"Ti insultano di continuo e tutti stanno a guardare"

MARIA TERESA MARTINENGO

Antonio, 16 anni, studente di un istituto professionale, sa che la prepotenza è un comportamento con cui fare i conti quotidianamente. È uno che alla ricerca avrebbe risposto «sì, nella mia scuola c’è chi si comporta da bullo».

Quali sono gli atteggiamenti prepotenti più comuni che vedi intorno a te?
«Mah, a volte si arriva alle mani, volano gli insulti, gli spintoni. Quando uno è vittima si riceve magari anche della roba addosso, gli tirano le sue cose. Poi, gliele nascondono. L’astuccio, per esempio. A volte, a quelli perseguitati, spariscono anche delle cose e non le rivedono più».

Un modo tipico per prendere di mira è offendere, diffamare...
«Ci sono dei ragazzi che non mollano. Offendono i genitori, i parenti. Insomma, magari prendono in giro i difetti fisici della madre, oltre che quelli dell’interessato. Insistono tantissimo. È il martellamento che alla fine fa andare fuori, in depressione...».

La ricerca accenna anche al razzismo.
«Sì, da noi ci sono alcuni studenti stranieri. A uno dicono “marocchino” come se marocchino fosse un insulto. E alla fine diventa proprio un insulto».

La ricerca dice che molti episodi avvengono in classe e nel corridoio. Ma gli insegnanti non s’accorgono di niente?
«Tante volte i bulli approfittano del cambio dell’ora, ma succede anche che durante le lezioni ci sia quello dietro che ti sibila degli insulti e la prof non se ne accorge».

I compagni come reagiscono?
«La maggioranza fa finta di niente. C’è chi ride, chi non prende la cosa sul serio».

E tu?
«Dipende da chi è preso di mira. C’è anche chi se le cerca».

Nessun aiuto alla vittima?
«Pochi hanno voglia di immischiarsi. Se è davvero in crisi si distrae il bullo. Ma ci sono anche quelli che danno corda a chi offende, che stanno sempre col più forte per non avere problemi».

La maggioranza dei ragazzi che ha risposto alle domande della ricerca suggerisce alla vittima di parlare delle prepotenze con gli insegnanti e con i genitori. Tu cosa diresti?
«Sono d’accordo. Però, dovrebbe anche reagire alle offese, far capire che può organizzarsi e reagire».