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Compie cento anni il più celebre dei riconoscimenti
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da La Repubblica
Giovedì, 4 Ottobre 2001

Compie cento anni il più celebre dei riconoscimenti

Piergiorgio Odifreddi

Nel suo testamento del 27 novembre 1895 Alfred Nobel, divenuto miliardario per l'invenzione della dinamite, destinò la sua fortuna alla creazione di quelli che oggi sono i riconoscimenti più famosi e ambìti del mondo: gli annuali premi per la letteratura, la fisica, la chimica, la medicina e la pace, ai quali la Banca Centrale di Svezia ha aggiunto nel 1968 un analogo premio per l'economia.
Nobel morì a San Remo il 10 dicembre 1896, e i suoi premi furono assegnati a partire dal 1901. Ogni anno, nei primi giorni di ottobre, vengono comunicati i nomi dei vincitori. La cerimonia ufficiale si tiene il 10 dicembre, in due solenni eventi paralleli: a Oslo il re di Norvegia consegna il premio per la pace, a Stoccolma il re di Svezia i rimanenti cinque. Quest'anno, in occasione del primo centenario, l'evento sarà eccezionale: sono stati invitati tutti i precedenti vincitori viventi, e già più di duecento hanno confermato la loro partecipazione. Sul palco della Concert Hall di Stoccolma vedremo dunque la più incredibile concentrazione di teste d'uovo che si sia mai verificata. Nell'attesa, andiamo a sfogliare l'album del secolo alla ricerca di istantanee famose o curiose.
Riconosceremo, anzitutto, le foto di diciotto italiani: sei in letteratura (Carducci, Deledda, Pirandello, Quasimodo, Montale e Fo), cinque in medicina (Golgi, Bovet, Luria, Dulbecco e Levi Montalcini), quattro in fisica (Marconi, Fermi, Segrè, Rubbia) e uno in chimica (Natta), economia (Modigliani) e per la pace (Moneta). Quest'ultimo premio fu assegnato nel 1907 al fondatore della Lega Lombarda: un nome che, per un ironico contrappasso, ha oggi perso i connotati del pacifismo per assumere quelli del razzismo.
Nell'album troveremo poche foto di donne, trenta in tutto, variamente distribuite: da dieci per la pace a due per la fisica. Benché nessuna abbia vinto un premio intero nell'economia, si può dire che la moglie di Lucas Robert ne abbia vinto il cinquanta per cento nel 1995: grazie alla sentenza di divorzio, che le assegnava la metà di un eventuale premio futuro. La stessa cosa aveva fatto Albert Einstein, che girò preventivamente alla moglie l'intero premio: scommettendo, questa volta, sul sicuro. Pochissime sono, ovviamente, le foto di famiglia: la più numerosa è certamente quella dei Curie, in cui vinsero la madre Marie e il padre Pierre, nel 1903 per la fisica, e la figlia Irene e il genero Frederic Joliot, nel 1935 per la chimica. In altri due casi vinsero padre e figlio, tutti fisici: Henry e William Bragg in uno stesso anno (1915), e Niels e Aage Bohr a cinquant'anni di distanza (1922 e 1975).
Due sole persone hanno preso due volte lo stesso premio: John Bardeen in fisica, nel 1956 e 1972, e Frederick Sanger in chimica, nel 1958 e 1980. Altre due hanno meritato due premi diversi: Marie Curie in fisica e chimica, e Linus Pauling in chimica e per la pace. Il più giovane vincitore è stato William Bragg, che aveva venticinque anni. Il più sfortunato William Vickrey, che nel 1996 morì tre giorni dopo aver ricevuto la notizia della vittoria.
Le persone che hanno rifiutato il premio si contano, letteralmente, sulle dita di una mano. I russi obbligarono Boris Pasternak (letteratura) a rifiutare nel 1958. Lo stesso avevano fatto i tedeschi con Adolf Butenandt (chimica) e Gerhard Domagck (medicina) nel 1939, ma essi furono reintegrati dopo la guerra. Gli unici rifiuti spontanei sono quelli di JeanPaul Sartre (letteratura) nel 1964 e Le Duc Tho (pace) nel 1973.
