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Scuola, al via i programmi regionali
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1. Scuola, al via i programmi regionali
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da Il Corriere della Sera
Venerdì, 1 Febbraio 2002

Oggi il Consiglio dei ministri decide sulla riforma. Trovato l’accordo sull’inizio delle elementari a 5 anni e mezzo

Scuola, al via i programmi regionali

Una quota dei piani di studio decisa dai «governatori». Berlinguer: è una bomba


ROMA - La riforma della scuola, salvo colpi di scena dell’ultima ora, sarà varata questa mattina dal Consiglio dei ministri. Tra le novità il riconoscimento alle Regioni della facoltà di definire una quota dei piani di studio. Il disegno di legge non specifica le quantità. L’ipotesi che circola è del 5-10% dell’orario obbligatorio, una o due ore a settimana. «Una bomba, se confermata», ha commentato l’ex ministro Luigi Berlinguer. Contemporaneamente alla riunione di Palazzo Chigi, in 50 città gli studenti della Sinistra giovanile (Ds) scenderanno in piazza contro i nuovi cicli dell’istruzione e i tagli di 8.500 cattedre, per lo più incarichi annuali che a settembre non saranno riconfermati.

LE POLEMICHE - I contrasti emersi nel governo l’11 gennaio sono stati superati. Sui banchi di Forza Italia, tuttavia, si avverte una certa amarezza per i risultati dell’estenuante mediazione che ha modificato non pochi contenuti della riforma. Mario Mauro, responsabile scuola del partito, che ha partecipato al complesso lavoro di ricucitura del testo, ha accusato di conservatorismo sia An che il Ccd-Cdu. Nella legge che dovrebbe passare oggi, infatti, mancano alcune delle novità sostenute dal suo partito.
L’accordo raggiunto dovrebbe comunque reggere. Un ulteriore rinvio, infatti, avrebbe il significato di una sconfitta per il ministro dell’Istruzione Letizia Moratti e, quasi certamente, impedirebbe l’avvio, seppure graduale, della riforma dal prossimo anno scolastico. Non è escluso però che la partita sui contenuti della riforma si riapra quando verranno scritti i decreti di attuazione.
«Il testo sulla riforma della scuola non è blindato», ha detto il presidente della commissione Istruzione del Senato, Franco Asciutti.

COSA CAMBIA - An e il Ccd-Cdu sono riusciti a introdurre alcune modifiche. Nella proposta precedente, gli otto anni delle elementari e delle medie erano ripartiti, sotto il profilo didattico, in quattro bienni, con il terzo biennio a cavallo tra la quinta elementare e la prima media. Nel testo che passerà oggi questo raccordo salta. La nuova scansione separa in modo ancora più esplicito i due gradi di istruzione. Novità anche per il quinto anno dei licei. L’ultima stesura precisa che sarà «prioritariamente» destinato all’approfondimento dei programmi. Per quanto riguarda l’iscrizione anticipata alle materne e alle elementari, osteggiata dai centristi, in prima applicazione se ne potranno avvalere i bambini che compiranno i tre e i sei anni entro il 28 febbraio. Successivamente, in base a una valutazione di natura pedagogica e non in modo automatico, l’anticipo potrà essere esteso anche a quelli che compiranno gli anni entro il 30 aprile. Il governo questa volta opterà per lo strumento della legge delega. Entro 24 mesi emanerà i decreti di attuazione. Mentre il ministro entro 90 giorni predisporrà un piano finanziario a sostegno della riforma.

COSA RESTA - Della proposta originaria restano alcuni aspetti innovativi: per esempio la formazione professionale, gestita dalle Regioni, che diventa la seconda gamba della scuola, con pari dignità rispetto ai licei. Sopravvivono le carriere dei docenti, l’alternanza scuola lavoro dopo il quindicesimo anno di età, lo studio obbligatorio di una lingua straniera alle elementari e di lingue straniere alle medie, la laurea specialistica più il tirocinio biennale per diventare insegnanti e il nuovo esame di Stato basato anche su prove predisposte e gestite dall'Istituto nazionale per la valutazione.

Giulio Benedetti


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Date: 01 Feb, 2002 on 07:00
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