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Germania, scuola pubblica per piccoli geni
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1. Germania, scuola pubblica per piccoli geni
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da Il Corriere della Sera
Venerdì, 5 Ottobre 2001

Germania, scuola pubblica per piccoli geni

I tedeschi riscoprono i metodi dell’ex Ddr. A Berlino nasce un centro di «promozione del talento»


DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
BERLINO - Il comportamento a scuola dei vostri bambini vi fa disperare? Disturbano le lezioni, non sono attenti, si annoiano, fanno tutto tranne che seguire la maestra? Beh, rilassatevi e cercate di capire. Potreste avere a casa se non un genio, un bambino superdotato, che reagisce al fatto di non veder riconosciuto il proprio ingegno. Che fare? Come individuare anzitempo queste intelligenze superiori alla media, affinché non vengano frustrate? E in che modo dare al bimbo la possibilità di esprimere in pieno il suo potenziale intellettivo? Dal 1 settembre scorso, il Senato di Berlino offre gratuitamente una soluzione sperimentale. E’ il nuovissino «Centro di psicologia scolastica per la promozione del talento», a disposizione di famiglie e insegnanti, alle prese con bambini il cui comportamento può far pensare a qualità inespresse. Preceduto da due iniziative private, attive già da qualche anno, il Centro è la prima struttura pubblica di questo genere nella capitale tedesca, dove si calcola che ci siano 8 mila scolari superdotati e che, di questi, il 20 per cento vengano misconosciuti e considerati «ragazzi problematici», diagnosticati come iperattivi o legastenici.
Diretto da Claudia Laube, una psicologa che da 15 anni lavora nei consultori scolastici, il Zentrum fuer Begabungsfoerderung è per il momento un progetto pilota, creato all’interno dei servizi di assistenza psicologica già garantiti dal Comune e per il quale non è stato previsto alcun finanziamento speciale. Ma la valanga di richieste da cui è stato travolto nel suo primo mese di vita, ne conferma allo stesso tempo la necessità e l’inadeguatezza. «Il diritto a sviluppare liberamente la propria personalità è un diritto costituzionale - dice la dottoressa Laube -, e riguarda anche i ragazzi con qualità superiori alla media, che proprio per questo vanno individuati, presi sul serio, capiti e incoraggiati. Ogni società ha bisogno dei più capaci per andare avanti. In quanto psicologi, noi siamo chiamati ad aiutare sia gli studenti che hanno difficoltà d’apprendimento, sia coloro i quali hanno talenti particolari». Al Centro berlinese si procede in due fasi successive.
C’è la diagnosi, costruita attraverso colloqui separati con i genitori, gli insegnanti e il bambino, l’osservazione di quest’ultimo durante le lezioni e, naturalmente, un test d’intelligenza. «Al quale però - avverte la psicologa - si tende ad annettere troppa importanza e invece è solo una parte della fase diagnostica». Una volta stabilito che, in effetti, il bambino è superdotato, gli esperti del centro individuano insieme a genitori e maestri un percorso. Le soluzioni possibili sono infinite e dipendono molto anche dalla disponibilità del bambino: «Gli si deve offrire solo quanto lui ha voglia si sapere e imparare, deve essere il ragazzo a stabilire i propri tempi», spiega la signora Laube. Programmi di studio personalizzati, corsi aggiuntivi, accelerazione della carriera scolastica, con la possibilità di saltare una o più classi, ovvero, per i più piccoli, di cominiciare dalla seconda o dalla terza.
In Germania, comunque, esistono già diverse scuole private del genere, in Bassa-Sassonia, nel Meclenburgo, in Sassonia e Renania-Vestfalia. La più celebre in Europa è la Cademuir International School , in Scozia. A Berlino, si è ancora agli inizi. Il talento per i numeri, per esempio, può essere messo a frutto alla Humboldt Universitaet, dove un celebre luminare della scienza di Pitagora, il professor Josef Nitsch, e la sua «Società studentesca di matematica» offrono corsi anche per i giovanissimi superdotati. Sia Claudia Laube che Josef Nitsch sono nati e si sono formati nella Ddr, l’ex Germania dell’Est. E sta qui uno dei lati più paradossali e gustosi della vicenda. La «promozione del talento» godeva infatti di grande considerazione e cospicui finanziamenti nel regime comunista di Honecker. Ma, dopo la riunificazione, un riflesso egualitarista e sessantottino, molto radicato nella città del Muro, aveva portato alla chiusura di ogni iniziativa del genere. Giunge adesso, sia pur tra mille cautele, il «contrordine compagni», precipitato anche dalla discussione sulle «green card» che il cancelliere Schroeder ha offerto lo scorso anno a 20 mila specialisti informatici indiani, per ovviare alla mancanza di manodopoera superqualificata. «Sì, in un certo senso - dice con malizioso compiacimento la signora Laube - questo centro è un’eredità della Ddr. Promuovere il talento non è una discriminazione, da noi vengono genitori e bambini di tutte le classi sociali».

Paolo Valentino


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Date: 05 Oct, 2001 on 06:26
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