Tensioni fra cattolici e protestanti a Belfast
La guerra a scuola

di Paolo Passarini

Padre Aidan Troy ha preso la decisione giusta e ieri la Holy Cross è rimasta chiusa. Alle bambine della scuola cattolica è stato così risparmiato di rivivere il terrore di quelle orribili giornate dello scorso settembre, quando erano costrette a raggiungere la scuola tra forche caudine di bulloni, bombe carta e insulti, protette solo dagli impermeabili delle madri.

L’ordalia è infatti ricominciata mercoledì, quando una madre recatasi a recuperare la figlia dopo le lezioni è stata aggredita. Nel giro di poche ore Belfast è ridiventata un campo di battaglia: poliziotti e manifestanti feriti, bombe molotov, auto bruciate, proiettili di plastica. Il solito, purtroppo famigliare, inferno. Tutti vedono quello che sta succedendo.

All’attacco sono i gruppi estremisti unionisti, giovanissimi che talvolta scendono in strada con quello che trovano, martelli, forbici da siepe, assi chiodate. E la ragione di questo è il crescente malessere all’interno della comunità protestante, che si sente penalizzata dagli sviluppi del processo di pace. L’Ira, nonostante qualche apprezzabile passo avanti, è troppo lenta nella distruzione dei suoi arsenali.

I protestanti si sentono presi in giro, mentre i cattolici sembrano aumentare la loro influenza politica. Tutti i sondaggi indicano che il Sinn Fein, l’ala politica dell’Ira, si sta rafforzando. Al di là del confine, la Repubblica d’Irlanda, che continua a godere di una notevole prosperità, ha spiccato il salto verso l’euro e l’Europa.

I repubblicani cattolici nordirlandesi possono permettersi di sognare un futuro, per quanto lontano, con un’Irlanda unita e indipendente. Sono i cattolici che stanno aumentando il loro peso in Irlanda del Nord e i protestanti ne risentono.

Quelli di loro che terrorizzano scuole elementari e medie, attaccano la polizia e vandalizzano la città sono ovviamente degli «scervellati delinquenti», come ha detto il ministro per la sicurezza in Irlanda del Nord. Ma la dinamica degli incidenti dimostra che spesso gli scervellati delinquenti sono provocati.

La decisione stessa dei genitori della Holy Cross di forzare l’ingresso alla scuola sul versante «protestante» del quartiere di Ardoyne piuttosto che usare l’ingresso «cattolico» di Crumlin Road, usando le bambine come affermazione di una volontà politica, è stata comprensibilmente criticata.

I cattolici, in questo momento, hanno forse una responsabilità particolare. Ritardando l’applicazione degli accordi di pace sulla distruzione delle armi, l’Ira mantiene una posizione di sostanziale ambiguità sul terrorismo proprio nel momento del suo massimo vantaggio politico.

È nell’interesse stesso dei repubblicani cattolici comprendere che il mantenimento della prima mette a repentaglio lo sfruttamento del secondo, che può avvenire pienamente solo in un quadro di collaborazione democratica.

E perché la collaborazione democratica sia fattiva è necessario restaurare al più presto un clima di convivenza civile, che naturalmente esclude innanzitutto l’uso dei bambini come bersaglio ma anche come ariete.