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E l'opposizione annuncia battaglia
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1. E l'opposizione annuncia battaglia
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da La Repubblica
Sabato, 2 Febbraio 2002

Fassino: discriminazioni sociali. Rutelli: salto all'indietro. Berlinguer: tanto rumore per nulla

E l'opposizione annuncia battaglia

Critiche anche dalle Regioni: si rischia che i programmi non siano omogenei

ROMA — Un salto all'indietro, un ritorno al passato, un rigurgito classista. La riforma della scuola vista da sinistra spicca soprattutto per l'assenza di spirito innovativo. «Il governo ha bloccato le riforme precedenti senza varare un progetto alternativo», accusa il leader dell'Ulivo Francesco Rutelli. E Piero Fassino, segretario Ds, aggiunge: «Si ripropone la spaccatura in due, come prima del 1962, quando c'era la scuola di avviamento professionale che rappresentava una vera e propria discriminazione sociale».
Trent'anni sono passati invano, sostengono un po' tutti nell'opposizione. «Molto rumore per nulla, alla fine la montagna ha partorito il topolino», tuona l'ex ministro della Pubblica istruzione Luigi Berlinguer. «Per fare questo pasticcio bastano due righe: "Si cancellano le riforme dell'Ulivo e si ritorna al ེ"». Non piace soprattutto l'idea di separare istruzione e formazione. Due scuole, per due categorie di studenti: «Una per chi può continuare a studiare e l'altra per l'addestramento al lavoro subito, fin dai 1314 anni», prosegue Berlinguer.
Anche sul tema del federalismo, le critiche si sprecano. E l'insoddisfazione non risparmia neppure i rappresentanti delle regioni. «Si può arrivare a una disomogeneità sul territorio nazionale, il rischio è di regionalizzare i programmi», avverte Adriana Buffardi, coordinatrice degli assessori regionali all'istruzione. Infine c'è la questione della delega. Uno strumento legislativo che strozza il dibattito, dice Franco Giordano di Rifondazione comunista, parlando di «segnale autoritario». Un argomento che fa breccia anche fra i centristi della maggioranza. Luca Volonté capogruppo alla Camera di Ccd e Cdu rivendica sì il merito di aver migliorato il progetto iniziale. Ma poi sottolinea: «Vediamo la delega come un torto fatto al Parlamento». Da Forza Italia arrivano però segnali distensivi: «La discussione — dice Mario Mauro, responsabile per la scuola — sia sottratta a dispute di natura ideologica».
La proposta di Letizia Moratti finisce per dividere anche le parti sociali. Decisamente contro i sindacati, e non solo i confederali, ma anche lo Snals e gli altri autonomi. Favorevole invece Confindustria, soprattutto per l'introduzione degli stage: «È un nuovo modo — commenta il responsabile di settore Guido Maria Barilla — di concepire la cultura e il ruolo formativo dell'impresa».


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Date: 02 Feb, 2002 on 09:09
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