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Cambia la scuola: in classe a cinque anni e mezzo
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1. Cambia la scuola: in classe a cinque anni e mezzo
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da Il Corriere della Sera
Sabato, 2 Febbraio 2002

Cambia la scuola: in classe a cinque anni e mezzo

Sì al piano Moratti: una lingua straniera e computer alle elementari. Previsti stage nelle aziende

ROMA - Il Consiglio dei ministri ha approvato la riforma dell’istruzione del ministro Letizia Moratti. Si tratta di una legge delega in 6 articoli. La riforma partirà a settembre, facendo sentire inizialmente i suoi effetti soltanto nelle elementari, e andrà a regime entro il 2008. Il governo stanzierà per la scuola circa 19 mila miliardi di lire (9 miliardi e 800 milioni di euro) tra il 2003 e il 2007. Alcuni costi sono già quantificati e coperti. Riguardano le voci dell’anticipo delle iscrizioni e della valutazione: 66 milioni di euro nel 2004, cioè a regime. Questi gli aspetti principali del nuovo ordinamento della scuola.

DIRITTI - Scompare l’obbligo scolastico fino al quindicesimo anno di età. La legge parla di «diritto all’istruzione e alla formazione, per almeno 12 anni o, comunque, sino al conseguimento della qualifica entro il diciottesimo anno di età». In sostanza tutti i giovani devono entrare nel mondo del lavoro possedendo almeno il titolo più abbordabile, la qualifica che si raggiunge dopo almeno tre anni di scuola secondaria.

IL NUOVO SISTEMA - Ne fanno parte la scuola materna, di tre anni, il primo ciclo comprendente le elementari di cinque anni e le medie di tre e il secondo ciclo caratterizzato dai licei che durano 5 anni e dall’istruzione e formazione professionale di almeno quattro anni. I licei sono otto: artistico, classico, economico, linguistico, musicale, scientifico, tecnologico e delle scienze umane. Lo schema ricalca quello attuale, salvo l’ingresso nella scuola del sistema della formazione, di competenza regionale, con pari dignità rispetto al sistema dei licei. Sono possibili i passaggi interni e quelli da un sistema all’altro. Per esempio, dopo quattro anni di formazione, frequentando un apposito corso di un anno, realizzato d’intesa con le università, si potrà sostenere l’esame di Stato e iscriversi ad una facoltà. Sempre dopo il quarto anno, raggiunta la qualifica, si può optare per la formazione tecnica superiore, che può durare da uno a tre anni. Viceversa qui il liceale appare svantaggiato: se vuole entrare nella formazione tecnica superiore deve aver superato l’esame di Stato. Dopo i 15 anni sia i diplomi che le qualifiche possono essere conseguiti in alternanza scuola-lavoro o attraverso l’apprendistato.

L’ETA’ - Per garantire un vantaggio con gli altri sistemi educativi europei , la riforma offre la possibilità di iscrivere i bambini alle materne e alle elementari con alcuni mesi di anticipo. Il prossimo anno potranno entrare nella scuola dell’infanzia e nella primaria i bambini che compiono i tre e i sei anni entro il 28 febbraio: il ministro dovrà dunque riaprire le iscrizioni. Entreranno in prima circa 80 mila bambini in più. Il rapporto favorevole tra maestri e bambini dovrebbe garantire il loro ingresso senza difficoltà. Negli anni successivi l’anticipazione delle iscrizioni potrà spingersi fino al 30 aprile.

COSA SI IMPARA - La scuola primaria o elementare è composta da un primo anno e da due bienni. E’ prevista , sin dal primo anno, l’alfabetizzazione in almeno una lingua europea, oltre che nella lingua italiana e nelle tecnologie informatiche. I maestri per garantire l’allargamento della lingua straniera ci sono, dicono al ministero dell’Istruzione. Scompare l’esame di quinta elementare. La scuola media si rafforzerà sotto il profilo delle discipline. E’ prevista una seconda lingua comunitaria obbligatoria e un approfondimento delle tecnologie informatiche. Nei tre anni, che si concluderanno con un esame di Stato, verrà anche progressivamente sviluppata nei ragazzi la capacità di scelta del percorso successivo. Il secondo ciclo deve sviluppare l’autonoma capacità di giudizio e l’esercizio della responsabilità personale e sociale: tra le finalità del licei la riforma introduce una novità, almeno per la tradizione italiana, quella dell’autonomia dello studente, imparare a decidere, a fare con le proprie forze. I programmi di studio prevedono poi una quota, ancora da definire, riservata alle Regioni.

VALUTAZIONE - Il comportamento degli allievi potrebbe rientrare nel sistema dei debiti e crediti. La legge di riforma sembra riproporre la possibilità che le insufficenze gravi nel comportamento possono influire anche sulla carriera scolastica. La valutazione degli allievi da parte dei docenti avverrà per periodi didattici biennali. Avrà effetti pratici solo alle superiori. L’esame di maturità si svolgerà anche sulla base di una prova predisposta dall’Istituto nazionale di valutazione. Una prova nazionale verrà introdotta anche per la terza media.

INSEGNANTI - I docenti torneranno all’universit à per frequentare dei corsi di formazione in servizio. I corsi saranno finalizzati all’assunzione di competenze che serviranno a svolgere varie funzioni all’interno della scuola. Nasceranno le carriere, rivendicate oggi da associazioni professionali, come l’Apef ed altre.

Giulio Benedetti


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Date: 02 Feb, 2002 on 08:10
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