'Un filo di note' in aiuto ai disabili

Alla fine dell'anno una importante festa-spettacolo. Cosa c'è poi di tanto eccezionale per una scuola di musica? Il fatto che i protagonisti dello spettacolo sono disabili che lo realizzano con gli altri allievi dei corsi normali. C'è anche questo nel progetto "Un Filo di Note"- laboratorio Cepam per disabili che prende il via in questi giorni. Il programma prevede che fare musica e suonare diventino esperienze gratificanti in cui vengono 'stimolate' le tante facoltà necessarie alla crescita della persona e in particolare ai portatori d'handicap.
Sono questi i motivi che hanno spinto il Cepam a organizzare tali attività da alcuni anni nei centri diurni "Il Quadrifoglio" a S.Ilario e "Casa Ferrari" in via Gattalupa a Reggio. Quest'anno, con il sostegno della Fondazione Manodori, si vuole dare il via a un progetto molto più articolato, comprendente una metodologia didattica approfondita con obiettivi veri e propri: «Non più soltanto il canto e qualche ascolto di brani, come si faceva gli altri anni - spiega il coordinatore del Cepam Giuliano Giovanelli -, ma anche gli strumenti. Quest'anno avremo anche due insegnanti per ogni gruppo più due persone mobili fra i centri, che non sono più due ma tre, con l'inclusione de "Il Villaggio" di Masone, tutti gestiti dalla Coress (Cooperativa reggiana servizi sociali)». Tra le motivazioni che hanno spinto il Cepam alla promozione di questo progetto vi è l'idea della socializzazione attraverso la musica e la convinzione del senso di benessere che la musica può dare. Per quanto riguarda gli scopi, ci sono l'acquisizione della capacità di coordinare il proprio ritmo strumentale con quello del gruppo; la possibilità di scaricare le emozioni negative in maniera costruttiva; la possibilità di coordinare il pensiero e il movimento con il ritmo ed il suono prodotto; infine la possibilità di ridurre eventuali disturbi. «Tra i nostri obiettivi di maggior rilievo in relazione al progetto "Un Filo di Note" -spiega Giovanelli- vi è quello di organizzare, alla fine dell'anno scolastico, uno spettacolo/musical, all'interno del quale è previsto l'inserimento di allievi frequentanti le nostre scuole. Non una festa qualsiasi, dunque, ma un momento reale di aggregazione».

Giulia Bassi