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E in tre mesi «Lady giustizia» trovò il compromesso
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1. E in tre mesi «Lady giustizia» trovò il compromesso
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da Il Corriere della Sera
Venerdì, 2 Novembre 2001

IL GIUDICE KOLLAR-KOTELLY

E in tre mesi «Lady giustizia» trovò il compromesso

Quell’ultimatum alle parti dopo l’11 settembre: «Avete l’obbligo morale di risolvere la questione»


DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
WASHINGTON - Dopo tre anni, è l’ora della pace tra la Microsoft e il ministero della Giustizia: lo hanno annunciato ieri le due parti, a poche ore dalla scadenza dell’ultimatum, oggi, dato loro dal giudice Colleen Kollar-Kotelly. Non è certo che il caso venga definitivamente risolto entro stanotte con un accordo anche con i diciotto Stati che hanno querelato la compagnia di Bill Gates. Mentre Gates e il ministero hanno trovato un compromesso, gli Stati insistono sul fatto che la Microsoft non possa integrare alcuni servizi nel nuovo sistema Windows, come invece ha fatto. E senza il loro "placet", la causa non si chiuderebbe: a marzo tutti dovrebbero ritornare in tribunale. Ma se all’ultimo istante tutti sigleranno l’intesa, il merito andrà soprattutto al giudice, una donna su cui sono puntati i riflettori dell’industria e della finanza Usa. «È vero» ha osservato il politologo Larry Sabato «che per questioni ideologiche l’amministrazione Bush è più morbida di quella Clinton nei confronti del capitale. Ma senza Colleen, non si sarebbe delineato alcun accordo».
La Kollar-Kotelly (il primo è il suo cognome, il secondo è quello del marito John, un noto avvocato di Washington) dette l’ultimatum a Gates e al ministero il 28 settembre, due settimane dopo le stragi delle Torri gemelle e del Pentagono. «Alla luce di queste tragedie» li ammonì «avete un obbligo morale di trovare un compromesso. Altrimenti ci rivedremo in aula a marzo». Gates, che conosce il giudice, ne recepì il messaggio: in base all’intesa con il ministero, la Microsoft concederebbe ai costruttori di computer di poter installare altri "software" oltre al suo, fornirebbe accesso ad alcuni dei suoi famosi codici segreti alla concorrenza, e adotterebbe altre misure. Eviterebbe così provvedimenti altrettanto drastici della spartizione per violazione delle leggi Antitrust raccomandata a primavera dal predecessore della Kollar-Kotelly, il combattivo giudice Thomas Penfield Jackson, poi sconfessato a giugno dalla Corte d’appello.
Qualsiasi cosa accada oggi, afferma Sabato, «per Colleen è un successo». Il suo nome fu estratto a sorte dalla rosa dei giudici di Washington ad agosto, e quasi nessuno immaginava che in tre mesi sarebbe riuscita a riavviare il dialogo tra Gates e il ministero. Sabato, che ne ha seguito la carriera, è uno dei pochi che non ne è sorpreso. La considera uno dei magistrati meglio informati e più onesti degli Stati uniti. Colleen, riferisce, ha impressionato le due parti con la sua condotta. Ha venduto tutti i titoli tecnologici che possedeva, di società amiche e nemiche della Microsoft, per un valore di oltre 300 milioni di lire, rimettendoci parecchio, per essere al di sopra di ogni sospetto. Ha letto tutti gli atti dei processi. Ha imposto orari rigidi: «Se dico le 9,30, sono le 9,30 non le 9,31». La carriera di "Lady giustizia", come la chiamano a Washington per la sua età, 58 anni, e per la sua signorilità, incominciò alla Corte suprema come impiegata, e proseguì al ministero come legale nel ’73.
Colleen è nata a New York, è figlia di una pittrice e un ingegnere, si è laureata all’Università cattolica della capitale prima in letteratura poi in legge. Per oltre un decennio, fu l’avvocato dell’Ospedale Elizabeth, il manicomio criminale che ospita John Hinckley, l’autore dell’attentato dell’81 al presidente Ronald Reagan. Assegnata alla Corte superiore di Washington nell’85, venne nominata giudice del Tribunale federale da Bill Clinton nel ’94. In quella carica, si è distinta per la sua umanità. In tribunale è nota per la sua eleganza: si presenta coi capelli biondi nelle acconciature alla moda, e si veste dai migliori sarti cittadini. Della vita privata dei coniugi Kotelly si sa poco. Sebbene ricchi - il loro patrimonio supera i dieci miliardi di lire - non fanno parte del jet set. Lui colleziona libri antichi, lei quadri e figurine di cristallo. La dicono una buona cuoca, con un debole per i piatti italiani, soprattutto gli spaghetti.

Ennio Caretto


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Date: 02 Nov, 2001 on 07:26
E in tre mesi «Lady giustizia» trovò il compromesso
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