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Un neonato su tre senza identità
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da Il Corriere della Sera
Martedì, 20 Novembre 2001

Rapporto Onu sull’infanzia: fame, sfruttamento al lavoro, istruzione negata

Un neonato su tre senza identità

In 40 milioni sconosciuti all’anagrafe, trecentomila i bimbi soldati


ROMA - E’ un bimbo su tre che arriva al mondo di nascosto. Quaranta milioni, in numeri assoluti, i neonati che non vengono registrati in alcuna anagrafe. Non avranno mai diritti. E nessuno lo saprà mai. Sappiamo invece che per centinaia di milioni di bambini nel mondo la Carta dei diritti dell’infanzia dell’Onu è soltanto carta straccia. Perché sono costretti a lavorare a 5 anni. A combattere a 10. A morire di fame senza aver mai messo piede in una scuola. Senza aver mai conosciuto la mamma. Non è un bel compleanno quello che si celebra oggi per i dodici anni della Carta dell’infanzia dell’Onu con il consueto rapporto annuale. «I suoi obiettivi erano tutti nobili e condivisibili, ma quasi nessuno è stato raggiunto», ha scritto in una lettera il premier Silvio Berlusconi, le sue parole lette ieri dal ministro del Welfare Roberto Maroni, lì nella sala della Regina a Montecitorio, piena da non entrare, affollata anche di studenti per il convegno organizzato dalla Commissione bicamerale dell’infanzia «Il diritto di crescere, un dovere per tutti», un titolo che è un monito, uno schiaffo per le nostre coscienze.


UN VALORE - «Il bambino, un valore». Lo ha detto il presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, nel suo messaggio dove ha ricordato la drammatica realtà dei conflitti e ha esortato «a promuovere una cultura dell’informazione che possa rendere effettivi i diritti riconosciuti nella convenzione dell’Onu, perché solo ponendo al centro delle politiche sociali il bambino come valore e non come oggetto riusciremo a contrastare i gravissimi fenomeni di abuso, di violenza, di sfruttamento ancora presenti in molti paesi».


LA VERGOGNA - E’ stato il presidente del Senato Marcello Pera a ricordare i numeri della vergogna mondiale, le cifre dell’Onu che segnalano 250 milioni di bambini (sotto i 14 anni) costretti a lavorare, 113 che non conoscono e non conosceranno mai le aule di una scuola, 300 mila piccoli soldati in guerra, 11 milioni che muoiono di fame o di malattie che da noi sarebbero facilmente curabili. «Dobbiamo esportare i diritti come fossero merci per includere nella civiltà i bambini che oggi ne sono esclusi», ha esortato Pera.

L’OCCIDENTE - Ci sono 150 milioni di bambini che nel mondo vivono in strada, un terzo in India. Venti milioni quelli profughi. Diritti violati, sui quali «il governo italiano ritiene che siano i paesi più industrializzati a dover intervenire», le parole di Berlusconi. Che ha ricordato «la strategia delineata durante il G8 a Genova, affinché i bambini dell’Asia, dell’Africa e delle zone più disagiate del Sud America possano crescere nella prosperità».


IL PIANO - Lo ha annunciato il mini stro dell’Istruzione, Letizia Moratti, spiegando che il suo dicastero insieme a quello della Sanità e del Welfare sta lavorando ad un progetto per prevenire il disagio dei nostri bambini, ponendo la scuola come punto di riferimento centrale. Ed è nella scuola che il ministro Moratti ha anche intenzione di mettere in atto forti interventi di moralizzazione: una battaglia contro la pedofilia e lo spaccio di droga.


SOLI - Il presidente della Camera Pierferdinando Casini ha lanciato un grande richiamo alle famiglie, perché riacquistino la propria vocazione educativa: «Oggi i nostri bambini sono troppo spesso soli. Sono troppo spesso privi di modelli e figure educative autorevoli. Sperduti di fronte alla straordinaria pluralità, e spesso alla superficialità, dei messaggi che ricevono e assimilano senza la mediazione di un adulto».

Alessandra Arachi
aarachi@corriere.it


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Date: 20 Nov, 2001 on 18:20
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