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«Non ci saranno tagli nella scuola»
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1. «Non ci saranno tagli nella scuola»
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da La Nuova Sardegna
mercoledì 17 ottobre 2001


Il ministro dell'Istruzione Letizia Moratti, in Sardegna per una visita di due giorni, rassicura i sindacati
«Non ci saranno tagli nella scuola»
«Ma va ridotto il costo del personale per migliorare l'insegnamento»


CAGLIARI. «Vanno liberate risorse per migliorare la qualità dell'istruzione in Italia: in cinque anni occorre portare dal 95 all' 80 per cento il costo del personale della scuola, destinando il 20 per cento all'investimento per la qualità dell'insegnamento ai ragazzi». L'ha detto il ministro dell'Istruzione, Università e Ricerca scientifica Letizia Moratti a Cagliari nel corso dell'incontro che ha avuto con le autorità regionali.
«L'urgenza del compito che ci siamo assunti e dell'impegno che chiediamo ai protagonisti del mondo dell'istruzione è data - ha aggiunto il ministro - dai numerosi segnali di un progressivo decadimento che sta assumendo i caratteri di una vera emergenza nazionale. Il 95 per cento delle risorse che lo Stato destina all'istruzione va a coprire i costi correnti, di fatto il costo del personale, mentre una quota minima va in investimenti nella professionalizzazione dei docenti, nell'innovazione didattica, nell'approntamento di percorsi formativi di elevata qualità, nell'ammodernamento delle strutture fisiche del sistema. Peraltro questo rapporto, del tutto squilibrato, nell'allocazione delle risorse - ha sottolineato Letizia Moratti - tende a peggiorare. A fronte di una riduzione del personale del 4 per cento, prevista tra il 1998 ed il 2000 dalle disposizioni contenute nelle leggi finanziarie, il numero dei docenti è aumentato di 55 mila unità, senza peraltro che ciò impedisse una forte crescita delle supplenze, mentre decine di migliaia sono stati gli inserimenti di personale non docente.»
«Nelle prossime settimane, durante la discussione della Finanziaria, dovremo dunque riflettere attentamente, e con grande senso di responsabilità, su una situazione che rischia di divenire insostenibile se non si vorrà pagare un giorno, temo non più tanto lontano, il pesante prezzo della rinuncia a perseguire l'obiettivo di una maggiore qualità dell'istruzione e di un reale diritto allo studio assicurato a tutti gli italiani».
Ha quindi aggiunto il ministro: «Il grave costo sociale rappresentato oggi dalla dispersione scolastica e universitaria, che allontana sempre più i giovani italiani dal lavoro e dalle attività produttive e l'alto costo economico che si crea con una qualità dell'istruzione insufficiente per dare al paese la necessaria capacità competitiva internazionale, sono il risultato di due componenti. Un grande volume di risorse spese con criteri ed obiettivi non sempre corretti (pensiamo ad esempio, alla dispersione a pioggia dei finanziamenti nella ricerca) e un significativo volume di risorse perdute a causa della bassa produttività, dagli sprechi, dalle inefficienze. Credo sia importante, e per certi aspetti significativo, che un serio confronto sulle risorse del sistema educativo si apra qui in Sardegna. Sappiamo quanto urgenti sono i problemi legati all'edilizia scolastica in questa regione e avvertiamo l'acuirsi dei problemi dei livelli occupazionali della scuola. Per la soluzione di entrambi - ha concluso - c'è chi propone ulteriori interventi dello Stato e deroghe sulla composizione degli organici».
Soffermandosi infine sulla situazione dell'Università in Sardegna, ricca di così tanti chiaroscuri «diventa evidente - ha detto il ministro - che quando parliamo di qualità della istruzione e della formazione ci riferiamo ad una visione unitaria del sistema nazionale. Non avrebbe infatti alcun senso parlare di qualità didattica a livello universitario senza affrontare contestualmente il problema della qualità della scuola inferiore e superiore, dell'apprendistato e della formazione professionale».
«E' necessario che la scuola sarda sia maggiormente qualificata e che le siano destinati maggiori investimenti» ha risposto il Presidente della Regione Mario Floris nell'incontro, a Villa Devoto, con il ministro.
«Nelle valutazioni nazionali, anche di parte ministeriale, la scuola sarda - ha detto Floris - risulta sempre agli ultimi posti per la qualità degli studi, per la forte dispersione, per l'alto tasso di ripetenze, per il ridotto rapporto diplomati-laureati-frequentanti, per la vetustà degli edifici scolastici». Nel bilancio regionale - ha spiegato Floris - sono presenti forti investimenti per l'edilizia scolastica, solo quest'anno 400 miliardi, e per i finanziamenti alla scuola, solo quest'anno 300 miliardi. «Nonostante ciò è necessario un forte intervento dello Stato, pari almeno allo sforzo regionale, per incidere profondamente innescando un forte processo di cambiamento nella scuola sarda e per attenuare il divario con le altre regioni italiane ed europee».
«Gravi difficoltà incontra la Regione - ha concluso Mario Floris - nell'affrontare la grande domanda connessa all'attuazione dell'obbligo formativo fino al diciottesimo anno di età. A fronte di un fabbisogno stimato per l'anno 2001-2002 in 85 miliardi, risultano assegnate alla Sardegna risorse statali per 10 miliardi con una differenza a carico del bilanco regionale di 75 miliardi di lire».
Il viaggio del ministro prosegue oggi con un incontro al Provveditorato di Cagliari, quindi lo spostamento ad Aritzo e Desulo, dove visiterà gli istituti professionali e si fermerà a pranzo.
Alle 14 Letizia Moratti sarà ad Olbia dove visiterà l'istituto tecnico commerciale Deffenu e incontrerà i giornalisti.

Date: 17 Oct, 2001 on 16:05
«Non ci saranno tagli nella scuola»
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