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Maturità 2002 senza professori esterni
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1. Maturità 2002 senza professori esterni
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da Il Sole 24 Ore
Sabato, 29 Settembre 2001

Per il contenimento della spesa il disegno di legge del Governo propone innovazioni per l'esame di Stato e per gli insegnanti

Maturità 2002 senza professori esterni

Tutti i componenti della commissione saranno interni, a eccezione del presidente
Maria Carla De Cesari

ROMA - Maturità: dopo appena tre sessioni si cambia. La riforma delle commissioni giudicatrici - tutti i componenti interni, più un commissario esterno, anche per le scuole legalmente riconosciute - è prevista nel disegno di legge sulla Finanziaria 2002, che il Consiglio dei ministri ha approvato nella nottata di ieri. Per la scuola non è questa l'unica sorpresa: verrà infatti rivisto l'iter per determinare le "dotazioni" di personale degli istituti autonomi, non dovrebbero esserci più spazi per gli "spezzoni" di cattedra che hanno rappresentato un buon serbatoio di incarichi per i precari e sarà più difficile ricorrere a supplenti. Le assenze fino a 30 giorni potrebbero essere gestite con le risorse umane e finanziarie dell'istituto. La nuova composizione delle commissioni d'esame - nella relazione di accompagnamento al disegno di legge - è motivata con il risparmio su compensi e missioni del personale e con lo snellimento delle procedure di nomina. È tra l'altro abrogato il comma 5, dell'articolo 4 della legge 425/97 sui "gettoni di presenza" così come l'articolo 9 che stanzia 33 miliardi per la copertura delle spese. Rispetto alle legge 425, le commissioni saranno composte da insegnanti interni, «delle materie d'esame della classe del candidato». Il ruolo di "garanzia" spetterà al presidente esterno, nominato dal dirigente regionale tra i docenti e i capi di istituto delle scuole secondarie. L'amministrazione centrale, insomma, sembra perdere ogni potere di nomina (si veda la scheda). In base all'articolato - che parla di un presidente «per ogni istituto scolastico» - potrebbe decadere la norma secondo cui «ciascuna commissione di istituto legalmente riconosciuto o pareggiato è abbinata a una commissione di istituto statale» (articolo 4, comma 4 della legge 425/97). Dunque, anche le scuole legalmente riconosciute e pareggiate, come quest'anno è successo negli istituti paritari del sistema pubblico (legge 62/2000), saranno sede autonoma di esami. Il disegno di legge sulla Finanziaria rivede anche le norme per la formazione degli organici di istituto, che verranno individuati in base al numero di alunni, alla dimensione oraria e alle caratteristiche dei curricoli obbligatori. Il compito di suggellare le dotazioni spetterà al dirigente regionale, su proposta del capo di istituto, comunque entro un tetto stabilito dal ministero dell'Istruzione, di concerto con quello dell'Economia e delle finanze. I docenti a tempo pieno non potranno lavorare meno di 18 ore settimanali nella scuola secondaria, 22 nelle elementari e 25 nella materna, con la possibilità comunque - là dove ci siano spazi - di arrivare a 24 ore settimanali per coprire gli spezzoni di cattedra. Le reazioni dei sindacati sono state a senso unico: negative. Secondo Massimo Di Menna, segretario generale della Uil scuola, il disegno di legge sconfina, ridisciplinando l'orario di servizio del personale, in una «materia contrattuale». «Questa - ha commentato Enrico Panini, segretario generale della Cgil scuola - è la Finanziaria delle forbici». Gli ha fatto eco Fedele Ricciato, segretario generale dello Snals: «La scuola, l'università e la ricerca, che dovrebbero essere il volano dello sviluppo, sono state ancora una volta penalizzate. Sul fronte della politica della spesa - ha detto Ricciato - registriamo tagli agli organici ed esiguità di risorse strutturali e contrattuali; sul fronte delle entrate rileviamo la mancanza di sgravi fiscali strategici per l'attività professionale». Stesso giudizio da parte di Daniela Colturani, segretario generale della Cisl scuola: «La Finanziaria stanzia per la scuola cifre irrisorie che, oltretutto, devono derivare da economie di sistema. Tutto ciò mette a rischio il diritto allo studio e i livelli di erogazione del servizio»


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Date: 29 Sep, 2001 on 18:36
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