da LASTAMPA.it
Martedì, 2 Ottobre 2007Parliamo con questi ragazzi
DON ANDREA BONSIGNORI*
Cercare di entrare nelle intenzioni del «bullo» può essere una chiave interpretativa di questo fenomeno. La cosiddetta «mancanza di valori» dell’oggi forse ironicamente passa proprio dai più bassi valori materiali che danno però piano piano, con la fatica del «guadagnarsi le cose», una percezione più rispettosa del sé e degli altri. Tante e disparate sono le teorie che cercano di porre rimedio a questa manifestazione violenta dei nostri ragazzi, certamente tutte eccellenti, ma poi genitori, insegnanti, studenti stessi che si trovano a vivere questo fenomeno come vittime o come oppressori che si scontrano con l’omertà di alcuni, lo sfottò di altri, ignoranza e così via… come vivono tale situazione? Un tentativo stiamo cercando di farlo nella nostra scuola coinvolgendo gli alunni più grandi nell’aiuto ai più piccoli. Alcuni ripassi fatti dagli stessi alunni, in stile lezione, ai loro colleghi più piccoli sono, seppur in modo sperimentale, una piacevole sorpresa di come i più grandi si impegnino nel preparare materie per lo più a loro ostiche e nei più piccoli si sviluppi un senso di gratitudine, fratellanza e cooperatività che sostituisce il timore del più «grosso».
Anche per i ragazzi più «agitati» o con difficoltà sociali la responsabilizzazione, la conquista seppur per poche ore della cattedra concede quel desiderio di guadagno, soddisfazione, considerazione tipico dell’essere umano in tutte le sue fasi di sviluppo. E’ un tentativo, sperimentale, che pare inizi altresì a portare i suoi frutti. Non è facile. Forse riscoprire quella sana pedagogia dell’affettività, della comprensione e soprattutto dell’ascolto empatico che ci possono portare a riavvicinare rapporti ormai freddi e distanti che lasciano inedia nel cuore dei nostri ragazzi che a loro volta non riescono a creare, ricevere e offrire nel complicato districarsi nei corridoi di un istituto o liceo ma più facilmente viaggiano nell’anonima corsia virtuale di un sms.
*Direttore scuola «Cottolengo»
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