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1. Naipaul
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da La Repubblica
Venerdì 12 Ottobre 2001

Naipaul
Un narratore senza modelli diviso tra Oriente e Occiden

LAURA LILLI

Mentre Salman Rushdie per le lettere inglesi è un figlio adottivo, protetto ed amato senza riserve, a V.S. Naipaul, nostante la fama indiscussa (traduzioni, una decina di premi fra cui il Booker Prize, infinite lauree ad honorem), sentimentalmente è toccata tutt'altra sorte. Forse perché fin dalla giovinezza a Oxford si è dichiarato senza mezzi termini non figlio, ma figliastro della Gran Bretagna. Aspro, orgoglioso, aguzzo nella critica e privo di indulgenza come tutti i figliastri. Forse anche un po' rancoroso, certo mai dimentico delle proprie origini non solo rurali, povere e di terzo mondo, ma anche ardue da definire in termini geopolitici. Non c'è nulla nella vita e nella scrittura di sir Vidiadhur Surajprased Naipaul, che abbia un'unica dimensione e non sia ambivalente o quanto meno sfumato. E' nato infatti nel ‘32 a Trinidad da famiglia contadina emigrata nei Caraibi dall'India. Poi, studente brillante, ha fatto un "salto di classe" da campione. Sui suoi rapporti giovanili con l'Inghilterra si veda L'enigma dell'arrivo (1987, tradotto da Mondadori nellྔ) ponderoso e malinconico romanzo, ambientato in un'Inghilterra scorbutica, piovosa e povera. Naipaul fu povero a lungo, e, fra il ‘54 e il ‘56, dopo la laurea (ovviamente con lode), sbarcò il lunario come redattore di una trasmissione della Bbc sulle Voci caraibiche. Un impiegoripiego per disoccupati intellettuali, simile a quelli di tanti cachettisti della nostra Rai.
In Italia, la fortuna dello scrittore, ormai largamente tradotto (Mondadori, Rizzoli e da qualche anno soprattutto Adelphi, che ne pubblica quasi un libro l'anno) si deve a Elio Vittorini, che lo "scoprì" leggendo lo struggente romanzo Una casa per il signor Biswas, ambientato a Trinidad e gremito di capanne di fango peraltro ambitissime dalla popolazione, ardue da ottenere. La storia si ispira a quella dell'orgoglioso padre di Naipaul, contadino con frustrate ambizioni di scrittura, che si batté per conservare autonomia e dignità nel più influente clan della moglie che tendeva a fagocitarlo. Successivamente, nei primi anni Ottanta, si occupò di lui con un lungo reportage su La Stampa Bernardo Valli. Certo, da tradurre ce n'è ancora per un pezzo, visto che le opere di V.S. Naipaul - fra racconti, romanzi veri e propri e illuminanti romanzisaggi che narrano di un terzo mondo visto con occhio al tempo stesso occidentale (per educazione) e "nativo" per le incancellabili radici - sono più di venti. Lo scrittore afferma di scrivere con difficoltà e sofferenze, ma nulla fa pensare che stia per smettere.
Le difficoltà, ha dichiarato, sono dovute a molte ragioni. La prima è il rifiuto dei modelli («solo i mediocri li seguono», ha detto) così come dei generi letterari, in particolare del romanzo, che ritiene ormai relegato nella "serie B" della scrittura .
Soprattutto, però, queste difficoltà nascono dalle incertezze su se stesso. Per scrivere bisogna sapere chi si è, e per Naipaul questo continua ad essere un enigma. Mentre la sua vita quotidiana ha trovato un ubi consistam in Inghilterra con una solida famiglia, come scrittore egli continua a cercare se stesso in meandri che stanno fra Oriente e Occidente, sempre più labirintici e difficili da esplorare. E' questa ricerca - autenticissima in un'epoca che inneggia al falso, al plagio e alla copia - che produce la straordinaria lettura "dal di dentro" di due mondi tanto diversi. Naipaul ci mostra quanto arduo sia tracciarne la linea di confine, oltre alle inaudite e spesso ignorate prepotenze europee. Ma non si tratta solo di denunce (sempre inedite e documentatissime): Naipaul è un narratore e dunque racconta storie di esseri umani di ogni colore (certo predilige i non bianchi), pieni di tenerezze, debolezze, furori.
Naipaul è sospeso prima di tutto fra Inghilterra e India che peraltro ha visitato per la prima volta, recalcitrante, a trent'anni (si veda Un'area di tenebra del ‘64, tradotto da Adelphi nel ‘99). Poi ci è tornato spesso e ha approfondito l'analisi anche cambiando opinione e dichiarandolo (si pensi a In uno stato libero e a Una civiltà ferita: l'India, tradotti da Adelphi nel ‘96 e ‘97). Ma ha girato anche Africa e America Latina. La sua scrittura fortemente soggettiva ha però infinite sfumature: interviste alla povera gente mescolate a quelle di Vip; diario; analisi e ricostruzione storica; esposizione di tesi polemiche nei confronti sia dell'Occidente sia degli «altri». E infatti è stato criticato nei Caraibi (che ha definito «africani» mentre tendevano ad accreditarsi come giudaicocristiani grazie alla colonizzazione), in India («un mondo sospeso nel vuoto, incapace di pensare al proprio passato, probabilmente per via della lunga dominazione islamica») e - va da sé - in Inghilterra. Qui, di recente, ha parlato malissimo di E.M. Forster e del suo celebre Passaggio in India. Forster, ha detto, non aveva la minima idea di quanto scriveva. Dietro il suo libro "bugiardo" si celerebbe una realtà "atroce". Egli «aveva i suoi interessi in India e sodomizzava gli oppressi così come il suo amico Keynes faceva coi suoi studenti». Un premio Nobel che certo farà discutere.

I SUOI LIBRI IN ITALIANO

bibliografia

Ecco una bibliografia aggiornata di V. S. Naipaul con le traduzioni italiane

* Il massaggio mistico (1957, Mondadori 1966)
*Miguel Street (1959, Mondadori 1991, traduzione di Marcella Dallatorre)
*Una casa per Mr. Biswas (1961, Mondadori 1964, 1988, traduzione di Vincenzo Mantovani)
*Il passaggio di mezzo (1962)
*Guerrillas (1975, Mondadori 1991)
*Una civiltà ferita: l'India (1977, Adelphi 1997)
*Alla curva del fiume (1979 Rizzoli, 1995 Mondadori)
*Fra i credenti: viaggio nell'Islam (1981 Rizzoli)
*Una bandiera sull'isola (1984 Rizzoli)
*L'enigma dell'arrivo (1987 Mondadori, traduzione di Marco e Aida Paggi)
*Elezioni a Elvira (Mondadori 1989)
*Una svolta nel Sud (Mondadori 1989)
*Mr Stone (Mondadori 1990)
*India. Un milione di rivolte (1990, Mondadori 1999)
*Una via nel mondo (Adelphi 1995, traduzione di Marcella Dallatorre)
*In uno stato libero (Adelphi 1996, traduzione di Marcella Dallatorre)
*Un'area di tenebra (1999 Adelphi, traduzione di Franco Salvatorelli)
*Fedeli a oltranza (2001 Adelphi)


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Date: 12 Oct, 2001 on 07:07
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