Salute, polemica tra insegnanti e ministro. Promette incentivi a chi rinuncia alle sigarette
Premi ai prof anti-fumo: la scuola attacca Sirchia

di CARLA MASSI

ROMA - La lotta contro il tabacco, il ministro della Salute Girolamo Sirchia, vuole farla premiando quelli che non fumano e non punendo i "viziosi". Tanto da arrivare ad annunciare, durante la presentazione della Settiama europea contro il cancro organizzata dall’8 al 14 ottobre dalla Lega italiana per la lotta contro i tumori, che offrirà incentivi a tutti gli insegnanti che non amano le sigarette. A sorpresa, accanto all’ex ministro Umberto Veronesi (integralista doc della guerra ai tabagisti) ha detto: «I crediti formativi degli insegnanti delle scuole sono incentivi che potrebbero offrire la possibilità di carriera per gli insegnanti che non fumano». In pratica significa, darò più soldi a coloro che non tengono in tasca le "bionde". Scavalcando il contratto, la meritocrazia e tutto il resto.
Ha detto anche altro il ministro-professore Girolamo Sirchia ma la polemica che questa frase ha scatenato tra gli insegnanti ha cancellato quasi tutto. Ha annunciato che partirà una campagna contro il fumo «senza editti e grida manzoniane», che «inizierà la prevenzione tra i ragazzi di 10 anni», che «allo Stato non costerà perché sarà condivisa con grandi imprese che, con il loro marchio d’eccellenza, affiancheranno l’iniziativa». Dopo la dura critica alle associazioni di volontariato considerate «troppo politicizzate» il ministro, dunque, apre un altro fronte di scontro.
La rivolta dei prof
Sono passate solo due ore dall’annuncio del ministro e il professori già partono lancia in resta. Prima la Cgil con Enrico Panini: «E’ fuori dal mondo pensare di associare riconoscimenti in carriera o anche riconoscimenti economici a questioni che attengono stili di vita». Una "proposta demagogica" attacca Daniela Culturani della Cisl: «Esiste già una legge che impedisce di fumare nelle scuole. Gli insegnanti devono essere bravi e capaci e non costituire un modello di comportamento». Bocciatura anche da parte degli studenti, quelli dell’Uds che considerano l’idea del ministro «una forma di discriminazione». Volano battute (Unicobas: «Si pensa ad un concorsone per non fumatori?»), e richiami al ministro Letizia Moratti («Questo governo ha una singolare ricetta per la scuola e una particolare attenzione per gli insegnanti...»). E la Uil, Massimo Di Menna, parla direttamente al ministro: «E’ bene che non si eserciti su queste cose».
La nuova legge
La legge antifumo che promette il professor Sirchia «non dovrà evocare anticorpi e guerre di religione». «Dovrà puntare, invece, - spiega - al rispetto dei non fumatori, compresi dei nascituri e dei neonati. Che hanno il diritto di non essere intossicati dai vizi della madre e hanno il diritto di essere tutelati anche in termini legali». Precisazione immediata anche sul piano legale. Simonetta Matone, pm minorile di Roma ribatte: «Giusta provocazione ma è una proposta di difficile attuazione. E poi, quali sanzioni si potrebbero applicare nei confronti di una mamma fumatrice?».
Giovani e fumo
Ai ragazzi non verrà ripetuto fino alla nause che il "fumo fa male" e "fa venire il cancro". I ragazzi, è il parere dei professori Sirchia e Veronesi, non si mettono paura. Non sentono un messaggio di questo tipo. Meglio una frase così: «Stai attento, sei vittima di un sistema intelligente di multinazionali che ti usa come un consumatore. Sei uno strumento nelle mani degli speculatori che pensano di avvelenare la gente».
Medici "viziosi"
L’accusa arriva dal presidente della Federazione degli ordini dei medici, Giuseppe Del Barone: «Sono troppi i camici bianchi che fumano, quasi uno su tre. Soprattutto al Nord. E’ impensabile dire ad un paziente di smettere avendo le sigarette in tasca».