"Devi dare delle sberle solo così ti rispettano"

MARIA TERESA MARTINENGO

Christian non ha partecipato alla ricerca ma, coperto dall’anonimato che assicura il questionario on line, sarebbe andato senz’altro a far parte di quella fetta di popolazione scolastica - minoritaria, ma comunque consistente - che ha ammesso di «agire da bullo». Christian, 17 anni, è stato iscritto fino all’anno scorso in un istituto tecnico torinese. L’esperienza nella scuola è finita a causa di una bocciatura (la seconda della sua vita). A giorni dovrebbe iniziare a frequentare un corso di formazione professionale. Il suo percorso scolastico aderisce abbastanza bene all’identikit che gli esperti tracciano del bullo. Un identikit di cui fa parte molto spesso un basso rendimento scolastico.

Tu ammetti di aver avuto comportamenti aggressivi e anche violenti nei confronti di alcuni tuoi compagni. Perchè li hai avuti?
«Non è successo molte volte. L’ho fatto con persone che non mi rispettavano. Comunque, ho dato qualche sberla perché di non reagire agli affronti non me la sento».

Ma picchiare qualcuno è grave sempre...
«Quando ti fanno arrabbiare, secondo me non ci sono tanti modi per risolvere la faccenda».

Ci sono ragazzi che soffrono per le prese in giro, perché c’è qualcuno che ride dei loro difetti. Magari perché sono grassi o non hanno i vestiti giusti. Tu hai mai fatto soffrire qualcuno in quel modo?
«Certi non puoi fare a meno di prenderli in giro. Poi si scherza no? È uno scherzo, mica bisogna prendersela tanto. A me non sembra di aver mai offeso qualcuno seriamente».

Qualche professore ti ha ripreso per questo modo di comportarti?
«Mi hanno sgridato molte volte, mi hanno dato compiti extra. Sono anche finito in presidenza».

Sospeso?
«No, sospeso no perché non ho mai esagerato. Non è che ho mandato uno all’ospedale. E’ che la gente deve imparare a farsi gli affari suoi. Comunque alla fine mi hanno bocciato, magari potevano anche non farlo».

Hai mai rubato qualcosa?
«Io no, ma conosco chi l’ha fatto. Credo che il bullo vero - perché io mi sento solo un po’ bullo - sia quello che si fa dare soldi, telefonini. Io più che altro ho scherzato».