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Così nasce un «cyberateneo»
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1. Così nasce un «cyberateneo»
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da Il Sole 24 Ore
Venerdí 28 Settembre 2001

Dieci mosse per favorire la formazione in Rete attraverso lezioni interattive

Così nasce un «cyberateneo»
L'esperienza del Politecnico di Milano che ha lanciato il primo corso di studi online in Italia

di Alberto Colorni*

Qualche anno fa uscì un libro il cui titolo, «Dio in 10 mosse», è utile per indicare le regole imprescindibili, poche e chiare, per il successo di un progetto, in qualunque campo esso fosse attivato. Sulla base di quel titolo è utile riassumere l'esperienza che è in atto da un anno al Politecnico di Milano: il primo (e per ora unico) corso di laurea interamente online sviluppato in Italia, in Ingegneria informatica, attraverso una collaborazione tra un'università pubblica e un gruppo privato, la società Somedia del gruppo Espresso. Per avere informazioni dettagliate sulla laurea online in Ingegneria informatica è sufficiente collegarsi al sito www.laureaonline.it. È utile, invece, concentrarsi sulle scelte principali da fare per realizzare un progetto di formazione online. Ecco dunque le dieci mosse. Una responsabilità precisa e univoca. Stanno sorgendo ormai moltissime "agenzie" che promettono formazione con tempi brevissimi e modi facili. La questione centrale è quella di capire chi governa un simile processo, assumendosi nei confronti degli studenti la responsabilità dei percorsi formativi, del controllo dell'apprendimento, della valutazione dei risultati. Il progetto "Laurea on Line" in Ingegneria Informatica ha un Consiglio di facoltà, un Consiglio di corso di studi, un Consiglio scientifico, tutti organismi che - con differenti livelli di responsabilità - rispondono del progetto. Una progettazione-gestione continua. Un vero progetto di formazione online coinvolge una molteplicità di soggetti (docenti, tutor, responsabili tecnici, editor multimediali, gestori di rete) sul coordinamento dei quali si basa il successo dell'operazione: è necessario raggiungere un certo grado di omogeneità nell'offerta didattica, pur salvaguardando la specificità dei vari insegnamenti; la modalità di erogazione (tempi, verifiche, monitoraggio) è un elemento chiave. Il Politecnico ha dedicato una struttura specifica (il centro Metid) a questo compito e viene anche inviata una newsletter periodica agli studenti, attraverso la quale governare la complessità del progetto. L'apprendimento collaborativo. È necessario esaltare i momenti di interazione dello studente con i docenti, con i tutor, ma anche (e forse soprattutto) con gli altri studenti. Per questo il Politecnico ha creato le "classi virtuali" di circa 25 studenti, seguite ognuna da un tutor per materia, con momenti di lavoro collettivo sia di tipo asincrono (progetti sviluppati in comune) che di tipo sincrono (le cosiddette sessioni live) a cadenza predefinita. Poiché gli studenti sono, in grande maggioranza, molto motivati, abbiamo osservato un interessante sviluppo delle classi virtuali come comunità legate da un obiettivo comune, in grado di aiutarsi non a copiare ma a risolvere i vari frangenti (anche tecnologici) in cui si trova lo studente online. Un ritmo fissato, ma anche flessibile. Uno dei reali vantaggi della formazione online rispetto a quella in presenza è la quasi totale mancanza di vincoli logistici (orari e aule): ciò permette di proporre delle "finestre" nelle quali ciascun utente può collocare i suoi momenti di fruizione. Ma deve essere un processo controllato. Il Politecnico, non a caso, ha attivato una "agenda" in cui periodicamente i docenti segnalano le parti da studiare e inseriscono gli appuntamenti della settimana. La flessibilità consente, inoltre, di definire percorsi dedicati a profili diversi: con questo progetto il Politecnico ha inaugurato alcuni piani di studio part time, pensati appunto per chi non voglia abbandonare i propri impegni (la maggioranza degli studenti della laurea online in Ingegneria informatica è costituita da lavoratori). L'anello "chiuso". Utilizzando una definizione cara agli specialisti dei sistemi di controllo, la differenza è tra "anello aperto" e "anello chiuso": nel primo caso l'attività viene fornita in base a una - predefinita - modalità di erogazione, nel secondo viene "aggiustata" secondo i feedback che arrivano. La seconda modalità è ovviamente più efficace (per esempio, quando attraversiamo una strada lo facciamo in questo modo), ma richiede anche maggiori e continue informazioni sullo stato del sistema: è però la sola che consenta un controllo realmente efficace. Nella formazione online è necessario un piano d'azione modificabile secondo i ritorni che il sistema (gli studenti) fornisce. L'informazione di ritorno deve essere costante e ricca (e qui si aprirebbe il problema di una reportistica adeguata), deve riguardare sia il gruppo che i singoli (permettendo allo studente di avere anche dei momenti di autovalutazione), deve essere analizzata verticalmente (su un certo insegnamento) ma anche orizzontalmente (sull'andamento generale dello studente). A questo scopo a Milano è stato creato il ruolo del "tutor generale", che è un gruppo - coordinato da un docente - con il compito di seguire gli studenti in difficoltà. Materiali progettati ad hoc. Non basta mettere in Rete dei materiali già esistenti: normalmente, infatti, i materiali didattici disponibili in rete sono pensati come supporto del docente in aula, quindi come materiali integrativi. Qui invece parliamo di un percorso interamente online, per il quale è necessaria la definizione di formati e tempi di erogazione autonomi. Il docente definisce lo story-board, ma è l'editor multimediale la figura su cui grava il compito di rendere i contenuti fruibili: ruolo non esecutivo ma realmente progettuale, che richiede di operare a stretto contatto con il docente interpretandone le intenzioni e prevedendone gli utilizzi. L'uso di input diversi. È un corollario del punto precedente: si tratta di sfruttare tutto il potenziale della multimedialità, dalla valorizzazione della Rete (prevedendo percorsi guidati dal docente) all'integrazione di vari formati didattici (online e offline). Nel nostro caso gli input allo studente seguono tre strade diverse, con reciproci "rinforzi": dei Cd-Rom inviati preventivamente, dei materiali messi online periodicamente, delle sessioni "live" settimanali in cui la classe intera discute con il docente o il tutor. I continui rimandi sono funzionali all'idea (ormai largamente accettata) che modalità diverse di esprimere lo stesso contenuto siano più funzionali al l'apprendimento. Un approccio "learning by doing". Su questo punto ci sono forse le difficoltà maggiori: spesso infatti i contenuti sono stati pensati con l'occhio del docente, considerando l'insegnamento più che l'apprendimento. L'attenzione è quindi sulle cose che il docente ritiene importanti, più che sul come esse vengano assimilate dallo studente. Gli sforzi in questa direzione stanno producendo alcuni frutti, mutuando dalla formazione aziendale modelli didattici basati sull'utente. Il pericolo è però quello di proporre studi di casi e sistemi "fai da te", mentre il problema è - al solito - il controllo del processo; ciò porta al punto che segue. Un monitoraggio (magari esterno). Il controllo sulla qualità di un progetto di formazione online pone la questione di come valutare un servizio di questo tipo. Ciò può essere fatto da vari punti di vista, quello dell'efficacia didattica, quello tecnico, quello comunicativo. Il progetto laurea online in Ingegneria informatica ha scelto un ente esterno, l'Osservatorio sulla comunicazione dell'Università Cattolica, come organismo di valutazione. Per il momento, trattandosi di una fase iniziale in cui prevalgono gli investimenti, è più difficile valutare l'efficienza. Ma è sempre necessario recepire gli stimoli esterni sui fronti dell'attenzione alle esigenze dell'utenza e dell'introduzione di elementi di efficienza (obiettivi, tempi, modalità) non sempre presenti nella formazione universitaria. L'ultimo ingrediente. Il punto finale è poco definibile eppure fondamentale: per un progetto di questo tipo ci vuole una notevole dose di entusiasmo e di gusto per l'innovazione, da quella didattica a quella tecnologica, da quella gestionale a quella relazionale. Il risultato dipende dai punti precedenti, ma ancor più da questo. Se quindi dovessi fornire consigli per il lancio di iniziative analoghe, raccomanderei di riprogettare i contenuti, di prevedere continui momenti di verifica, di realizzare un forte impianto di dialogo, ma soprattutto di essere pronti a trasformare gli imprevisti in occasioni di sperimentazione.

*Responsabile del progetto Laurea online del Politecnico di Milano


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Date: 28 Sep, 2001 on 18:57
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