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Giovani, sempre più vicini alle droghe
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da Il Nuovo

Giovani, sempre più vicini alle droghe


Lo rivela un'indagine dell'Eurispes. La sostanza di cui si abusa di più resta l'eroina, seguita dalla cannabis e dalla cocaina. Nel 2000 sono aumentati i tossicodipendenti che si sono rivolti al Sert.


ROMA - Sempre più giovani e sempre più convinti che "calarsi" una pasticca o fare uso di cannabis non possa portare alla dipendenza. Per i ragazzi avvicinarsi all'uso delle droghe è sempre più facile: la trovano in discoteca, a scuola e qualcuno anche in parrocchia. Dicono di comprare marjiuana, cocaina ed ecstasy senza difficoltà anche grazie a paghette settimanali piuttosto consistenti. E sono sicuri di poter smettere in qualsiasi momento.

E se è vero che l'uso occasionale non porta necessariamente alla dipendenza, è altrettanto vero che, secondo gli ultimi dati, in Italia i consumatori di sostanze come l'eroina sono oltre 300mila e che il numero di coloro che si rivolgono al Sert è aumentato nel 2000 arrivando a 145.897.

I dati emergono da un'indagine condotta dall'Eurispes sull'uso delle sostanze stupefacenti nel nostro Paese. Un'inchiesta che ha preso anche in considerazione la storia personale di 2000 tossicodipendenti della Comunità di San Patrignano e che, attraverso dei questionari distribuiti agli operatori di alcuni centri di igiene mentale, ha cercato anche di evidenziare quali sono i risvolti psichici della dipendenza.

Tra coloro che si rivolgono al Sert, per la maggior parte persone tra i 25 e i 34 anni, lྒ% sono uomini. La sostanza di cui si abusa di più continua a essere l'eroina (82,8%), seguita dalla cannabis (7,9%) e dalla cocaina (4%). I dati relativi al 2000 rivelano che cresce il numero dei tossicodipendenti che si sottopongono a trattamento farmacologico con metadone, mentre diminuisce quello di chi decide di rivolgersi alle comunità.

Tra le più grandi e più attive d'Italia c'è sicuramente quella di San Patrignano. L'indagine dell'Eurispes ha preso in considerazione la banca dati del centro gestito dalla famiglia Muccioli per cercare di avere un quadro, non generalizzabile ma simbolico, delle strade che portano alla dipendenza, dell'età di assunzione e del periodo di tempo che trascorre dall'inizio dell'uso di sotanze stupefacenti alla decisione di rivolgersi alla comunità.

L'indagine riguarda duemila persone accolte tra il 20 luglio del ྜ e il 20 luglio di quest'anno. Anche in questo caso, la netta maggioranza (82,5%) sono uomini. Provengono soprattutto dal Nord Italia (43,8%) ma non mancano neanche gli stranieri che arrivano da Croazia, Svizzera e Germania. La maggior parte ha cominciato a drogarsi tra i 15 e i 20 anni che resta la fascia più a rischio. In diminuzione l'uso di droghe leggere e oppiacei mentre aumenta il consumo di ecstasy. A dimostrazione del fatto che ci si accorge con molto ritardo di avere bisogno di un intervento di recupero, c'è il tempo medio trascorso dalla prima assunzione alla decisione di andare in comunità: il 64% ha atteso più di otto anni.

Spesso in preda a crisi psicotiche (73,5%) o trascinati da una profonda disistima verso sé stessi (11,8%), molti tossicodipendenti decidono di rivolgersi ai centri di igiene mentale. Secondo le risposte fornite dagli operatori di istituti di tutta Italia, in primis ci sono quelli che fanno uso di cannabinoidi (23,5%), seguiti da quelli che usano eroina (14,7%) e cocaina (10,8%).

Ma gli intervistati hanno mostrato anche di avere pareri molto difformi sull'incidenza che la banalizzazione delle droghe leggere può avere sulla crescita dell'emergenza droga. Il 44% di loro, la maggior parte dei quali risiede al Nord, pensa che il fenomeno esista poco o nulla, mentre il 53% (sono soprattutto operatori del Sud) crede che il nesso esista e sia preoccupante. Il 50% degli operatori si dice comunque favorevole alla legalizzazione delle droghe leggere.

(24 OTTOBRE 2001; ORE 11:05)


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Date: 24 Oct, 2001 on 19:34
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