Polemiche negli Stati Uniti: violata la privacy
Microsoft lancia la «tv spiona» Registra i gusti degli spettatori

DAL NOSTRO INVIATO
WASHINGTON - Un po’ come cantava Leopardi: la gente che «mira ed è mirata, e in cor s’allegra». Certo si riferiva ad altro, il grande poeta. Ma è proprio questo, che sta per accadere allo spettatore del ventunesimo secolo: seduto davanti alla nuova Tv interattiva della Microsoft, potrà dire appunto che «mira ed è mirato», non da altre persone ma dallo stesso televisore che grazie a un sofisticato programma di software registrerà i suoi gusti, le sue abitudini; quali trasmissioni quel signore guarderà, a che ora e per quanto tempo le guarderà, quali telegiornali di questa o quella linea politica, quali film romantici o di avventura o magari di schietta pornografia, che tipo di spot pubblicitari e di quali aziende, insomma tutto. E dirà anche che «in cor s’allegra» o forse no, lo spettatore: dipenderà da quanto sarà geloso della sua privacy.
La televisione «spiona», che ti guarda se la guardi, è uno scenario futuro ma non certo lontano nel tempo. Ieri, il Wall Street Journal ha dato per imminente - questione di poche ore - l’annuncio della Microsoft, che si sarebbe già assicurata la licenza di produrre il nuovo software inventato da un’azienda specializzata, la Predictive Networks Inc. Il programmino, definito profiling software proprio perché incaricato di tracciare il profilo di ogni spettatore, sarà inserito in una cassetta o scatoletta annessa al televisore interattivo, l’apparecchio che già oggi consente di navigare su Internet, di misurarsi con i videogames, di votare nei sondaggi, di selezionare e ordinare all’istante i programmi desiderati e di levarsi altri sfizi. Sia la Microsoft che la Predictive avrebbero già promesso che nomi e indirizzi degli spettatori non verranno memorizzati, o immessi in computer centralizzati: serviranno, si assicura, solo agli investitori pubblicitari, che potranno calibrare meglio i loro spot sui gusti del pubblico. Promesse troppo vaghe, dicono i difensori del diritto alla privacy , che sono in allarme e già levano le prime proteste. Ma forse esagerano e quello che ha scritto il Wall Street Journal non è poi molto preciso: così almeno spiega al Corriere Betsy Kosheff, una dei progettisti della Predictive, dalla sua sede di Cambridge, Massachusetts, a pochi passi dall’università di Harvard. «Intanto - dice - dovremmo essere sul mercato con il nuovo software solo in primavera. Ci sarà tempo per discutere, studiare protezioni e garanzie. Com’è logico che sia: noi abbiamo già un comitato di esperti sulla privacy, non pagati da noi, che ci consiglia. E poi non abbiamo ancora concluso la trattativa sulla licenza: l’altra grande azienda in lizza, la OpenTV, ha già 220 milioni di televisori interattivi piazzati nelle case...». Che avranno un gran da fare: «Il nostro programma si basa su 120 criteri diversi di profiling - spiega ancora Betty Kosheff - e copre qualsiasi informazione: il tipo di programma scelto, la durata dell’ascolto, il tasso di "fedeltà" o di preferenza. Si può così sapere se in casa ci sono bambini o no, qual è il reddito medio della famiglia, come passa il suo tempo libero, quali sono i suoi interessi culturali. Troppo? Non credo. Ma i nomi resteranno segreti. E poi ogni spettatore avrà la scelta opt in, opt out . Potrà cioè decidere quando staccare il software e sottrarsi alla "sorveglianza". State tutti tranquilli, please ».

Luigi Offeddu