«Le gite scolastiche? Sono inutili»
Sgarbi a «Mondoscuola»: servono solo a sciupare i musei

Le gite scolastiche nelle città d´arte? «Una delle usanze più inutili che esistano, un modo di deportare gli studenti in località dove non andrebbero mai. Sono viaggi che non educano e contribuiscono a danneggiare il patrimonio...». Vittorio Sgarbi non è tipo da giri di parole e, da instancabile viaggiatore per l´Italia, di «orde barbariche» di studenti deve averne viste parecchie. Il più polemico sottosegretario che il ministero dei Beni Culturali abbia mai avuto concede solo un minimo di apertura: «Le gite funzionano in rari casi, in cui la capacità di seduzione del professore è forte. Ma di insegnanti così ce ne sono pochi. Per il resto, le gite sono un modo di evitare le lezioni per masse di studenti intruppati in una litania di spiegazioni, giovani senza motivazioni che affollano insensatamente i musei, quando non rovinano le opere d´arte...». Ma se anche uno solo in mezzo all´«orda» mostrasse un minimo di interesse? «Non esageriamo con l´ottimismo, volete un esempio? Qualche settimana fa ero in un museo di Macerata e vedevo una scolaresca trascinarsi da una stanza all´altra con i paraocchi. Sa quando si sono animati? Quando hanno riconosciuto me...». Inutile far notare che la forza d´impatto visivo di città come Venezia o Firenze è tale da lasciare comunque qualcosa negli occhi e nella mente del più distratto: sempre meglio dell´ignoranza. «Non è vero - dice Sgarbi - meglio l´ignoranza. Dove sta scritto che tutti devono amare il gotico? Se si svegliano bene, sennò che rimangano pure tonti. E magari più felici, che problema c´è?».

r. s.