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Nella cineteca ritrovata c’è il duce come non si fece mai vedere
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1. Nella cineteca ritrovata c’è il duce come non si fece mai vedere
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da Il Messaggero
Sabato 29 Dicembre 2001

Amarcord/Filmati inediti e pubblicazioni dal 1938 al 1974 recuperati nel magazzino di una scuola romana

Nella cineteca ritrovata c’è il duce come non si fece mai vedere

di PIETRO M. TRIVELLI

PER due pavoni come Hitler e Mussolini i flash dei fotografi erano lampi che illuminavano lo sconfinato delirio di potere, di dominio e possesso delle folle. Ma a volte anche loro si rompevano le scatole dei paparazzi di allora e li cacciavano via. Capitò così a Berlino, prima e dopo la storica sigla del Patto d’acciaio (22 maggio 1939), allorché i due dittatori, beati e sorridenti davanti alle macchine fotografiche e alle cineprese, alla fine se ne stufarono e allontanarono gli operatori bruscamente. C’è la prova palese in uno dei tanti e rarissimi documenti filmati recuperati nel magazzino di una scuola romana (la “Niccolò Machiavelli", a San Lorenzo), dove sono rimasti per decenni, dimenticati.

Migliaia di pellicole, documentari e materiale didattico dei primi sperimentali mezzi audiovisivi, per un totale di 12.000 filmati, oltre a centinaia di proiettori e 20.000 pubblicazioni specializzate: ecco la dotazione di quella che fu la Cineteca autonoma per la cinematografia scolastica, attiva per oltre un trentennio, dalla fine degli Anni Trenta, e poi caduta nel dimenticatoio. Fu fondata nel 1938, quando Giuseppe Bottai, “illuminato" ministro dell’istruzione (allora Educazione nazionale), pensò bene di dotare le scuole italiane di proiettori mettendo a disposizione anche un fornitissimo archivio documentaristico, prodotto in parte dalla stessa Cineteca ma per lo più acquisito dall’Istituto Luce e anche all’estero. Pure nella sua seconda fase, dopo la guerra, la Cineteca scolastica mantenne una funzione propagandistica, oltre che didattica, raccogliendo filmati di appoggio politico. Per esempio quello girato nel 1960 con un testimonial d’eccezione: Aldo Fabrizi. Nei panni di un vetturino, all’insegna dello slogan “Er core de Roma", anziché i monumenti storici mostrava ai turisti le opere pubbliche realizzate nella capitale in occasione delle Olimpiadi.

Il recupero di tutto questo materiale (che ora diventa di dominio pubblico) è stato realizzato per iniziativa dell’Assessorato alla cultura della Regione Lazio, in collaborazione con l’Associazione culturale “Cineteca lucana". «Costituirà parte integrante dell’attività dell’Istituto di studi storici europei, istituzione di ricerca e divulgazione storica che avrà qui a Roma la sede principale», spiega Luigi Ciaramelletti, assessore alla Cultura, spettacolo, turismo e sport della Regione Lazio.
Tra le curiosità, tornando al periodo fascista, si può finalmente ammirare Mussolini anche di spalle (lui che non lo consentiva in nessun caso). Sono spezzoni di film di una sua visita a Carbonia, in Sardegna, scartati dal montaggio finale, in cui il duce è ripreso appunto da dietro, in pose poco imperiali. Non meno disinvolto lo si vede in una riunione ministeriale con Leonardo Arpinati, spedito al confino nel 1933, dopo essere stato gerarca e sottosegretario agli Interni. Anche il materiale didattico e divulgativo (che arriva fino al 1974) ha negli Anni Trenta la sua documentazione più numerosa e svariata: risale infatti al tempo in cui l’Istituto Luce produceva due cinegiornali a settimana e ne stampava 5.000 copie ciascuno. Vi ha particolare spicco il film girato nel 1942 a Littoria (come si chiamava allora Latina) per il ventennale della marcia su Roma. Più poetico il documentario Sulle orme di Giacomo Leopardi, ricostruzione storica che anticipa gli sceneggiati televisivi, con personaggi e comparse in costume d’epoca.

Del periodo bellico (che copre ben cento ore di proiezione) sono altrettante rarità le pellicole che documentano gli accorgimenti adottati per preservare i monumenti dalle bombe: a Roma, per esempio, nel 1940, “impacchettati" l’Arco di Costantino e la Colonna Traiana, mentre intorno all’Ara Pacis si ammucchiavano sacchi di sabbia. C’è anche un esempio di precursori dei fumetti e dei cartoni animati all’italiana: per esempio, le “filmine" (circa 20.000) che recano pure la firma di Jacovitti. Nelle cui vignette non c’erano ancora i suoi celebri salami.


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Date: 29 Dec, 2001 on 19:11
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