Ultimatum alla Moratti «Pronti allo sciopero»

ROMA - Pausa di riflessione, ma con tempesta in vista, per la scuola in attesa di un pronunciamento del governo sull'articolo 13 della Finanziaria che innalza l'orario degli insegnanti e mette fine alle supplenze inferiori ai 30 giorni.
L'incontro di ieri con i sindacati confederali, Snals e Gilda, ha portato a un ulteriore rinvio sul quale pesa la minaccia, unanime, che in assenza di un complessivo cambiamento di rotta da pane del governo, si andrà allo sciopero generale.
Da parte loro, i Cobas l'agitazione l'hanno già programmata salvo spostarla al 31 ottobre in tutte le scuole. Ma prima di allora, martedì della prossima settimana potrebbe rivelarsi il giorno cruciale sia sul fronte di modifica alla Finanziaria sia su quello dei fondi previsti
per il rinnovo contrattuale degli insegnanti.
Sul versante economico la Finanziaria prevede, infatti, 210 miliardi di incremento per la riqualificazione della professionalità dei docenti.
Una cifra che i sindacati giudicano «irrisoria» e che si augurano venga rivista. Su questo punto, però, il ministro Letizia Moratti, mostratasi possibilista sulle modifiche normative, è stata piuttosto cauta.
Le aperture - sottolineate positivamente da Alessandro Ameli del Gilda - hanno riguardato invece l'ipotesi di modificare l'articolo 13 laddove interviene nel merito sugli orari dei docenti o addirittura la possibilità di cancellare in toto l'articolo. Enrico Panini della Cgil
ha comunque mantenuto il suo giudizio completamente negativo anche se ha concesso altri sette giorni per mettere a punto modifiche sostanziali.
E sul tema scuola ieri è intervenuto anche il segretario generale Cgil Sergio Cofferati che ha attaccato il governo Berlusconi per la sospensione del riordino dei cicli. Cofferati, però, non ha risparmiato accuse neanche alla sinistra che, secondo lui, si è mostrata troppo tiepida nel difendere il provvedimento.

s.m.