Sei anni, muore a scuola e nessuno lo soccorre

Luca C., scolaretto della prima elementare alla "Elsa Morante" di Milano, si è accasciato nel corridoio dell'istituto. Soffriva di una malattia congenita. Nessuno però lo ha soccorso.

di Maria Mancinelli

MILANO – Muore a scuola, senza che nessuno si accorga di nulla. Luca C., 6 anni, affetto da una malattia congenita, si accascia nel corridoio della “Elsa Morante” ma il suo corpicino esanime viene trovato solo un quarto d’ora più tardi. Aveva chiesto alla maestra di poter uscire, non si era sentito bene. E l’insegnante gli aveva concesso di prendere una boccata d’aria in corridoio. In quella scuola però, i bidelli sono ridotti all’osso. Quando il piccolo, bianco come un cencio, si accovaccia in un angolo dell’istituto, in zona Lambrate, non c’è nessuno a soccorrerlo. L’allarme scatta solo quando la maestra, preoccupata per l’assenza del bimbo, esce dall’aula per cercarlo. Ma a quel punto, è troppo tardi: Luca è già morto. Inutile la corsa disperata in ospedale. I medici del Niguarda non potranno fare altro che constatare il decesso.

La tragedia risale a lunedì. Ma il fatto è venuto alla luce soltanto oggi. Una denuncia della Uil mette le mani avanti: “Il personale non docente è poco. Bisognerebbe organizzare meglio i turni”.

Quella mattina, Luca, scolaretto timido della sede di via Cima al 15, alza la mano. “Maestra, non mi sento tanto bene. Posso uscire dalla classe?”. “Certo – risponde l’insegnante – fai quattro passi in corridoio e vedrai che con una boccata d’aria ti passerà tutto”. Il bambino obbedisce, ma i “quattro passi” non bastano. Vede tutto girare, oscurarsi e si accascia a terra nel corridoio deserto.

Nessuno si accorge di lui per una manciata di minuti. Poi scatta l’allarme. Tutti escono dalle aule, le maestre a vedere quel bimbo a terra, bianco come un lenzuolo, si mettono le mani tra i capelli. Subito la corsa all’ospedale. Per il piccolo Luca, che aveva appena imparato a scrivere il suo nome in stampatello minuscolo sul quaderno comprato da un paio di settimane, non c’è più niente da fare. Il decesso viene accertato al Niguarda nelle prime ore del pomeriggio. “Morte naturale dovuta a malattia congenita”.

Carola Del Miglio, la preside dell’istituto, quando accade il fatto è nella sede di via Pini, e nelle ore successive si chiude dietro a un impenetrabile “no comment”. Subito divampano le polemiche sulla sicurezza a scuola. Al momento dell’incidente, infatti, fuori dalle aule è presente solo una bidella, che ovviamente non riesce a tenere d’occhio tutti e quatto i lati del corridoio. La sua collega nel frattempo è impegnata ad accompagnare un ragazzino handicappato sulla sedia a rotelle su per le scale e non nota nulla. «Bisogna organizzare meglio i turni del personale non docente – commenta Leonardo Donofrio, segretario generale della Uil Scuola - Non è possibile che per l’assenza di un bidello non possa essere sorvegliata parte de corridoi, soprattutto in una scuola frequentata da bambini. Nel caso specifico della scuola elementare Morante, due dei quattro bidelli che si alternano a prestare servizio, appartengono alla categoria “di riguardo” e sono stati giudicati inidonei al servizio”. Forse un intervento più tempestivo non avrebbe comunque salvato la vita al piccolo Luca. Ma agli insegnanti resta il dubbio che tutto potesse andare diversamente.

(26 SETTEMBRE 2001, ORE 20:30)