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Complesso di Edipo in casa Freud
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1. Complesso di Edipo in casa Freud
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da Il Corriere della Sera
Mercoledì, 31 Ottobre 2001

ELZEVIRO Sigmund visto dal figlio
Complesso di Edipo in casa Freud

di SILVIA VEGETTI-FINZI


Molte buone ragioni rendono meritoria la pubblicazione di un altro libro sulla vita di Sigmund Freud, dopo quelli dell’allievo Ernst Jones e del medico curante Max Schur, per ricordare soltanto i più noti. Innanzitutto il nome dell’autore: Martin Freud, primogenito dei sei figli del grande Sigmund. Una posizione cruciale per osservare la figura paterna con sguardo al tempo stesso affettuoso e critico, secondo l’inevitabile ambivalenza del conflitto edipico. Inoltre il libro di Martin Freud ( Mio padre Sigmund Freud , a cura di Francesco Marchioro, Il Sommolago/tel 0464.510396, pagine 207, lire 30.000, 15,49) si legge come un romanzo, una cronaca ravvicinata, attenta alle atmosfere quotidiane, alle piccole cose che conferiscono identità alla famiglia e specificità a ciascuno dei suoi membri. Il ricordo è scandito lungo il calendario delle villeggiature, i mesi estivi durante i quali la famiglia si ritrova intorno alla forte presenza del padre. Come molti professionisti attuali, Freud lavora sedici-diciotto ore al giorno, tuttavia non si può dire sia un genitore assente perché la madre ne fa il perno della famiglia, un punto di riferimento simbolico che si concretizza proprio durante la lunga villeggiatura estiva. Ogni anno la scelta della località è un rito amministrato da Freud stesso che prevede la conoscenza del territorio, la selezione degli alberghi, la valutazione dei residenti, l’affinità con i villeggianti.
In quei giorni Freud guida, senza alcuna pedanteria, la sua piccola truppa a conoscere i fiori, i frutti, l’acqua, la neve, i sentieri e le vette dei monti. Come un metaforico itinerario di formazione, offre ai ragazzi l’opportunità di dimostrarsi forti, prudenti e coraggiosi. Martin ci racconta con la semplicità dei ricordi infantili come affrontò e vinse, attraverso la soluzione di problemi concreti, la paura, la solitudine, la vergogna, la curiosità sessuale, l’aggressività dei coetanei, il timore di essere trascurato e incompreso dai genitori. Le sue parole riportano alla luce un mondo ormai lontano dove, sotto le solide parvenze dell’impero asburgico, si andavano delineando le crepe che lo avrebbero inesorabilmente disgregato.
Agli occhi del piccolo Martin l’inquietudine nasce dal serpeggiante antisemitismo, un’ostilità cieca, incomprensibile, che giunge a turbare persino le loro innocue imprese di pesca. Si susseguono così, sull’onda della nostalgia, teneri ricordi di soggiorni presso il lago di Königsee e poi a Lavarone, presso l’Hotel du Lac, all’Hotel Post di Collalbo, sull’altopiano del Renon, e a Riva del Garda. Luoghi resi ormai celebri in tutto il mondo dall’appassionata rievocazione e dalle annuali celebrazioni organizzate, con altri, dallo storico della psicoanalisi Francesco Marchioro, curatore attento di queste struggenti memorie filiali, ampiamente corredate da note, cartoline e fotografie storiche spesso inconsuete.
«Mentre crescevamo - annota Martin Freud - le vacanze estive diventavano sempre più brevi... Tuttavia le persone che ripensano alla giovinezza potranno trovarsi d’accordo con me nel paragonare le vacanze alle cime delle montagne d’occidente: il bagliore del sole vi rimane a lungo anche quando la pianura della vita quotidiana è già immersa nell’ombra e nell’oscurità».
L’ombra della pianura sarà poi la guerra, l’occupazione tedesca, la perdita dei beni, la chiusura della casa editrice Verlag, la morte in campo di sterminio di quattro sorelle di Freud. Ma come accade nei periodi più tragici della storia, accanto a comparse avide e meschine si ergono figure luminose come Marie Bonaparte, moglie del principe Giorgio di Grecia e Danimarca che riuscì, utilizzando il potere e la ricchezza del suo rango, a portare in salvo il Maestro e la sua famiglia a Londra, dove Freud morirà, il 23 settembre 1939, «circondato, come scrive Ernst Jones, da ogni amorosa cura e tanto affetto in una terra che gli ha dimostrato più cortesia e tributato più stima e onore del suo stesso Paese... in una terra che ch’egli stimava sopra ogni altra».


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Date: 31 Oct, 2001 on 08:21
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