SIMBOLICO SIT-IN
«La scuola è morta», prof a lutto
Docenti vestiti di nero in via Settembrini: «La Finanziaria sta uccidendo la didattica»

BEATRICE RUOCCO

Insegnanti demotivati e sottopagati, aumento del carico di lavoro, riduzione della professionalità dei docenti. Un lungo elenco quello reso pubblico dai docenti della Gilda e del Cossma (Comitato scuola materna) che hanno dato vita ieri mattina a un sit-in di protesta in via Settembrini, davanti la sede del Provveditorato agli sudi. Una forma di mobilitazione simbolica. I prof erano vestiti a lutto, per la morte della scuola pubblica, per gli effetti della finanziaria. Una manifestazione pacata nella quale i docenti hanno potuto chiarire i punti della loro piattaforma di lotta: «Chiediamo la radicale riscrittura degli articoli della finanziaria che riguardano la scuola - spiega Libero Tassella, coordinatore della Gilda - stipendi adeguati al valore sociale dell'insegnamento come negli altri paesi europei, l'area contrattuale separata per la funzione docente e consistenti investimenti nell' istruzione per garantire il diritto allo sudio nelle scuole pubbliche». Con striscioni, cartelloni e volantini i docenti hanno manifestato contro una finanziaria che a loro parere non valorizza la professionalità degli insegnanti, dilata a dismisura l'orario di lavoro in classe, frantuma le cattedre, rende impossibili le nomine dei supplenti. «È una finanziaria che, oltre a disconoscere la qualità della nostra professione - aggiuge Tassella - destabilizzerà irrimediabilmente l'organizzazione della didattica».
I sindacati Cgil, Cisl e Uil annunciano un autunno di battaglie contro i tagli delle cattedre e delle risorse per la scuola. I Cobas hanno organizzato un calendario di mobilitazione ma, per il momento, sostengono gli aspiranti supplenti che protestano contro la mancata pubblicazione delle graduatorie di circolo e d'istituto. I precari sono scesi sul piede di guerra. Dopo anni di supplenze questa volta si vedono sfuggire di mano anche il posto temporaneo di qualche mese e si chiedono: «Perchè solo a Napoli non sono ancora pronte le graduatorie? Perchè i direttori didattici non stanno nominando i supplenti violando il diritto allo studio?». «La scuola è iniziata da oltre un mese e in molte classi mancano i docenti - spiega Francesco Acunzo -. Siamo pronti a lottare e a inoltrare denunce mirate, a colpire coloro che vanno a violare il diritto allo studio e al lavoro. Anche contro i sani principi di educatori siamo pronti ad occupare le scuole al fine di salvaguardare il nostro lavoro e la tutela del diritto allo studio degli studenti». Contro la finanziaria scende in campo anche Franco Buccino, segretario provinciale della Cgil scuola che spiega: «Gli interventi pesanti e unilaterali su materie contrattuali, come l' orario, e sulla determinazione degli organici, che saranno relativi al solo numero degli alunni, porteranno a Napoli una riduzione del personale docente (circa 2mila posti) così come già c' è stata una riduzione del personale Ata, tutto ciò mentre la situazione del precariato è divenuta esplosiva». Secondo Buccino i primi effetti negativi della finanziaria si avranno con la soppressione delle esperienze più significative di innovazione didattica e di integrazione. «In questa logica di dismissione della scuola pubblica - conclude Buccino - gli unici ad avvantaggiarsi della nuova situazione saranno i noti diplomifici napoletani».