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Scuola, la riforma realizzata in due anni
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1. Scuola, la riforma realizzata in due anni
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da La Stampa
Domenica, 3 Febbraio 2002

Scuola, la riforma realizzata in due anni
Già dal prossimo anno le iscrizioni potranno essere anticipate

IL PROGETTO DEL CENTRODESTRA

ROMA - E adesso che la riforma c´è, che cosa succede? Due giorni fa il ministro dell´Istruzione Letizia Moratti ha illustrato la legge delega sulla nuova scuola, e già sono cominciate a sorgere le perplessità e gli interrogativi. E´ vero che le ore di lezione saranno di meno? E che i maestri dovranno essere laureati? E chi sta nelle scuole medie già ora deve per forza studiare una seconda lingua? Insomma, le domande sono più numerose dei chiarimenti che l´impianto della riforma ha potuto fornire. Vediamo quindi alcuni di questi quesiti.
PREMESSA. Ciò che il ministro ha presentato non è una riforma in senso proprio, ma una legge delega. In sostanza il governo espone, nei sei articoli di cui il progetto consta, i criteri e gli intendimenti in base ai quali intende riformare la scuola. Stabilisce cioè della riforma solo il quadro generale, senza scendere nei dettagli. Su questo «impianto» chiede al Parlamento una «delega», cioè un´autorizzazione ad emanare norme (detti appunto «decreti delegati») che specificheranno i dettagli e le modalità applicative.
CHE SUCCEDE ORA? Ora, quindi, il ddl Moratti deve essere votato dal Parlamento. Il governo ha una larga maggioranza e quindi è certo che passerà così com´è. Dal giorno in cui la legge viene approvata in maniera definitiva (quindi con voto dei due rami del Parlamento) il governo ha 90 giorni per definire nei dettagli i costi di tutti i provvedimenti e 24 mesi per emanare tutti i decreti attuativi, quelli cioè che stabiliscono - nel dettaglio - l´orario delle lezioni, quali lingue si potranno studiare, come saranno distribuite le materie nazionali e quelle locali, le norme transitorie per chi già è nella scuola, e così via.
ANTICIPI. Il governo ha intenzione di cominciare ad introdurre la riforma già dal prossimo anno scolastico, attraverso alcuni limitati interventi. Uno di questi - fissato all´articolo 6 della legge delega - riguarderà la possibilità per le famiglie che lo desiderino di iscrivere i figli alle materne e alle elementari a due anni e mezzo e a 5 anni e mezzo rispettivamente.
RIDUZIONI PERSONALE. In questi giorni si è parlato anche di riduzione del personale della scuola (8500 cattedre salterebbero da settembre), al che qualcuno ha associato questa riduzione alla riforma. Chiariamo subito: le due cose non sono in relazione. Esistono nella scuola ancora molte cattedre non coperte (150 mila), per le quali si utilizzano docenti precari. Nel 2001 sono entrati in ruolo circa 30 mila docenti e altrettanti vi entreranno nell´anno in corso. Ma queste immissioni non riescono comunque a sanare il precariato né - tanto meno - a ricoprire i vuoti lasciati da chi va in pensione. Quindi la scuola continuerà ad assumere. Però il numero complessivo degli insegnanti si andrà comunque contraendo per due operazioni concomitanti: il decremento della popolazione scolastica e un piano di «ottimizzazione» del personale che il ministro ha in mente per ridurre, nell´arco della legislatura, la spesa per il personale dal 98% all´85% del bilancio dell´Istruzione, e avere così più risorse da investire nella qualità della didattica.
MATERIE. Il monte ore di lezione che i ragazzi avranno sarà lievemente superiore a quello attuale (circa 1200 ore l´anno), ma con una variante: tre quarti di queste ore (che si traducono in 25 ore alla settimana) saranno obbligatorie e costitutive del corso di studi, le altre saranno obbligatorie per la scuola (nel senso che dovrà fornirle) ma non per l´allievo (che deciderà se e quanto seguirle). Inoltre esisterà un piano di studi nazionale valido per tutte le scuole, più una quota (forse il 10% ma non è stato ancora definito) di lezioni che saranno impartite secondo dei piani stabiliti dalle singole Regioni, ma sempre con la vidimazione del ministero. Come tutto questo avverrà, però, è ancora oggetto di studio. Quindi nessuno conosce la risposta nei dettagli.
AUTONOMIA. Un´ulteriore variante sarà l´autonomia delle singole scuole che potranno gestire l´orario delle lezioni come meglio credono. E´ possibile - per esempio - che nell´ambito delle ore facoltative qualche preside voglia incrementare le ore «regionaliste»? Possibile. Ma è presto per porsi il problema, in quanto bisogna definire prima i piani di studio.
COSTI. Nessuna riforma è a costo zero. Di quella attuale, per ora, si conoscono solo i costi relativi all´anticipo delle iscrizioni alla scuola materna ed elementare che, come è detto nell´art. 6 comma 4, saranno di 12 milioni di euro per l´anno in corso, 45 per l´anno venturo e 66 per il 2004. Tutto il resto è da calcolare nei 90 giorni successivi all´approvazione della delega.

Raffaello Masci


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Date: 03 Feb, 2002 on 09:44
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