L’iniziativa per le «superiori»

«Quotidiano in classe» Da oggi raggiungerà duecentomila studenti

L’Osservatorio è promosso dal Corriere della Sera e dalla Poligrafici editoriale

MILANO - Il progetto del «Quotidiano in classe» si allarga: da oggi raggiungerà 200 mila studenti. L’iniziativa dell’Osservatorio giovani-editori per avvicinare i ragazzi alla lettura dei giornali ha una seconda partenza: alle 7.700 classi che avevano cominciato a lavorare sulle notizie già dallo scorso mese di novembre, si aggiungono ora 2.000 classi sempre delle scuole secondarie superiori, stoppate in prima battuta per esaurimento dei posti disponibili per partecipare al progetto. Il numero dei ragazzi coinvolti, dunque, diventa ancora più significativo: rappresenta il 6,2 per cento della popolazione giovanile italiana compresa fra i 14 e i 18 anni. Queste 2.000 classi, così come le 7.700 precedenti, riceveranno ogni settimana gratis copie del Corriere della Sera e dei quotidiani Il Giorno , La Nazione o Il Resto del Carlino (gruppo Poligrafici editoriale), su cui imbastire una lezione di educazione civica fatta sul campo delle notizie, dei commenti e anche delle polemiche che segnano la vita del Paese. «Un numero importante che ci dà fiducia: questo progetto è destinato ancora a crescere», dice Andrea Ceccherini, 27 anni, presidente dell’Osservatorio promosso da Rizzoli- Corriere della Sera e Poligrafici editoriale (nell’ufficio di presidenza siedono infatti, Cesare Romiti, presidente Rcs Editori, e Andrea Riffeser, vicepresidente Poligrafici).
Ma l’Osservatorio si prepara a percorrere anche un’altra strada per far incontrare gli editori con i lettori più giovani. A maggio si terrà sulle colline senesi di Bagnaia una due giorni di incontri sul giornalismo: editori, amministratori delegati e direttori dei quotidiani italiani da una parte, studenti dall’altra. Un confronto ad armi pari: tanti giornalisti, tanti studenti. «L’obiettivo è cercare di conoscersi tutti un po’ meglio - dice Ceccherini -. Siamo infatti convinti che i giovani che non leggono siano più poveri: di idee, di opportunità, di notizie. Ma anche gli editori che non si fanno leggere dai giovani sono destinati ad inaridire il proprio lavoro». Ci saranno uomini delle istituzioni, rappresentanti dell’opposizione, ospiti stranieri, che racconteranno cosa gli editori fanno per i giovani nei loro Paesi. La partita è aperta: tutti i gruppi editoriali sono invitati. Il confronto partirà da una radiografia accurata dei 200.000 ragazzi in gioco, per spiegare come vedono i quotidiani oggi e come li vorrebbero domani. Gli studenti che non potranno essere presenti seguiranno i lavori dalla propria classe, in diretta su Internet.

Da. Mo.