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A scuola c’è un’elettronica in gran parte clandestina e sottobanco
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1. A scuola c’è un’elettronica in gran parte clandestina e sottobanco
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da Il Corriere della Sera
Venerdì, 11 Gennaio 2002

A scuola c’è un’elettronica in gran parte clandestina e sottobanco

A scuola c’è un’elettronica in gran parte clandestina e sottobanco. Alla didattica mancano almeno 190 mila computer. Arrivano invece i game-boy privati. A casa i computer ci sono e i genitori li mettono con larghezza nelle mani dei figli. Sono circa due milioni e 500 mila i bambini e i ragazzi fra i 3 e i 14 anni che li hanno in uso. Un bimbo su dieci dai 3 ai 5 anni già clicca. Lasciamo agli studiosi dell’età evolutiva la controversa valutazione sui pregi e i difetti di un’iniziazione così precoce. Stiamo allo scambio diseguale tra le generazioni, allo scambio delle opportunità e delle esperienze. I genitori forniscono denaro, disponibile, ma non danno assistenza, non possono farlo per analfabetismo informatico e mancanza di tempo. Ai piccoli autoeducatori non arrivano così consigli e neppure regole minime per l’uso degli strumenti. Il 50-60% dei genitori è elettronicamente inadeguato al compito. La frontiera corre all’interno della famiglia e favorisce l’esercizio soltanto ludico dello strumento. Sono molto più numerosi i bambini e i ragazzi che con il pc giocano di quelli che ci studiano, il 36% contro il 21%. C’è infine la passione per i videogiochi, che con lo studio non ha alcuno spazio di coabitazione. Fra i 3 e i 5 anni 20 bambini su 100 possiedono un aggeggio elettronico. Con esso i piccolissimi costruiscono una parte notevole della loro personalità e delle loro attitudini. E’ il regno delle animazioni anglo-giapponesi, l’ultimo Natale è stato il boom di Harry Potter, le cui cassette per il game-boy sono diventate subito introvabili.
Sia detto senza moralismo: disastrose sono la disinformazione adulta e l’impotenza scolastica, non l’elettronicizzazione giovanile in se stessa. E’ un’esperienza enorme, ignorarla pedagogicamente è pericoloso. Si moltiplicano i rapporti di tempo (reale) e di spazio (virtuale), cambiano i gradi della concentrazione. Per non dire dei piccoli deliri d’invidia e d’imitazione, di frustrazione e di esaltazione. Sono tutte cose prevedibili e modificabili, tutte in qualche misura disciplinabili e sottoponibili a procedure. Bisogna dare competenza e razionalità alla piccola rivoluzione che ha anche molti lati positivi. Il ritardo del sistema adulto rischia invece di rendersi responsabile di una vera mutazione antropologica, sconosciuta ai grandi.

Gaspare Barbiellini Amidei


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Date: 11 Jan, 2002 on 08:11
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