I GENITORI CONTESTANO UN´INSEGNANTE DI LA SPEZIA
Musulmano in aula

LA SPEZIA Per favorire l´integrazione in classe di un nuovo allievo musulmano la professoressa di lettere di una prima media ha staccato dalla parete il crocefisso; un gesto che ha provocato molte proteste dei genitori degli altri ragazzi. È accaduto ieri nella scuola media Cervi, nel quartiere periferico Melara della Spezia. «Farò accertamenti - ha detto la preside, Gabriella Tartarini, sommersa dalle telefonate di protesta dei genitori - se davvero l´insegnante si è comportata così ha sbagliato. Decisioni del genere spettano agli organi collegiali». La tolleranza - ha osservato - è importante, «ma neppure è giusto che i cristiani debbano rinunciare alla propria identità». La bufera è scoppiata quando in una prima della scuola media Cervi è arrivato il ragazzino musulmano, appartenente a una famiglia di nomadi che si era accampata nella zona. È questa la ragione per cui il ragazzo si è presentato ieri per il suo primo giorno di scuola. Secondo quanto hanno riferito alcuni genitori dei 29 studenti della classe, l´insegnante di Lettere ha staccato dalla parete il crocefisso, spiegando che la tolleranza deve essere un valore guida nelle società multietniche. Tra i genitori anche un agente di polizia che, saputo dell´episodio, lo ha reso noto ai giornalisti. Le proteste si sono susseguite nel pomeriggio e sono giunte alla preside che, ignara del fatto, ha promesso di andare a fondo. La storia ha fatto tornare alla mente un episodio di un paio di anni che suscitò clamore alla Spezia. Un bambino musulmano nella scuola elementare di piazza Verdi si rifiutava di obbedire alla maestra perché gli insegnanti musulmani del suo paese sono solo maschi. Il direttore della scuola fu costretto a incaricare un obiettore di coscienza di «tradurre» le disposizioni della maestra in modo che il bambino potesse obbedire. Per l´ex ministro per la Solidarietà sociale, Livia Turco, il comportamento dell´insegnante è stato «eccessivo ma nasce da una giusta preoccupazione: l´insegnante si è interessata di come rendere ospitale l´entrata in aula dello studente ma ha ecceduto perché non credo che questa debba andare a scapito della nostra religione, della nostra cultura, delle nostre regole». Di parere diverso l´antropologa Ida Magli. Per lei l´insegnante «ha sbagliato. Primo perchè non è lei la proprietaria degli oggetti della scuola; secondo, di solito sono le minoranze ad adattarsi alle maggioranze. Se proprio riteneva di prendere qualche decisione avrebbe dovuto parlarne in riunione col preside».

r. cri.