Il fronte anti-Moratti ora rischia la spaccatura

DANIELA DE CRESCENZO

Il fronte della scuola si sposta: se fino a venerdì scorso la battaglia era contro il ministro Moratti, oggi la polemica investe in pieno i sindacati che rischiano di presentarsi divisi ai prossimi appuntamenti. In questa settimana già due gli incontri fissati: il primo si terrà domani e investirà l’intero comparto del pubblico impiego. Il secondo, giovedì, coinvolgerà direttamente i rappresentanti degli insegnanti. Due le posizioni in campo: c’è chi insiste, Cgil in prima fila, per la presentazione di un piano triennale di investimenti per il settore e chi, come la Cisl, ipotizza una linea più morbida, puntando soprattutto al recupero delle inflazione che rischia di decurtare gli stipendi dei prof. I Cobas, intanto, confermano lo sciopero del 31 ottobre e l’Unicobas continua a dire no a quella che definisce «La politica del ribasso»
«Due sono i punti ancora in discussione - spiega il segretario della Cgil Scuola, Enrico Panini - la copertura dell’inflazione programmata per quanto riguarda i rinnovi contrattuali e un piano pluriennale di investimenti. Noi chiediamo certezze di investimenti nella scuola: non si può navigare a vista. Domani a Palazzo Gighi con l’intero settore dei dipendenti pubblici discuteremo della copertura dell’inflazione. Ma noi chiediamo anche incontro specifico sulla scuola con il Governo nel suo complesso».
Daniela Culturani, segretaria della Cisl scuola, sottolinea innanzitutto i risultato già ottenuti «Il ministro Moratti - spiega - si è impegnato in una riscrittura sostanziale dell’articolo 13 della Finanziaria che avrebbe avuto pesanti ricardute sull’organizzazione del lavoro e la qualità dell’offerta formativa. In pratica sono stati accolti nostri suggerimenti. C’è poi l’impegno a verificare se esistono margini per ulteriori risorse da investire sulla scuola. In ogni caso le economie previste dall’articolo 9 saranno restituite al comparto. Rispetto ai risultati già ottenuti noi non ci chiamiamo rinunciatari rispetto al piano triennale, ma vogliamo contestualizzare il problema tenendo conto della situazione internazionale». In sostanza, spiega la Culturani, questa Finanziaria ha tenuto conto della situazione di guerra in cui tutti ci troviamo a vivere e ciononostante il settore della Pubblica Istruzione, insieme a Interno e Difesa, resta uno di quelli che assorbe maggiori risorse.
I sindacati stanno facendo in questi giorni una pausa di riflessione per verificare all’interno delle organizzazioni la tenuta delle loro posizioni. Poi giovedì si tireranno le somme. Ma i segnali che vengono dal quadro generale non sono dei più rassicuranti: ci vorranno molte capacità di mediazioni per evitare le fratture. Il segretario generale della Cisl, Savino Pezzotta, parlando proprio della scuola, ha infatti avvertito: «Va tenuta ben distinta la giusta protesta sindacale, che è ovvio portare in tutte le sue forme incampo, dalla la mobilitazione politica, che ci trova dissenzienti». Nelle stesse ore il leader dell’Ulivo francesco Rutelli ribadiva: «Per rispondere alla controriforma della scuola prospettata dal centrodestra l'Ulivo dovrà far crescere una mobilitazione in tutto il Paese». La spaccatura è dietro l’angolo.