Prima Pagina
Reg. Tribunale Lecce n. 662 del 01.07.1997
- ISSN 1973-252X
Direttore responsabile: Dario Cillo


Edscuola Board
Edscuola Board Discussion Forum.
Index / Educazione&Scuola© - Archivio Rassegne / Educazione&Scuola© - Rassegna Stampa (Archivio 2)
author message
Generazione happy bimbo?
Post a new topic Reply to this Topic Printable Version of this Topic
edscuola
Administrator
in Educazione&Scuola

View this member's profile
posts: 13944
since: 23 May, 2001
1. Generazione happy bimbo?
Reply to this topic with quote Modify your message
da Avvenire
Giovedi 25 Ottobre 2001

INTERVISTA La denuncia di Roberto Volpi: troppi allarmismi sull'infanzia

Generazione happy bimbo?

«Le cattive notizie sui più piccoli sono ingrandite, le buone ignorate»
«Il tasso di mortalità violenta si è ridotto nei decenni»
Andrea Fagioli


FIRENZE. La sera del 21 febbraio 2001 rimarrà impressa nella mente di molti. È la sera in cui a Novi Ligure vengono assassinati in modo selvaggio, a colpi di coltello, una madre di 45 anni e un bambino di 12. Ma se il particolare dei delitti, sia pure agghiacciante, fosse solo quello delle coltellate inflitte ai poveri corpi, anche il ricordo di questa tragedia finirebbe per trascolorare e svanire. Invece, il particolare che fa della strage di Novi Ligure uno di quegli episodi capaci di resistere al tempo è che a compiere la mattanza sono stati due adolescenti, due ragazzi, bambini fino a qualche mese prima. Bambini che hanno avuto tutto. Troppo. E troppo facilmente. Bambini cresciuti attorniati da adulti premurosi. Bambini allevati nei servizi socio-educativi. Bambini presi per mano e mai lasciati liberi di fare con le proprie mani. Bambini sballottati tra la scuola e il corso di danza o di pianoforte o d'inglese, tra la scuola e la palestra, tra la scuola e la piscina. Una generazione di bambini cresciuti in questo modo è ora una generazione di adolescenti, che non sembra stia dando gran prova di sé.
A pensarla così è Roberto Volpi, 55 anni, padre di tre figli, statistico ed esperto di sistemi informativi, consulente dell'Istituto degli Innocenti e del Comune di Firenze sui temi dell'informazione in ambito sociale e sanitario, che in un volume della Nuova Italia (pagine178, lire 24 mila) fresco di stampa ha denunciato I bambini inventati, ossia «La drammatizzazione della condizione infantile oggi in Italia».
Professor Volpi, dunque l'immagine che noi abbiamo dell'infanzia non corrisponde alla realtà. Lei ne è convinto e pure documentato?
«Io sono uno statistico, lavoro sui dati e mi occupo di questa tematica da un bel po' d'anni. Il primo paradosso è questo: ogni cattiva notizia proveniente dal mondo dei bambini viene amplificata a dismisura, mentre le buone notizie vengono sistematicamente ignorate. Ogni tanto mi telefonano dei giornalisti, ma quando si accorgono che non c'è "carne da mordere" non ne fanno di nulla. Prendiamo ad esempio l'indicatore più importante e significativo: quello della mortalità violenta dei bambini. Il tasso di mortalità violenta dei bambini italiani si è ridotto di due terzi negli ultimi trent'anni».
Lei cita il caso di notiziari e talk show in cui più volte è stata data la notizia che ogni anno in Italia scompaiono migliaia e migliaia di bambini…
«È una vera e propria leggenda metropolitana. Nessuno si è mai preoccupato di verificarne l'attendibilità. I bambini che scompaiono sono pochissimi. Più in generale sulla condizione dei bambini oggi in Italia circolano sciocchezze, esagerazioni e veri e propri falsi. Ma non solo nel mondo dell'informazione: pure in quello cosiddetto scientifico».
Lei se la prende anche con la Cgil sulle stime del lavoro minorile in Italia, ma soprattutto se la prende con Telefono Azzurro...
«Di Telefono Azzurro, francamente, ho scritto molto meno di quello che penso. L'immagine drammatizzante dei bambini italiani discende in buona parte proprio da Telefono Azzurro. Da un'attenta analisi dei dati che questa organizzazione fornisce (con sospetta parsimonia), si ricavano conclusioni esattamente all'opposto da quelle che ricavano loro. Inoltre, ho segnalazioni in quantità di bambini che chiamano Telefono Azzurro per scherzo o perché il padre ha nascosto al bambino la cioccolata perché obeso o cose del genere. Tante segnalazioni mi vengono direttamente dai pediatri. Insomma, le cifre di Telefono Azzurro non quadrano, comunque si rivoltino non quadrano».
