Domani a Roma anche un "assedio" per contrastare gli Stati generali voluti dal ministro a cui parteciperà Berlusconi

Cortei e disobbedienza i no global contro la Moratti

di ANDREA DI NICOLA

ROMA - Non appena saputo che la Moratti aveva firmato la resa spostando da Foligno a Roma gli Stati Generali della scuola avevano detto: "La inseguiremo dovunque". Detto fatto. Il movimento degli studenti, il "popolo di Genova", i professori diventati "disobbedienti", le mille anime della protesta contro quella che chiamano "la scuola americana" da domani fino a giovedì saranno anch'essi a Roma. Due cortei di cui uno, quello del 20, a cui sono attese diverse decine di migliaia di persone, e atti di "disobbedienza" faranno sentire la voce dei contestatori.

Il programma degli Stati generali è definito. Si aprirà domani alle 9,15 con il saluto della Moratti ai mille 300 invitati mentre il 20 ci sarà l'illustrazione della bozza di riforma della bozza Bertagna e una tavola rotonda con i ministri Enrico La Loggia, Roberto Maroni, Antonio Marzano e i rappresentanti degli enti locali. Il convegno sarà chiuso dal ministro della Pubblica Istruzione e dal presidente del Consiglio SIlvio Berlusconi.

Sul fronte dei contestatori, invece, oggi nella capitale una riunione e alcuni incontri con la questura serviranno a fare chiarezza sulle modalità della protesta contro lo show del ministro al palazzo dei congressi. Di certo c'è che il percorso di un corteo che domani partirà da piazza Esedra per raggiungere piazza Santi Apostoli è stato autorizzato dalla questura, anche se una parte del movimento vuole, arrivati al Colosseo, comunque tentare di arrivare all'Eur magari in metropolitana.

Il problema per i manifestanti e che si ripropone ad ogni appuntamento è tenere insieme le diverse anime di un movimento sempre più variegato che sulla questione della scuola ha visto coinvolte anche le organizzazioni della sinistra riformista.

Gli "studenti disobbedienti", emanazione diretta del movimento no global, non sarebbero contrari ad azioni di disturbo al momento dell'inaugurazione della kermesse allestita dai vertici di viale Trastevere e a portare la voce della contestazione fino all'Eur ma senza rompere con i nuovi "compagni di strada", i giovani Ds e dell'Unione degli studenti.

Oggi, dunque, si capirà quali forme prenderà "l'assedio" annunciato della Moratti e soprattutto quanto sarà vicino alla sede degli Stati Generali. L'unico che in un primo momento aveva dato un appuntamento diretto davanti al palazzo dei congressi per le nove di domani mattina, al momento, è Pietro Bernocchi dei Cobas.

E' evidente che da quanto sarà stretto "l'assedio" dipenderà l'esito delle manifestazioni. I cortei controllati a distanza, è dimostrato, vanno avanti senza problemi. Ma le cronache dicono che se c'è un limite invalicabile e presidiato scoppiano gli scontri. Come ha detto Luca Casarini: "Se la logica delle zone rosse è quella di non farci parlare molti vorranno disobbedire". Il problema è vedere che strada si sceglierà per giovedì: corteo in centro come dicono le parti più moderate o manifestazione all'Eur sotto le finestre del Palacongressi? E i Giovani comunisti mettono le mani avanti: "La polizia venga in piazza disarmata". Le stesse parole risuonate prima di Genova.

(18 dicembre 2001)