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Letizia o Mestizia? Il dilemma è sul banco
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da L'Espresso

Scuola
Letizia o Mestizia? Il dilemma è sul banco
Global e no global separati in classe. Su tutto: private, incentivi ai prof, autonomia, curriculum

di Andrea Benvenuti

Contrapposti su tutto. Sulla globalizzazione, i brevetti sui farmaci e gli organismi geneticamente modificati. Sulla riforma dell’Onu, il lavoro minorile e, adesso, anche sulla riforma della scuola. Da un lato, i ragazzi global, quelli che mangiano da Mc Donald’s, vestono Nike e Adidas e non occupano le aule. Dall’altro, i ribelli di Seattle, protestatari, barricaderos e nemici acerrimi della riforma di Letizia Moratti, il ministro imprenditore. Ecco come si dividono sui contenuti degli Stati generali e sulla scuola ai tempi di Internet.

La protesta degli studenti. A cosa servono le occupazioni delle scuole?

Global. Le occupazioni non servono a niente. Distruggono le aule e fanno perdere tempo a chi vuole studiare. Sono un segno di inciviltà compiuto da una minoranza di studenti che si arroga il diritto della rappresentanza.

No global. Tutte le forme di protesta visibili sono legittime. Occupare è un diritto per far sentire la voce di chi si oppone a una riforma della scuola per ricchi. Gli studenti non hanno distrutto le aule e non hanno risposto alle provocazioni di presidi e insegnanti.

La riforma Moratti migliorerà la scuola?

Global. Sbloccherà la scuola dai vincoli di una concezione statalista e ministeriale. È un buon progetto che guarda allo stretto collegamento tra la formazione scolastica e il mercato del lavoro.

No global. Se fosse applicata, distruggerebbe la scuola pubblica come luogo di formazione per tutti. Introdurrebbe il concetto di scuola-azienda che vende lo studio come una merce.

Stipendi degli insegnanti. Aumenti per tutti o solo per merito?

Global. Gli stipendi vanno equiparati alla media di quelli europei, ma l’incentivo va dato soltanto a chi se lo merita.

No global. Le retribuzioni vanno equiparate alla media europea garantendo livelli uguali per tutti. No agli incentivi perché provocherebbero guerre intestine nella categoria degli insegnanti.

Scuola pubblica e scuola privata. Quale parità?

Global. Ogni genitore ha il diritto a far studiare i propri figli dove vuole. Lo Stato deve permettere ai cittadini di scegliere liberamente anche attraverso lo strumento dei buoni-scuola.

No global. La scuola è il luogo di tutti, non di interessi privati. Chi vuole studiare in un istituto privato se lo paga senza alcun aiuto dallo Stato.

Licei e formazione professionale. Cosa serve per trovare lavoro?

Global. La scuola è separata dal mercato del lavoro. Si studia certamente per formarsi come cittadini, ma soprattutto come professionisti. Va accentuato l’indirizzo della scuola professionale e degli istituti tecnico-specializzati.

No global. Pari dignità tra licei e formazione professionale. Il problema non è tanto il tipo di formazione scolastica ma piuttosto la tendenza a flessibilizzare le professionalità e ad abbassare gli standard della qualità del lavoro.

Regionalizzazione dei programmi, presidi manager. Quale autonomia scolastica?

Global. Va mantenuta una cornice nazionale delle materie più importanti ma l’idea guida della nuova scuola è il federalismo, la valorizzazione delle culture regionali e il fabbisogno delle imprese presenti sul territorio.

No global. L’unità dei programmi e delle materie è indiscutibile. Il progetto della Moratti spinge a pericolosi localismi e a una discriminazione sulle assunzioni degli insegnanti.

La scelta a 14 anni. È l’età giusta per sapere cosa fare da grande?

Global. Sì. Il mercato richiede figure professionali specializzate e la scuola deve facilitare un piano di studi costruito sulle singole professioni.

No global. No, la maggior parte dei ragazzi dei primi anni di liceo cambia idea e va garantito il diritto di cambiare idea in qualsiasi momento del percorso formativo. L’età giusta per scegliere è 16 anni.

20.12.2001


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Date: 02 Jan, 2002 on 08:49
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