Nella sua stessa direzione, se vogliamo controcorrente, va anche la recente relazione sulla condizione dell'infanzia e dell'adolescenza in Italia, che a partire dal titolo («Non solo sfruttati o violenti») vuole sottolineare che la rappresentazione corrente nel nostro Paese di un'infanzia in gravi difficoltà non è esatta e non trova riscontro né nei dati statistici, né nell'esperienza comune. Allora, di chi è la colpa di quest'immagine distorta?
«Il fatto che i bambini siano considerati sempre a rischio, sottoposti a maltrattamenti, sempre con sul capo nuovi pericoli all'orizzonte è perché quello dei bambini è un affare sul quale vivono in tanti, sul quale si sono sviluppate tante professioni».
Ma i "tanti" chi sono?
«I tanti sono i mass media, ma sono anche le tante professioni, le tante specialità. Pensi che una delle notizie più incredibili che circolano sui bambini è quella che riguarda i disturbi mentali. Si dice che ne soffra un bambino su cinque. Il che non è vero. Ma dal momento che lo si dice, si pensa e si crede che le dimensioni del fenomeno siano tali da avvertire la necessità di creare servizi, quindi si stimola una domanda».
Nel suo studio, più volte, lei parla di "istituzionalizzazione dell'infanzia". Che significa?
«Significa che dalla familiarizzazione dell'infanzia (il bambino che apparteneva alla famiglia), si è passati ad una richiesta sempre più pressante di servizi per i propri figli, a vari livelli, che prefigurano una istituzionalizzazione vera e propria».
Quindi, i bambini, più che essere cresciuti dalla famiglia sono cresciuti dalle "istituzioni".
«Ma non solo: si pretende che i servizi non sbaglino, azzerino ogni rischio per i bambini».
Da qui la conseguenza di bambini troppo protetti.
«Io ho due figli di 28 e di 26 anni che a suo tempo, nonostante io sia laico, sono andati alle materne dalle suore e sono stati benissimo. Venivano accompagnati a casa con il pulmino da un sacerdote un po' anziano e un paio di volte sono finiti fuoristrada, ma nessuno si è mai sognato di dire: "Don Primo (si chiamava così) che fa?". Adesso ho una bambina piccola, nata una ventina d'anni dopo gli altri, il clima è totalmente cambiato, è assurdamente cambiato. La bambina è iperguardata dai servizi pubblici, ma nessuno le insegna un gioco. La mia bambina oggi è molto meno bambina dei miei primi due bambini».
Ma le colpe in primo luogo ricadono sui genitori?
«Sì, i genitori sono sempre lì, apprensivi come non mai. A Reggio Emilia, ad esempio, esisteva un progetto denominato "Happy children" che prevedeva l'installazione di una web camera che riprendesse i bambini momento per momento cosicché i genitori, collegandosi via Internet, potessero letteralmente seguirli da casa in una sorta di "grande fratello". Eppure, una visione più serena dell'infanzia, più sdrammatizzata, più aperta consentirebbe tra l'altro di fare qualche figlio in più. Questo clima, infatti, non aiuta a fare figli. Gli adolescenti di oggi sono la prima generazione di bambini "rarefatti", sempre più spesso figli unici senza fratelli né cugini, cresciuti nei servizi pubblici ma in pochi o nessuno spazio aperto, che mai sono andati a scuola da soli, che sono stati circondati da una società di adulti sempre più anziani e sempre più apprensivi, che per ottenere non hanno avuto bisogno neppure di chiedere, cresciuti nel sospetto degli altri, degli estranei, dei diversi. Forse dovremmo cominciare a riflettere seriamente su questo circolo vizioso in cui la drammatizzazione della condizione dei bambini finisce per riflettersi negativamente proprio sui bambini, che crescono fragili, insicuri, egoisti e chiusi».

Andrea Fagioli


http://www.edscuola.it
http://www.edscuola.com
Mail: redazione@edscuola.com
Date: 26 Oct, 2001 on 06:32
Generazione happy bimbo?
Post a new topic Reply to this Topic Printable Version of this Topic
All times are GMT +2. < Prev. Page | P.1 | Next Page >
Go to:
 

Powered by UltraBoard 2000 Personal Edition,
Copyright © UltraScripts.com, Inc. 1999-2000.

Archivio
Archivio Forum
Archivio Rassegne