslato nel piccolo cimitero di Pelio in Val d´Intelvi, il paese della famiglia materna dove lei amava ritirarsi per brevi vacanze di studio. Là, diceva spesso, la conoscevano tutti, perché nessuno aveva dimenticato quando fosse bella sua madre.

Mario Baudino


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Date: 24 Feb, 2002 on 11:11
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