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La Moratti non parla, ma neppure ascolta
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1. La Moratti non parla, ma neppure ascolta
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da La Nuova Sardegna
Martedì, 30 Ottobre 2001

L'INTERVENTO
La Moratti non parla, ma neppure ascolta


Le verità non dette durante la visita in Sardegna della ministra Letizia Moratti alla scuola sarda, la nostra è la regione con il più alto tasso di abbandono scolastico, con strutture spesso fatiscenti e non a norma, con edifici privi di biblioteche, di mense, di laboratori, di palestre funzionanti, con una percentuale altissima di studenti pendolari che soffrono di disagi di un pessimo trasporto pubblico. E' una scuola dove mancano i docenti di sostegno perchè mancano le risorse economiche per nominarli, cosa che lede il diritto allo studio per molti studenti disabili; è una scuola per la quale la direzione regionale ha taglito gli organici ed ha tolto finanziamenti ai progetti contro la dispersione scolastica.
E' una scuola dove non è vero che il primo giorno tutti i docenti erano in cattedra, lo sanno bene quelle classi rimaste per settimane senza insegnanti: lo sforzo dei lavoratori del provveditorato per tagliare il traguardo del 31 agosto si è tradotto in caos, in confusione e in arbitrio, tanto che in alcuni casi le nomine sono state rifatte a settembre inoltrato.
E' una scuola che non ha saputo stilare le graduatorie d'istituto, che servono perchè i dirigenti scolastici possano nominare i docenti sulle cattedre senza titolare, e questo ha fatto cambiare più di un insegnante alla stessa classe. E' una scuola che vive la lacerazione di un rapporto sempre più conflittuale tra docenti e dirigenti scolastici e che sembra aver trovato negli insegnanti il suo peggiore nemico, sui quali riversa un livore mai sentito prima. Sono temi che toccano la pelle viva di chi a scuola ci va tutti i giorni, per lavoro e per studio. Se la Moratti avesse ascoltato le voci della scuola, avrebbe sentito tutto questo. Invece non ha ascoltato, ma non ha neppure parlato, sebbene avesse un programma sulla scuola da presentare.
Noi lo abbiamo letto dal sito del ministero, non ci è piaciuto e lo abbiamo trovato minaccioso per l'integrità della scuola pubblica, che rischia lo sfacelo a beneficio dell'istruzione privata. Per la nostra ministra la scuola pubblica italiana è obsoleta, costa troppo, non serve, i docenti sono troppi, e soprattutto è interamente slegata dal mondro produttivo. La scuola, secondo Moratti, «deve impostare i propri programmi sulla base delle esigenze del mercato», cioè essere flessibile e indirizzare gli studenti verso il settore di produzione più bisognoso di energie umane.
Tutto questo si tradurrà nella facilitazione dei corsi di studio che porta con sè differenziazioni sociali, perchè gli studenti più deboli e più fragili saranno spinti a scegliere le scuole di ammaestramento professionale, mentre quelli più forti e con un background familiare più solido, opteranno per una formazione più articolata. A tutti, comunque, sarà interdetta una educazione all'attività critica.
L'interesse della Moratti è uno Stato che liberi risorse economiche per fornire alla imprese private i lavoratori, i tecnici e i dirigenti di cui hanno bisogno, con le conoscenze, le capacità e le competenze da loro richieste. Secondo noi invece la scuola deve porsi come obiettivo quello della formazione della persona e del cittadino, cioè dell'individuo nella sua dimensione pubblica e privata. Una persona che sia consapevole del patrimonio di civiltà di cui fa uso, e che sappia usare conoscenze, capacità e competenze per arricchire questo patrimonio. Continuiamo a credere che l'educazione sia un mezzo fondamentale per la trasformazione della società, e che la scuola debba continuare a svolgere il suo ruolo educativo. Una scuola pubblica di uguali, plurale e pluralista che liberi creatività e formi persone capaci di scegliere e indirizzare autonomamente il proprio futuro.

Cesp-Cobas Cagliari
Per il centro Studi Scuola pubblica
Silvia Martelli


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Date: 30 Oct, 2001 on 21:45
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