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Cisl e Uil contro lo sciopero generale
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1. Cisl e Uil contro lo sciopero generale
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da Il Corriere della Sera
Venerdì, 8 Febbraio 2002

Maroni: il governo non ritirerà la delega sui licenziamenti. Ciampi: le forze sociali devono dialogare

Cisl e Uil contro lo sciopero generale

Pezzotta: mobilitazione inopportuna. Angeletti: meglio un referendum. Ma la Cgil rilancia: irrinunciabile, uniti si vince Tregua tra D’Alema e Cofferati. Fassino incontra Moretti: quello di Nanni è stato un atto d’amore, non uno strappo


Cisl e Uil sbarrano il passo alla proposta di Cofferati: niente sciopero generale su lavoro e pensioni. Pezzotta, leader cislino: è inopportuno, non servono le spallate. Sulla stessa linea anche Angeletti, segretario Uil: ci vuole calma, meglio un referendum. Ma la Cgil non rinuncia alla sua idea, anzi rilancia. Tocca a Epifani, probabile successore di Cofferati alla guida del maggiore sindacato: dobbiamo essere coerenti, se il governo non indietreggia sarà sciopero, e l’unico modo per vincere è l’unità. Il governo fa subito sapere per bocca di Maroni che sui licenziamenti (articolo 18) non ci sarà alcuna retromarcia. Ciampi interviene per raccomandare moderazione: serve il dialogo tra le parti sociali. A sinistra è giornata di incontri. D’Alema e Cofferati prendono un caffè insieme, tra i due leader è tregua. Fassino vede Moretti: il mio è stato un atto d’amore.

Sciopero generale, Cisl e Uil gelano Cofferati

Pezzotta: sarebbe inopportuno. Angeletti: meglio non scoprire le carte. Maroni: sull’articolo 18 niente passi indietro


DA UNO DEI NOSTRI INVIATI
RIMINI - Per il leader della Cisl, Savino Pezzotta, «è inopportuno parlare di sciopero generale», come ha fatto il leader della Cgil, Sergio Cofferati, aprendo l’altro ieri il 14esimo congresso della sua organizzazione. Per il leader della Uil, Luigi Angeletti, non bisogna avere fretta. Ma la Cgil insiste: se il governo non fa marcia indietro sulle modifiche all’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori (licenziamenti) e sul taglio dei contributi previdenziali per i neoassunti, lo sciopero generale va fatto. Meglio, molto meglio, se insieme con Cisl e Uil. Ma la Cgil non può rinunciarvi, spiega il vicesegretario, Guglielmo Epifani, avviato, ancora di più dopo l’intervento di ieri, a succedere a Cofferati, quando, a giugno, alla scadenza del mandato, il leader lascerà la guida del maggiore sindacato italiano.
La seconda giornata del congresso vive del dibattito sulla proposta di sciopero generale lanciata da Cofferati. I 1.200 delegati attendono la risposta dei cugini della Cisl e della Uil. Il primo che viene invitato a intervenire è Angeletti. Il suo è un crescendo interrotto da un incidente di comunicazione. «Dobbiamo cercare tutte le strade per vincere, usando tutti gli strumenti, compresi gli scioperi generali e le manifestazioni e iniziative nuove». Scattano gli applausi. «Se il governo dovesse varare le modifiche all’articolo 18, non mi rassegnerei e penso che...». «Dovremmo fare lo sciopero generale», si attende la platea. Ma Angeletti non dice questo, bensì: «Penso che potremmo raccogliere le firme per un referendum». Partono i fischi e i «nooo....». Terminato l’intervento Angeletti va in sala stampa e spiega che non intende assolutamente escludere lo sciopero generale, «ma la cosa più sbagliata che un sindacato può fare è dire quale sarà la sua prossima mossa».
Tocca a Pezzotta. Che, astutamente, si prepara il terreno: «Come sempre sarò molto chiaro». «Parlare oggi di sciopero generale - spiega - è inopportuno perché come ha detto un sindacalista di grande esperienza (il predecessore di Cofferati, Bruno Trentin, ndr ) dobbiamo sempre pensare al giorno dopo». Inoltre: «Non tocca a noi cambiare il governo, tocca a noi cambiare le decisioni del governo». Parole simili a quelle già pronunciate da Angeletti: «I governi non cadono nelle piazze». La distanza tra la Cgil da una parte e la Cisl e la Uil dall’altra è a questo punto pienamente visibile.
Cofferati riunisce immediatamente la segreteria confederale. Che decide di rispondere subito a Pezzotta e Angeletti. Del compito viene incaricato Epifani. Che ha un mandato delicatissimo: ribadire la proposta di Cofferati senza per questo approfondire il solco con Cisl e Uil. Epifani lo fa partendo da ciò che unisce le tre sigle: i lavoratori e i pensionati rappresentati dal sindacato e che in queste settimane hanno partecipato agli scioperi e alle manifestazioni indette unitariamente per chiedere la cancellazione delle norme sui licenziamenti e le pensioni. Spiega il vice di Cofferati: «Dobbiamo essere coerenti con quello che insieme abbiamo detto nelle piazze: siamo disponibili a trattare a condizione che il governo stralci le modifiche all’articolo 18 e la decontribuzione». Su queste materie non c’è spazio per la mediazione, aggiunge. «Non si tratta di trovare un compromesso su un’ora in più o in meno di lavoro. Qui sono in gioco i diritti e la dignità dei lavoratori. Se li intacchiamo, ci rendiamo responsabili di una riduzione delle libertà dei lavoratori. Se questo percorso è chiaro, tutti dobbiamo essere disponibili alle iniziative necessarie».
Resta una domanda. La Cgil farà lo sciopero generale anche da sola? I giornalisti lo chiedono allo stesso Epifani. «A volte uno sciopero è ineluttabile», è la risposta. E, messo alle strette sulla possibilità di uno sciopero senza Cisl e Uil, se la cava così: «Questo lo valuteremo, è una scelta delicata. Noi lavoriamo per un’intesa unitaria». In pratica, la Cgil, se le cose non cambieranno, proporrà agli altri due sindacati la mobilitazione generale. A quel punto, spiega Paolo Nerozzi, che di un Epifani segretario potrebbe diventare il vice, «dovranno essere Cisl e Uil a spiegare perché, se il governo non accoglie le nostre richieste unitarie, loro non scioperano».

Enrico Marro


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Date: 08 Feb, 2002 on 06:44
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