Il premio per la pace ha, ovviamente, forti connotazioni politiche. Spesso è stato assegnato a organizzazioni indiscutibili: le forze di pace dell'ONU, l'alto commissariato per i rifugiati, i fisici contro la guerra atomica, la campagna contro le mine, i medici senza frontiere, la Croce Rossa, Amnesty International, l'Unicef. A volte è andato a figure carismatiche quali il Dalai Lama, madre Teresa e il dottor Schweitzer, o a simboli della lotta contro l'oppressione quali Arafat, Mandela, Sacharov e Martin Luther King. Troppo spesso, però, è stato assegnato a coloro che la pace la fanno solo dopo aver fatto la guerra, da Begin a De Klerk. Il caso più imbarazzante è certamente quello di Henry Kissinger, che l'ha ricevuto insieme a Le Duc Tho ma non ha avuto lo stesso buon gusto di rifiutarlo.
Anche il premio per la letteratura ha una natura politica, benché meno evidente. Sartre lo rifiutò appunto perché non voleva un riconoscimento che andava soltanto a scrittori occidentali o dissidenti. Oltre a Pasternak, il più famoso di questi ultimi fu Solgenitsyn, che non andò a ritirarlo nel 1970 per timore di non poter rientrare in Unione Sovietica, e lo ricevette dopo essere stato espulso nel 1974. Un'ulteriore anomalia del premio per la letteratura è che fra i vincitori ci sono molti scrittori di secondo piano, non i più grandi nomi del secolo come Proust, Joyce, Musil, Gadda e Borges.
Il premio per la fisica è il più ambìto tra quelli scientifici. L'hanno ricevuto i padri fondatori della meccanica quantistica (Planck, Bohr, Heisenberg, Schroedinger e Dirac), così come i creatori dell'elettrodinamica quantistica (Feynman, Schwinger e Tomonaga) e gli unificatori della forza elettrodebole (Glashow, Weinberg e Salam). Stranamente, invece, nessun premio è mai stato assegnato per la relatività: neppure a Einstein, che ne ricevette uno solo, per un lavoro secondario sull'effetto fotoelettrico. Molti premi sono andati ai fisici sperimentali, che hanno scoperto in laboratorio le particelle previste dalla teoria: dal positrone (Anderson) ai bosoni deboli (Rubbia).
I vincitori del premio per la chimica sono forse i meno noti al pubblico. Più fortunati sono i medici, il cui premio comprende ufficialmente la fisiologia e ufficiosamente la biologia. Nella lista dei laureati troviamo personaggi ormai passati alla storia, che hanno legato il loro nome ai riflessi condizionati (Pavlov), alla penicillina (Fleming), all'elica del DNA (Crick e Watson), al caso e alla necessità (Monod), all'etologia (Lorenz) e alla lateralizzazione del cervello (Sperry). In medicina è stato anche assegnato uno dei premi più imbarazzanti: quello del 1949 a Antonio Moniz per «la scoperta del valore terapeutico della lobotomizzazione».
Il premio per l'economia, ultimo arrivato, riflette la duplicità di una disciplina ancora costretta a barcamenarsi tra fatti e opinioni. A un estremo si situano gli economisti matematici, dimostratori di profondi teoremi sulle scelte sociali (Arrow e Sen), l'equilibrio dei mercati (Debreu), la pianificazione (Kantorovich) e la teoria dei giochi (Nash). All'altro estremo si trovano gli economisti politici, dispensatori di superficiali slogan reazionari (von Hayek) o liberisti (Friedman), che fornirono la copertura intellettuale agli esperimenti economici del Cile di Pinochet.
La lista delle materie premiate non comprende le discipline più teoretiche: filosofia, religione e matematica. I filosofi che scrivono bene possono ambire al premio per la letteratura, e tre sono riusciti a vincerlo (Bergson, Russell e Sartre). I matematici ne hanno vinti alcuni in economia, già citati, ma ambiscono di più alla propria medaglia Fields, che viene assegnata ogni quattro anni in occasione dei Congressi Internazionali. In ogni caso, a partire dal 2003 il governo norvegese assegnerà uno speciale premio per la matematica.
Per rimediare alla mancanza di religione, nel 1972 è stato istituito il premio Templeton. Per non essere inferiore al premio Nobel, lo statuto precisa che il suo assegno deve essere superiore: in tutti e due i casi si parla di una cifra sul milione di dollari, dunque superiore ai due miliardi di lire. Qualche fortunato, come madre Teresa e Solgenitsyn, li ha vinti entrambi. Chiunque di noi si accontenterebbe di uno solo, in qualunque materia. Chi sta sperando, si prepari: gli annunci di quest'anno sono ormai alle porte.


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Date: 04 Oct, 2001 on 06:54
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