La passione di Eco per le mappe
Apre una Mostra a milano

CARLO BRAMBILLA

«Io ho il dente avvelenato con la De Agostini, perché la considero responsabile dei miei pessimi voti al liceo, in greco, latino, fisica e matematica. Durante le lezioni tenevo infatti l'atlante aperto sotto al banco e progettavo la conquista della Siberia o una migrazione dall'Australia al Sudafrica...» Umberto Eco non nasconde la sua antica passione per le carte geografiche e il «salgarismo» nascosto nell'amore per gli atlanti, presentando la grande mostra Segni e sogni della Terra: il disegno del mondo dal mito di Atlante alla geografia delle reti, che apre domani al pubblico nei saloni di Palazzo Reale, a Milano. Un viaggio tra arte, scienza, immaginazione e realtà, dal Duemila avanti Cristo al cyberspazio, proprio nel centenario della nascita della casa editrice De Agostini.
«Le mappe non solo fanno conoscere il mondo, ma fanno venire voglia di percorrerlo - racconta Eco - Spero non ci sia nei prossimi anni una tale paralisi nei trasporti da obbligarci a tornare a viaggiare esclusivamente sugli atlanti. Viene voglia di girare il mondo anche se le mappe sono false. Certe volte vale proprio la pena di fare carte false. Alcuni grandi avvenimenti della nostra storia hanno potuto realizzarsi perché qualcuno aveva tra le mani delle mappe sbagliate. A cominciare da Cristoforo Colombo che immaginava il globo più piccolo di quanto è. E partì grazie a una menzogna, che raccontava forse anche a sé stesso, perché aveva voglia di partire».
Mappe fortunatamente sbagliate e mappe che noi pensiamo fossero sbagliate, ma non lo erano. «La terra australe era vista come un'enorme calotta che avrebbe dovuto avvolgere, come una sorta di mutanda, tutta la parte inferiore del globo. Senza questa illusione non si sarebbe scoperta la Tasmania e la Nuova Zelanda. Non si sarebbe scoperta l'Australia. Anche le rappresentazioni imprecise possono essere motori per la fantasia e per il desiderio di ricerca. Ma spero che questa mostra serva anche a distruggere una serie di falsi miti e di false credenze. Per esempio non è affatto vero che gli antichi pensassero che la Terra fosse piatta. Idea sostenuta al massimo da qualche presocratico».
Per dimostrare la tesi secondo cui i medioevali ritenevano che la Terra fosse piatta qualcuno argomenta: «Guarda le loro mappe, erano piatte». La cosa fa infuriare Eco: «Anche l'Atlante De Agostini è piatto. Ma nessuno pensa per questo che la Terra non sia sferica. Tutto dipende dal criterio proiettivo che si adotta. E da cosa si vuole descrivere». Così Eco spiega certe antiche carte apparentemente sbagliate: «Se voi andate sulla metropolitana milanese vedete una linea orizzontale continua, con alcuni punti evidenziati (piazzale Loreto, piazza del Duomo, Fiera), che non vi dà affatto l'idea del cammino che la metropolitana compie sul territorio. Quella retta vuole semplicemente rappresentare la successione delle stazioni. Esattamente quello che facevano certe mappe degli antichi romani. I quali non pensavano affatto che il Mediterraneo fosse uno stretto naviglio o l'Europa una striscia orizzontale. Quelle loro carte non erano sbagliate. Semplicemente avevano la funzione delle nostre mappe della metropolitana».
Nella mostra che apre domani si potranno ammirare più di 200 oggetti geografici tra carte, portolani, globi e dipinti provenienti da tutto il mondo. Anche se le difficoltà nei trasporti aerei, dopo gli attentati di New York, faranno ritardare l'arrivo di alcuni pezzi importanti, come i disegni leonardeschi della collezione Windsor.