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INTERVISTA AL SOTTOSEGRETARIO ALL’ISTRUZIONE GUIDO POSSA
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1. INTERVISTA AL SOTTOSEGRETARIO ALL’ISTRUZIONE GUIDO POSSA
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da Il Tempo
Giovedì 25 Ottobre 2001

INTERVISTA AL SOTTOSEGRETARIO ALL’ISTRUZIONE GUIDO POSSA
«Non abbandoniamo la ricerca»

di FRANCESCA CAETANI LOVATELLI

ROMA - Uomo riservato e schivo, l'onorevole Guido Possa, vice-ministro all'Istruzione con delega alla Ricerca, uno che può definirsi, a pieno titolo, l'unico italiano che conosce, meglio di tutti gli altri, il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, suo compagno di banco a scuola. L'onorevole Possa vive in pieno centro a Roma, un luogo che considera uno dei più belli al mondo; «Giri l'angolo e passi da uno spettacolo all'altro - dice Possa, ispiratore, tra l'altro, del regalo dato a Bush da parte di Belusconi e riguardante la storia della famiglia Beretta - vedi la Roma cristiana, quella dei nobili e dei grandi palazzi. Tra la capitale e Milano non trovo grandi differenze a livello di dinamicità, anche perché il Ministero in cui lavoro è molto efficiente. Milano, oggi, non è più la capitale morale del Paese, si è deindustrializzata, ha perso lo smalto degli anni passati».
Ci dica, in realtà, chi è Guido Possa?
«Sono una persona normale, mi ritengo un uomo fortunato, ho avuto una vita serena, una bella famiglia, quattro figli già inseriti nel mondo del lavoro, ho lavorato, per anni, nello stesso posto - al Centro di Ricerca dell'Enel - e tutto ciò dà serenità».
Quali sono i suoi hobby?
«Mi piace molto la montagna, ho fatto attività alpinistica; vado da 30 anni a Bormio e potrei fare una gara di conoscenza con la migliore guida della zona, perché conosco ogni angolo alla perfezione!»
Da quanti anni è in politica?
«Dal ྜ formalmente; dopo le elezioni politiche, sono stato eletto Deputato di Forza Italia, ma la passione la coltivavo già dai tempi del liceo. Grazie al mio caro amico Silvio Berlusconi, poi, sono arrivato a un livello elevato senza grandi difficoltà, ma, già dai tempi in cui ero iscritto al partito socialista, ho partecipato alla vita politica nell'ambito milanese».
Chi è Silvio Berlusconi?
«Una persona eccezionale sotto molti punti di vista, siamo andati a scuola insieme per ben otto anni, eravamo vicini di casa e conoscevo tutta la sua famiglia, la nostra è un'amicizia che dura da una vita e ne sono onorato. E' leale, affettuoso, ricco sentimentalmente, capace e innovatore; ha creato la Fininvest e ha trasferito la sua volontà di eccellenza, prima ai suoi collaboratori, poi a tutti gli altri. È unico nel panorama imprenditoriale italiano e politico e, grazie a questa sua creatività, ha organizzato e interpretato i bisogni della gente comune».
Come si trova nel Ministero guidato da Letizia Moratti? Ci parli della ricerca scientifica e del suo futuro; investiremo di più, o l'Italia resterà in coda all'Europa?
«Mi trovo molto bene; il Ministro Moratti è una donna di grande talento, di idee illuminate, sia nel settore dell'istruzione superiore, sia in quello della ricerca, è dotata di equilibrio e capacità di percepire le priorità e interagire. Il settore della ricerca è complesso e vario e il nostro sistema deve essere in grado di maggiori innovazioni, adatte alle esigenze del nostro Paese; il Ministro ha promesso che porterà la spesa pubblica della ricerca da 0,6% PIL a 1% e ci sarà un potenziamento soprattutto a livello di attività di ricerca delle industrie».
Sono previsti tagli, secondo l'ultima finanziaria? L'Italia aumenterà i fondi per la ricerca?
«Questa finanziaria è dell'austerità, non ci sarà un'espansione della spesa, ma neanche un taglio, per quanto riguarda, poi, la spesa per le università, gli enti di ricerca, gli osservatori astrofisici, il totale del finanziamento a tali istituti, per il 2002, è uguale al 2001. Vogliamo portarci al livello europeo, raggiungendo il 2% del PIL-1% per il settore privato e 1% per quello pubblico».
Si parla di fuga di cervelli verso gli USA; come si comporterà l'Italia?
«È' normale che ci sia una forte attrazione per i grandi luoghi di ricerca, non si deve considerare questo richiamo in senso negativo, ma l'università, in un secondo tempo, dovrebbe aprirsi in senso meritocratico al rientro di questi talenti. Per questo motivo, nel fondo finanziario ordinario dell'università, c'è una sezione distaccata, che prevede un finanziamento di 50 miliardi annui, per richiamare i ricercatori, dando loro uno stipendio adeguato».
Quali sono i suoi rapporti con le università?
«La mia delega comprende la ricerca; in questo momento, poi, mi occupo di cercare di stabilire buoni contatti con i rettori, sottolineare i problemi. Il nostro sistema universitario è stato concepito in modo paritario, invece, dovremmo seguire l'esempio americano, avere università di eccellenza e università di insegnamento, distinguendo le prime, per i ricercatori, dalle seconde».


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Date: 25 Oct, 2001 on 17:05
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