Oggi i sindacati della scuola incontreranno il ministro dell’Istruzione

ROMA - Oggi i sindacati della scuola incontreranno il ministro dell’Istruzione, Letizia Moratti, per affrontare i temi legati alla nuova legge finanziaria. Le organizzazioni degli insegnanti e dei non docenti sono critiche perché le ricorse economiche che il Governo intende dedicare al settore vengono ritenute inadeguate e perché, comunque, sembrano molto poco propense ad accettare che il personale della scuola debba «stringere la cinghia». La Uil-Scuola, in una nota, denuncia che le cifre che verrebbero impegnate «non sono sufficienti, come per tutto il pubblico impiego, a garantire il recupero del potere d’acquisto delle retribuzioni in relazione all’inflazione».
Per quanto riguarda le risorse aggiuntive per la valorizzazione professionale, la Uil ricorda che «ammontano a 210 miliardi per anno, che si aggiungono ai 400 miliardi per il 2002 e ai 600 miliardi per il 2003 già stanziati dalla finanziaria del 2001, mentre ulteriori stanziamenti di 490 miliardi dal 2003 e di ulteriori 210 dal 2004 sono subordinati alla realizzazione di «tagli» che non vengono tutti reinvestiti nella scuola.
Altro nodo da sciogliere posto dai sindacati è quello dell’orario di lavoro. Nella nuova Finanziaria è infatti previsto, osservano, l’aumento dell’orario di lavoro da 18 a 24 ore settimanali nella scuola secondaria in presenza di frazioni di orario, intervenendo unilateralmente in materia contrattuale e trascurando il fatto che, sottolineano i sindacati, ad aumento di orario deve corrispondere un aumento della retribuzione. Contestazioni anche sulla nuova composizione delle commissioni di esame di Stato, così come la previsione di ricorrere alle nomine di supplenti solo per assenze superiori ai 30 giorni.
Ieri, intanto, il ministro Moratti è intervenuta alla inaugurazione dell’anno accademico al Politecnico di milano, e ha fatto una serie di osservazioni in merito alla situazione e alle prospettive nel settore dell’Università. «L’autonomia universitaria è indubbiamente un'opportunità, ma - ha detto il ministro - va attentamente governata. Ne è una prova il distacco tra la forte crescita dell’offerta di corsi di laurea e gli insoddisfacenti risultati che si continuano ad ottenere».
«A tale preoccupazione - ha detto ancora la Moratti - si aggiunge quella del proliferare dei nuovi corsi, tremila, delle nuove lauree triennali. A fronte di troppe facoltà universitarie che producono tassi di disoccupazione crescente, aumenta la carenza dei profili professionali richiesti dal mercato del lavoro». Secondo il ministro, questo handicap «è aggravato dalla perdurante scarsa internazionalizzazione degli studenti universitari, dalla poca mobilità degli studenti sia tra le università italiane sia e soprattutto tra le nostre università e gli atenei europei, e dall’elevata età alla conclusione degli studi, se confrontata con quella degli studenti di molti altri Paesi».
Moratti ha anche sottolineato che nell’azione di governo «il rapporto tra università pubblica e impresa privata è l’altro grande tema che ispirerà la nostra azione politica a programmatica».