L’accordo interessa circa diecimila dirigenti della scuola: i soldi già nella busta paga di novembre

Presidi, un milione e 300 mila di aumento

Firmato il nuovo contratto: verifica dei risultati, gli incarichi adesso saranno a tempo

ROMA - I diecimila presidi e direttori didattici italiani avranno un aumento retributivo medio di 1.300.000 lire (671,4 euro) lorde mensili (circa 900.000 lire nette) a cui andranno aggiunte, in tempi diversi, altre 500 mila lire lorde tra integrativo e anzianità, ma il loro incarico di dirigente scolastico sarà a termine, ovvero potranno rimanere nella stessa scuola da due a sette anni. Sono questi i punti più importanti del nuovo contratto firmato ieri sera all’Aran. L’accordo è stato siglato da Cgil, Cisl, Uil Scuola e Associazione nazionale presidi (Anp). Lo Snals, invece, non ha aderito. Avrà decorrenza economica a partire dal primo gennaio 2001 e scadrà il prossimo 31 dicembre. Presidi e direttori didattici dovrebbero trovare gli incrementi retributivi in busta paga già dal prossimo novembre. Altro punto innovativo dell’accordo è l'introduzione della valutazione e della verifica dei risultati raggiunti. A questo si lega una voce della retribuzione, la cosiddetta retribuzione di risultato.

LA TRATTATIVA - Una trattativa durata due anni: la richiesta iniziale era quella di raggiungere la piena equiparazione retributiva rispetto agli altri dirigenti pubblici. Differenti i primi commenti dei sindacati. Secondo il coordinatore dei presidi Cgil Armando Catalano, «c'è grande rammarico per il fatto che l'accordo non si sia raggiunto già nello scorso aprile, dal momento che oggi si è chiuso con le stesse risorse finanziarie di aprile». «Pur nella insufficienza delle risorse per raggiungere l'equiparazione economica con il resto della dirigenza statale - è invece il commento del responsabile presidi della Uil, Vladimiro Caliolo - il contratto siglato, essendo di transizione, è da noi considerato positivo e soddisfacente».

LE NOVITA’ - Arriva l'incarico «a termine». Il rapporto di lavoro resta a tempo indeterminato, ma la durata dell'incarico in una specifica scuola è invece a termine dai 2 ai 7 anni. I dirigenti scolastici saranno sotto esame grazie all’ l'introduzione della valutazione e della verifica dei risultati raggiunti, attraverso dati oggettivi e meccanismi da definirsi. A questo si lega una voce della retribuzione, la cosiddetta retribuzione di risultato. La valutazione sarà effettuata tramite incontri nelle scuole con degli incaricati dei direttori regionali. In caso di «bocciatura» si procederà a ulteriori accertamenti insieme a due esperti.

SCIOPERO PROFESSORI - Chiusa una vertenza, domani sarà la giornata decisiva per un’altra categoria della scuola: quella dei docenti. In questo caso il clima è ben diverso e, salvo sorprese, si dovrebbe arrivare ad una rottura anche se il ministro dell’Istruzione Letizia Moratti non ha perso la speranza. «Faremo tutto il possibile per evitare lo sciopero - ha affermato - e stiamo lavorando ad un tavolo tecnico con le organizzazioni sindacali. Da parte nostra c’è la volontà di trovare formule che consentano una soluzione». Certamente il maxi-aumento strappato dai presidi non contribuirà a rasserenare la trattativa.